I minori on-line

Anche nel corso dell’anno appena concluso il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna ha profuso il massimo impegno nel contrasto alla pedopornografia on-line ma più in generale ai reati commessi o subiti dai giovani in rete.

Nel settore, in particolare, del contrasto al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione minorile, nel 2016 si è registrato in Emilia Romagna un rilevante incremento delle attività di repressione che ha portato all’arresto di 5 persone  ed alla denuncia in stato di libertà di altre 17; nel 2016 sono anche state ricevute 19 denunce di minorenni che sono rimasti vittime di “adescamento on-line” (art. 609 undecies c.p.).

I giovani non sono solo le vittime dei reati commessi in rete, ma a volte, più o meno consapevolmente, ne sono anche autori; uno dei comportamenti più preoccupanti (e diffusi) posti in essere dai minori è quello del cyberbulling. In merito la Polizia di Stato, all’interno delle campagne nazionali in materia di educazione alla legalità ha adottato numerose iniziative tese ad informare i giovani sui rischi nei quali possono incorrere in rete e su quali comportamenti possono adottare per evitarli.

Sempre nell’ambito della prevenzione, in Emilia Romagna è stato fatto un importantissimo investimento in termini d’informazione sulla sicurezza on-line degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado con la predisposizione di incontri nei vari istituti; complessivamente sono stati realizzati 110 incontri per oltre 12.000 giovani studenti.

Tra le attività della Specialità rivolte alla prevenzione si segnala anche la sottoscrizione del protocollo con l’Ufficio Regionale Scolastico, avvenuta il 25 ottobre 2016, con il quale si prevede l’effettuazione di corso specialistici per i docenti delle varie istituzioni scolastiche presenti sul territorio regionale.

Le materie che verranno affrontate con l’apporto delle professionalità del Compartimento, riguarderanno “l’uso sicuro della rete”, “il cyberbullsimo” e “l’utilizzo consapevole dei social”.

Le attività di prevenzione, sotto il profilo operativo, riguardano anche il monitoraggio della rete internet ed hanno registrato il controllo di 168 siti, 21 dei quali, presentando contenuti illeciti, sono stati oscurati mediante l’inserimento in black-list rendendoli, di fatto, irraggiungibili ai navigatori web italiani.

 

Tutela aziendale e imprese

In tema di tutela delle aziende ed imprese, nel 2016, sono state avviate una serie di attività info-investigative che hanno permesso di intervenire in relazione a specifiche forme di aggressione:

Ramsonware[1]: 91 casi trattati

Man in the Middle[2]: 28 casi trattati

Spionaggio industriale: 3 casi trattati

Nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione attraverso la stipula di convenzioni con aziende e imprese private dirette a fornire servizi specialistici, finalizzati ad incrementare la sicurezza pubblica, il  25  Novembre 2016 è stato firmato un Protocollo per la Sicurezza Informatica tra la Polizia di Stato ed alcune importanti e rappresentative aziende ed imprese locali  (Automobili Lamborghini S.p.A., Coesia Group S.p.A., Cogefrin Group S.p.A., I.M.A. Sustain Ability S.p.A., Lighthouse S.p.A., Macron Technical SportWear e Seci Energia). Si tratta di società che, per rilevanza in termini di impatto socio-economico o peculiarità dei prodotti realizzati o dei servizi resi, possono diventare bersaglio di attacchi informatici; con tale accordo, le parti si sono impegnate ad adottare procedure di intervento e di scambio informazioni utili a contrastare più efficacemente i crimini informatici.

 

Hacking and financial crime

Uno dei campi operativi nei quali la specialità è da sempre impegnata sono i reati di intrusione nei sistemi informatici finalizzati al loro danneggiamento od all’indebita sottrazione di dati sensibili o valori.

In questo settore di specifica competenza, nel 2016, sono stati conseguiti risultati significativi.

Phishing/frodi informatiche: 39 casi trattati

Hacking: 354 casi trattati

Clonazioni di carte di credito/debito: 749 casi trattati

Truffe on-line: 1651 casi trattati, a fronte di un danno economico per le vittime di 1.217.658 €

Social network

Uno degli ambiti nei quali, per l’aumento esponenziale della disponibilità di device elettronici e l’incremento delle possibilità di connessione, si registra un elevato numero di reati commessi, è quello dei social network.

Il reato “spia” dell’andamento di tale fenomeno può essere considerato quello della diffamazione on-line. L’efficacia delle azioni di contrasto poste in essere dal Compartimento Polizia delle Comunicazioni viene rimarcata analizzando il rapporto tra le denuncie registrate ed il numero di persone denunciate all’Autorità Giudiziaria che, per il 2016, raggiunge la quasi totalità dei casi trattati.

Gli altri reati in materia, nei quali si è particolarmente impegnata la specialità sono:

Sex-extortion[1]: 146 casi trattati

Sostituzione di persona/furto di identità: 173 casi trattati

Atti persecutori/molestie: 80 casi trattati

Contrasto ai fenomeni di cyber-terrorismo

In materia di cyber-terrorismo la Specialità, nel 2016, ha svolto una costante e continua attività di controllo della rete internet monitorando complessivamente oltre 3000 pagine web e profili di social network.

 

Operazioni di rilievo conclusi nel 2016

Operazione “BARBAROSSA”

Nel mese di settembre 2016, sono state eseguite 2 misure di custodia cautelare e 4 provvedimenti di perquisizione personale e locale nei confronti di un gruppo criminale transnazionale responsabile di frode informatica, riciclaggio ed estorsione. Il sodalizio criminale, affiliato ad una organizzazione capeggiata da un pericoloso latitante internazionale russo, sul quale pende una taglia di 3 milioni di dollari da parte dell’FBI, aveva compiuto centinaia di operazioni illecite per un valore di oltre 1 milione di euro. L’attività di Polizia Giudiziaria ha consentito di recuperare 500.000 euro in contanti, sottratti ad una nota azienda bolognese, 120.000 euro, sottratti ad una locale associazione religiosa, e beni per altri 45.000 euro.

 

Operazione “RENEGADES”

Nella primavera del 2016 sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di individui responsabili di frode informatica riciclaggio in danno di utenti di Poste Italiane. Il gruppo, attraverso complesse operazioni telematiche illecite, era riuscito a modificare i rapporti finanziari di numerosi titolari di conti correnti e libretti postali impossessandosi del denaro giacente.   Tra le frodi accertate, quella più significativa per entità del danno, è stata quella perpetrata ai danni di un correntista dell’Ufficio Postale modenese che subiva la sottrazione dell’intero importo presente sul proprio libretto postale circa 500.000 euro. L’attività del Compartimento consentiva di arrestare i componenti del gruppo e di bloccare 2 frodi per complessivi 500.000 euro.

 

Operazione “Truffa anziani”

Sempre nel 2016 sono stati individuati e deferiti all’Autorità Giudiziaria due individui che erano soliti circuire persone anziane in occasione di fiere espositive in Regione al fine di ottenere un incontro presso le loro abitazioni e vendere a prezzi spropositati materassi di scarsissima fattezza e dubbia qualità. A seguito di denuncia di due coniugi del capoluogo,  truffati per oltre 10 mila euro, personale della Specialità conduceva una delicata attività investigativa che ha portato all’individuazione ed identificazione dei predetti truffatori; interrompendo in questo modo il loro disegno criminoso ed impedendo che tale illecita condotta potesse cagionare ulteriori danni ad altrettante ignare anziane vittime.

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[1] Codice malevolo che infetta sistemi informatici limitandone l’accesso e criptandone i dati al fine di estorcere denaro attraverso la richiesta di un riscatto da pagare per ottenere l’invio di codice di sblocco.

[2] Particolare attacco informatico volto ad intercettare e in alcuni casi alterare la comunicazione tra due o più utenti spesso appartenenti alla medesima azienda o società, utilizzata con il fine di carpire informazioni sensibili o di rilevanza economica, ovvero disporre movimenti di denaro.

[3] Attività estorsiva consumata attraverso l’uso di sistemi di video chat. La vittima viene circuita da una persona particolarmente avvenente ed indotta ad una video chat a carattere erotico. Il filmato, registrato dall’autore della condotta illecita, viene utilizzato con finalità estorsive al fine di ottenere denaro per non divulgare tale materiale compromettente sulla rete internet.

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