Tra il 1° dicembre 2016 ed il 31 gennaio 2017 sono più che raddoppiate le assenze per malattia degli autisti Seta di Modena. Le giornate non lavorate sono state ben 1.698 a fronte di 828 giorni complessivi di assenza registrati nello stesso periodo 2015-2016. Nello stesso lasso di tempo, invece, le assenze per malattia degli autisti di Reggio Emilia e di Piacenza sono risultate stabili o in leggero calo.

Oltre a comportare l’assenza dal lavoro dei conducenti, con la conseguente necessità di riprogrammare costantemente i turni di lavoro per la loro sostituzione, questa epidemia anomala tutta modenese ha come conseguenza indiretta anche la mancata effettuazione delle prestazioni necessarie a garantire la regolarità complessiva del servizio di trasporto pubblico: il risultato è il verificarsi di disagi per l’utenza, con alcuni salti di corsa, ed un aggravio imprevisto di lavoro per i colleghi disponibili.

“Verificheremo con le autorità sanitarie se questa situazione sia dovuta alla forma influenzale che ha recentemente interessato la popolazione della regione, che tuttavia in questo caso colpisce solo gli autisti Seta che lavorano tra Secchia e Panaro” sottolineano Vanni Bulgarelli e Roberto Badalotti, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell’azienda.

“Non vogliamo pensare, invece, di essere in presenza di una forma irrituale di protesta, che arreca inevitabili disagi all’utenza e pregiudica la produttività dell’azienda. Di tale situazione abbiamo già informato, come d’obbligo, la Prefettura e l’Agenzia per la Mobilità. Dobbiamo ovviamente scusarci con gli utenti per gli eventuali disservizi, purtroppo addebitabili ad una circostanza imprevedibile che, oltretutto, accentua ulteriormente le già evidenti differenze operative presenti tra i diversi bacini provinciali in cui operiamo.

Da sottolineare una ulteriore coincidenza. Da oltre un anno, su esplicita sollecitazione da parte dei Soci pubblici di Seta abbiamo avviato una seria trattativa con le Organizzazioni sindacali, finalizzata a raggiungere la tanto agognata armonizzazione dei contratti di lavoro in essere nei tre bacini provinciali. Ricordiamo che tale obiettivo – individuato come prioritario più di cinque anni fa alla nascita dell’azienda – è tuttora inattuato, con il risultato che lo stesso tipo di prestazioni lavorative vengono disciplinate e remunerate in maniera differente a seconda che esse siano svolte a Modena piuttosto che a Reggio Emilia o a Piacenza. Nonostante questo pesante impasse, che grava sulla produttività aziendale e quindi anche sui risultati economici, nel 2016 Seta ha dato corso a importanti interventi migliorativi per quanto riguarda il trattamento economico dei dipendenti. In primo luogo, Seta ha sostenuto la firma del nuovo Contratto nazionale di categoria, atteso da sette anni, che a regime comporta un maggiore esborso di oltre 2 milioni di euro l’anno, con aumenti medi di 100 euro al mese per ogni dipendente.

E’ inoltre stato definito un importante accordo sul trattamento economico dei nuovi assunti, anche qui con significativi aumenti di 80 euro al mese. In aggiunta a queste due misure, grazie alla nuova impostazione dei premi di risultato definita dall’attuale Direzione aziendale nel 2016 l’ammontare complessivo delle gratifiche erogate ai lavoratori è aumentato del 25% rispetto al 2015. Non meno rilevante, peraltro, è l’impegno che l’azienda sta compiendo sul fronte degli investimenti in nuovi mezzi e ammodernamenti tecnologici: nel solo 2016 sono stati acquistati circa 100 mezzi, tra nuovi e d’occasione, e altre forniture saranno presto messe a gara, per un investimento complessivo di quasi 20 milioni di euro sostenuto in massima parte con risorse proprie.

A fronte di tutto questo, purtroppo, registriamo una rigida posizione circa la possibilità di un accordo equilibrato, emerso nella ormai annosa trattativa, che tende a difendere una situazione di inaccettabile disparità tra lavoratori della stessa azienda e impedisce di aumentare la produttività, che potrebbe liberare risorse per gli investimenti e per premiare il maggiore impegno dei lavoratori.

Non è più tempo di rivendicazioni corporative e di comportamenti che danneggiano in primo luogo i colleghi che lavorano in altri territori ed i servizi erogati.

Il Presidente ed il Direttore Generale di Seta, quindi, rinnovano la disponibilità dell’azienda al confronto, purché ciò avvenga secondo una corretta e coerente metodologia delle relazioni industriali per concentrarsi, in uno sforzo comune, al raggiungimento della definizione del contratto unico aziendale, obiettivo che ormai non può più essere ulteriormente rinviato e dal quale discenderanno benefici per tutti i lavoratori dell’azienda”.

 

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