Nella giornata di oggi, personale delle Squadre Mobili di Reggio Emilia, Modena e Milano, nell’ambito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha dato esecuzione a due misure cautelari personali della custodia in carcere e, contestualmente, ha proceduto al sequestro di due autovetture intestate, fittiziamente, a terzi soggetti. 

L’attività di indagine ha preso le mosse dall’arresto, operato nell’ottobre dello scorso anno a Modena, di S.B., marocchino trovato in possesso di 500 grammi di cocaina. L’uomo era attentamente monitorato poiché ritenuto molto attivo nello smercio di rilevanti quantitativi di cocaina in Reggio Emilia.

Le indagini, proseguite dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia e coordinate della Procura della Repubblica di Modena, hanno consentito di identificare, compiutamente, in A.I. il complice del primo e destinatario di almeno parte dello stupefacente. A.I., classe 1979, tra l’altro, nel corso delle indagini, è stato rintracciato e tratto in arresto poiché ricercato quale destinatario di ordine di carcerazione ad anni 4 (per pregresse condanne per traffico di droga) e misura cautelare in carcere emessa a seguito di allontanamento dal domicilio ove ristretto in regime di custodia agli arresti domiciliari.

Le indagini hanno permesso, anche, di identificare il fornitore dello stupefacente in un altro cittadino marocchino senza fissa dimora.

Per entrambi i soggetti, sulla  sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza emersi, il G.I.P. ne ha disposta la misura della custodia cautelare in carcere. E mentre il primo veniva tratto in arresto, il fornitore, resosi irreperibile, è ancora attualmente attivamente ricercato.

Nel corso delle indagini, poi, si captavano varie conversazioni in cui l’arrestato effettuava alcuni investimenti di denaro. In particolare, in un mese, acquistava due autovetture per le somme di 19.000 euro e 24.000 euro intestandole, fittiziamente, a due donne. Il G.I.P., quindi, ha disposto il sequestro preventivo di entrambe le autovetture il cui valore è del tutto incompatibile con il reddito, lecito ed inesistente di A.I.; l’acquisto delle auto, quindi, è logicamente riconducibile ai proventi dell’attività di spaccio dell’arrestato.

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