Aumenta l’occupazione a Modena nel primo semestre 2017, grazie a un vero e proprio ‘boom’ dei contratti a tempo determinato. Il tutto mentre calano quelli a tempo indeterminato. Il dato, fornito dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, è molto significativo perché il campione è ampio: comprende 23.000 dipendenti e 3.430 datori di lavoro nella provincia di Modena.

I dati, boom del tempo determinato. L’occupazione, come detto, nei primi sei mesi dell’anno cresce con un +1,6%, la maggioranza maschi (+2%, mentre l’aumento per le femmine è dello 0,7%) e, appunto, l’aumento è frutto dell’esplosione delle assunzioni a tempo determinato, con un +23,7% a fronte della diminuzione dell’1,2% dei contratti a tempo indeterminato. L’apprendistato ‘tira’ molto (+5%) e l’aumento è maggiore tra gli operai (+2%) piuttosto che tra gli impiegati (la crescita è appena dello 0,2%).
Si conferma dunque un aumento degli occupati, dato in linea con le evidenze del 2016, ma come temuto non solo rallentano, ma addirittura diminuiscono  i contratti a tempo indeterminato. Come già evidenziato nel corso del 2016 si conferma la tendenza molto significativa al ritorno ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Da segnalare sia il ritorno all’apprendistato che il fatto che siano gli operai ad essere cercati e assunti (in valore assoluto + 278), a fronte del leggero aumento degli impiegati.

I comparti: su l’alimentare, cala l’edilizia. Nei settori economici si conferma una evidenza interessante, in continuità rispetto al 2016: i settori che andavano bene (in termini occupazionali) continuano ad andare bene, di contro i settori che avevano un andamento negativo proseguono su questa linea. Questo dato fa sì che si manifesti una sorta di ripresa economica settoriale e diffusa. In positivo ci sono alimentazione, autotrasporto, chimica, commercio, gomma/plastica, meccanica, moda e turismo, mentre continuano a far risultare un saldo negativo ceramica (anche a causa del periodo non semplice del cosiddetto ‘terzo fuoco’), edilizia e grafica.

Il comparto ‘servizi’, che aveva chiuso il 2016 con il segno più, evidenzia invece un segno negativo (-1,9%) nel primo semestre 2017, un dato causato da poche singole, ma significative nel numero, criticità aziendali. Infine l’artigianato in genere conferma la crescita, facendo registrare un aumento dell’1,5%.

L’approfondimento: dove si assume? Ecco infine la classifica dei primi dieci comuni della provincia di Modena per percentuali di assunzione. Si mostrano così le tendenze dei territori modenesi per andamento occupazionale (cioè i saldi occupazionali positivi o negativi, al netto di casi aziendali unici, positivi o negativi), ed emerge una geografia per nulla scontata. Al primo posto c’è Sassuolo grazie soprattutto a logistica e meccanica, seguito dal centro più importante della Bassa, ovvero Mirandola, e da altri due comuni del cosiddetto distretto, Maranello (terzo) e Fiorano. Quinto posto per Castelfranco, seguito dal vicino San Cesario, settimi e ottavi i primi comuni dell’Appennino, rispettivamente Fanano e Pavullo, mentre il capoluogo, Modena, si attesta in nona posizione. Al decimo posto l’unico comune in classifica delle Terre d’Argine, ovvero Campogalliano.

Il commento. “I nostri dati – sottolinea il presidente Lapam, Erio Luigi Munari – sono allineati a quelli pubblicati il 9 agosto dall’Istat e riferiti alla ‘Produzione industriale’, che confermano un aumento generalizzato della produzione stessa nella media dei primi sei mesi dell’anno pari a +2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre tra i settori economici con più slancio (+ 13,6%) segnalati da Istat risalta la fabbricazione di mezzi di trasporto, richiamata anche dalle nostre evidenze di Maranello e San Cesario e integrata da altri territori ‘meccanici’ come Fiorano e Castelfranco”.

 

 

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