“Vaccinare i bambini che frequentano nidi e asili è una misura di salute pubblica utile e necessaria in primo luogo a loro, ai più piccoli, e in particolare ai più deboli dal punto di vista immunitario. E lo è a maggiore ragione oggi, nel momento in cui la copertura vaccinale è al di sotto della soglia di sicurezza del 95% stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità e di fronte al ritorno di malattie che pensavamo debellate, basti pensare al fortissimo aumento dei casi di morbillo che abbiamo anche in Italia.

A meno di non sconfessare le autorità scientifiche dando credito a presunti esperti o teorie pescate su internet, i vaccini vanno fatti, e vanno fatti adesso. Mi chiedo dunque il senso di rinviare di fatto per due anni l’obbligo vaccinale, come ha stabilito la Regione Veneto, invece di mettere famiglie e genitori nelle condizioni di poter salvaguardare i propri figli e la collettività”.
L’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, esprime tutta la sua contrarietà per la decisione della Regione Veneto di dare tempo ai genitori fino all’anno scolastico 2019-2020 per presentare la documentazione dei vaccini per chi vuole iscrivere i bambini da zero a sei anni nei nidi e negli asili veneti.

“Siamo al teatro dell’assurdo- prosegue Venturi-. Di fronte a una legge dello Stato, discussa e approvata da entrambi i rami del Parlamento e votata anche da gran parte delle opposizioni, la Regione Veneto decide che nei nidi e nelle materne venete l’obbligo vaccinale slitta di due anni, che per due anni le vaccinazioni si possono anche non fare e che i bambini possono frequentare le scuole dell’infanzia senza essere vaccinati: è una decisione incomprensibile e ingiustificata”.

“C’è poi da rimanere allibiti- prosegue Venturi- nel momento in cui la Regione Veneto aveva sempre detto che loro avevano un’anagrafe delle vaccinazioni aggiornatissima, molto più che efficiente, e che i genitori in Veneto non avrebbero avuto alcun disagio, né si sarebbero persi dietro carte e burocrazia per poter iscrivere i propri figli a nidi e asili, disagi che sarebbero esplosi nelle altre regioni, ovviamente non così efficienti come il Veneto, che però adesso rinvia di due anni il termine per mettersi in regola con l’obbligo vaccinale proprio per dare più tempo alle famiglie e non creare loro disagi. La verità- afferma l’assessore- è che in Italia si sta realizzando una grande operazione di salute pubblica a tutela, ripeto, dei più piccoli e della collettività, un bel segnale da parte delle istituzioni, delle strutture sanitarie e di tutti i cittadini italiani, uno sforzo collettivo che qualcuno ancora si ostina a non voler vedere”.

Infine, “la cosa che più lascia increduli è la leggerezza con cui si assume una decisione del genere, senza fare i conti con aspetti etici a mio avviso rilevantissimi: le malattie non si fermano certo ai confini del Veneto- chiude Venturi- e se un bambino o una persona si ammala perché si è ammalato un bambino in Veneto, dopo di chi è la responsabilità? Di fronte a eventuali epidemie, chi ne risponderà?”

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