“Imprenditori, impegnatevi in prima persona in politica. Portare le logiche della piccola impresa, dell’artigianato, nel mondo politico attraverso l’impegno diretto, è un elemento di rappresentanza sempre più necessario”. E’ stato questo il monito di Giorgio Merletti, presidente nazionale Confartigianato, al XX congresso generale Lapam Confartigianato.

229 delegati, provenienti dalle 54 sedi sul territorio, hanno eletto il consiglio generale che, martedì 14 novembre, eleggerà a sua volta il nuovo presidente dell’associazione che, tra Modena e Reggio Emilia, conta 12mila imprese associate che danno lavoro a 36mila dipendenti, senza contare gli 8mila imprenditori pensionati associati alla federazione.

Al congresso, aperto dalla relazione del presidente Erio Luigi Munari (che, dopo due mandati, lascia la presidenza), sono intervenute autorità e istituzioni: dal Prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, al vescovo di Modena mons. Erio Castellucci, dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ai presidenti delle due province, Gian Carlo Muzzarelli e Giammaria Manghi, fino al Rettore di Unimore Angelo Andrisano e molti altri, tra cui il segretario nazionale Confartigianato, Cesare Fumagalli.

“Il patto del Lavoro firmato nel 2015 tra sigle sindacali e Regione Emilia-Romagna ha permesso risultati importanti – ha spiegato Bonaccini -, l’obiettivo è tornare ai livelli di occupazione pre crisi entro il 2020, per ora la strada è quella giusta e la disoccupazione cala grazie anche al lavoro delle piccole imprese”. Muzzarelli ha ringraziato Lapam per il lavoro e il dialogo di questi anni con Provincia e Comune.

Durante il congresso non sono mancati i dati, forniti in parte dal professor Enzo Rullani dell’Università Cà Foscari di Venezia e in parte dal centro studi Confartigianato. Tra i freni per le piccole e medie imprese il carico fiscale che è superiore alla media Ue (43% contro il 41,6%); mentre la tassazione sul lavoro è al 47,8%, al quinto posto dei paesi Ocse che hanno una media del 36%: in pratica le tasse sul lavoro in Italia superano la media dei paesi più sviluppati di quasi 12 punti! Le scadenze da adempimenti sono 210 all’anno, un record mondiale che rende l’Italia il ‘Paese del burofisco’. Il dato più preoccupante, però, riguarda manifatturiero e costruzioni, i settori in maggiore difficoltà sia a Modena (le imprese sono calate quasi dell’1% nell’ultimo anno) che a Reggio Emilia dove il calo è stato dell’1,5%.

Tra i dati più confortanti quelli delle esportazioni a livello regionale: in Emilia Romagna nei primi sei mesi del 2017 l’export è salito del 6,4%, più della Francia (3,8%) e della Germania (6,1%). I giovani a Modena e Reggio Emilia fanno impresa: sono 4.672 le imprese artigiane gestite da under 35 a Modena e Reggio Emilia, il 36,5% del totale della regione. Infine un ultimo dato emblematico, che comunque dice come il territorio abbia ancora una grande vocazione alla meccanica: Modena e Reggio Emilia, insieme, hanno il numero di imprese artigiane della produzione di macchinari più alto in Italia.

Tra le mozioni congressuali la richiesta di rendere stabile il bonus per le ristrutturazioni e introdurre, nel nuovo codice degli appalti pubblici, una quota obbligatoria pari al 50% di inviti alle micro e piccole imprese, istituendo l’elenco fornitori da parte delle stazioni appaltanti per superare la selezione tramite sorteggio; di intervenire sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione; di organizzare in Confartigianato regionale la categoria del commercio e dei pubblici esercizi; di intervenire sul welfare locale, tenendo conto di criteri di sussidiarietà.

Il segretario Lapam Carlo Alberto Rossi ha concluso con una notizia: “Uno dei tre digital innovation hub (i centri d’eccellenza dell’innovazione per le piccole imprese) in Emilia Romagna sarà quello di Lapam Confartigianato”. La dimostrazione che l’associazione investe molto sulle nuove tecnologie e su ‘Industria 4.0’.

 

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