Promuovere le pari opportunità in tutti i campi, dalla scuola al lavoro allo sport, favorire iniziative di promozione della rappresentanza paritaria in tutti gli organismi associativi, organi di amministrazione e di controllo delle società e nelle nomine dei Comuni e prevedere in ogni giunta comunale una delega specifica alle pari opportunità con risorse adeguate.

Sono solo alcuni degli impegni contenuti nel “Patto per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile sulle donne in applicazione della Convenzione di Istanbul e della legge per la parità della Regione Emilia Romagna” che i sindaci modenesi discuteranno, sabato 25 novembre, alle ore 18, nell’Assemblea dei sindaci, organo di governo della Provincia; l’incontro, aperto al pubblico, si svolge nella sala consiliare dell’ente, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. All’iniziativa partecipano anche Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia, e il Prefetto di Modena Maria Patrizia Paba.

Come sottolinea Caterina Liotti, consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità, «il Patto di Modena mette al centro l’impegno dei sindaci e delle sindache per sviluppare le politiche di pari opportunità anche in un’ottica di prevenzione della violenza. Il Patto rientra negli impegni della Provincia nell’ambito del Protocollo promosso dalla Prefettura. Anche i sindaci possono favorire un cambiamento che rimuova le motivazioni culturali più profonde che alimentano la violenza maschile sulle donne: il grande disequilibrio di potere tra i sessi. Il filo conduttore del Patto – aggiunge Liotti – resta la legge regionale per la parità del 2014 e le politiche attive previste come l’adozione di un’ottica di genere nel linguaggio, nelle statistiche, nei documenti di programmazione e di bilancio, nonché nelle politiche sanitarie».

Per l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Modena Irene Guadagnini «l’impegno degli enti locali, delle associazioni degli enti e delle istituzioni rappresenta un motore primario fondamentale verso un cambiamento prima di tutto culturale che deve coinvolgere la società a tutti i livelli, a partire dalle nuove generazioni».

Il Patto prevede anche l’impegno a promuovere l’intitolazione di spazi pubblici, vie, strade, piazze, rotonde a donne meritevoli ed esemplari che possano costituire modelli positivi per le nuove generazioni, dotare le biblioteche di autrici femminili, anche nella sezione per ragazzi e ragazze e favorire all’interno dell’ente un linguaggio non discriminante.

Il documento, partendo dalla denuncia che le donne e le ragazze «sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, la tratta e la prostituzione forzata, i delitti commessi in nome del cosiddetto “onore” e le mutilazioni genitali», impegna, inoltre, sindaci e sindache a rafforzare tutte le azioni di contrasto, sostenendo progetti di educazione e formazione alla cittadinanza di genere e alla cultura della non discriminazione, «in particolare – si legge nel documento – per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale, delle opinioni e dello status economico e sociale».

 

Gli eventi sul portale antiviolenza della provincia

L’Assemblea dei sindaci modenesi nella sede della Provincia sarà la tappa conclusiva di un corteo composto da associazioni, rappresentanti delle istituzioni, dei cittadini e delle cittadine che parte alle 16.30 dal sacrario della Ghirlandina per raggiungere il cortile del Palazzo comunale, dove è in programma uno spettacolo teatrale; il corteo sarà accompagnato nella sede della Provincia da performance delle ragazze e dei ragazzi del Liceo Sigonio.

L’evento fa parte del programma di incontri, spettacoli teatrali e musicali, marce silenziose e iniziative nelle scuole,  promosso da enti e associazioni in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra sabato 25 novembre.

Il programma delle iniziative è disponibile on line nel sito della Provincia all’interno del Sistema informativo sulla violenza di genere.

Tra le iniziative in provincia sabato spiccano anche quelle dell’Unione Terre d’argine a Carpi, dove al mattino è in programma un convegno organizzato dal Centro antiviolenza Vivere donna, a Campogalliano, Soliera e Novi; a Sassuolo gli studenti delle superiori hanno promosso una marcia silenziosa; nell’area nord sono in programma iniziative a Camposanto, Ravarino e a Medolla con uno spettacolo teatrale all’auditorium  comunale; tra le iniziative dell’Unione Terre di castelli figurano una camminata a Guiglia e le iniziative per i bambini a Castelnuovo Rangone.

In Appennino a Prignano in piazza Roma al pomeriggio i cittadini sono inviati a partecipare a un incontro informativo sulla violenza contro le donne.

Eventi anche domenica, tra questi la “camminata delle scarpe rosse” a Vignola e Marano e gli spettacoli teatrali a Bomporto, Mirandola e Serramazzoni.

 

A Modena oltre 400 donne ai centri antiviolenza

Dai dati pubblicati di recente dal Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna emerge che nel modenese, nei primi dieci mesi del 2017, sono 424 le donne che, dopo aver subito violenza, si sono rivolte ai due centri attivi sul territorio: la Casa delle donne di Modena e Vivere donna di Carpi.

A livello regionale sono state 3.139, in pratica quasi nove al giorno, un dato  sostanzialmente stabile nel biennio 2016-2017: nel 2016 le donne che avevano subito violenza accolte nei centri regionali erano state 3.200.

Per quanto riguarda la rete dei servizi nel modenese, oltre ai due Centri antiviolenza, sono attivi 30 Consultori dell’Ausl e 14 sportelli antiviolenza e centri di ascolto comunali sparsi un pò in tutto il territorio provinciale.

Il reparto di ostetrico-ginecologica del Policlinico ha avviato dal 2015 il percorso dedicato all’accoglienza-diagnosi e trattamento delle donne vittime di violenza sessuale di Modena che prevede la centralizzazione di tutti i casi di violenza sessuale gestititi dalle strutture sanitarie pubbliche della provincia di Modena.

Sempre a Modena, inoltre, è attivo dal 2011 anche il centro Ldv (Liberiamoci dalla violenza) sempre dall’Ausl che si occupa dell’accompagnamento al cambiamento di uomini autori di violenza.

La Provincia, infine, nell’ambito delle competenze sulle pari opportunità, ha avviato quest’anno l’Osservatorio sulla violenza contro le donne, un sistema informativo provinciale, disponibile on line nel sito dell’ente, per lo studio del fenomeno e l’efficacia della risposte da parte della rete dei servizi presenti a livello territoriale e distrettuale.

Il progetto è promosso con la partecipazione della rete dei servizi sociosanitari e associazioni modenesi.

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