Linee ferme e luci spente nei reparti produttivi della Maserati Auto di Modena stamattina in occasione dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Fiom/Cgil per chiedere certezze sul futuro produttivo dello stabilimento modenese.
Quasi cento lavoratori Maserati, insieme ad altri attivisti e delegati di imprese metalmeccaniche modenesi, erano presenti al presidio stamattina in via Divisione Acqui per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i problemi di prospettive sullo stabilimento modenese.

Sul palco hanno preso la parole i delegati Fiom/Cgil della Maserati, Manuela Gozzi segretaria Cgil Modena, Bruno Papignani della Fiom Cgil/ER e Cesare Pizzolla segretario Fiom Cgil Modena. Erano presenti al presidio anche esponenti politici, tra cui l’onorevole Giovanni Paglia di Sinistra Italiana.


“La Fiom – ha detto il segretario Pizzolla – è contenta che si potenzi l’area progettazione di Maserati con l’assunzione di centinaia di tecnici e ingegneri, ma allo stesso tempo non si può sottacere la forte preoccupazione per il fatto che tra qualche mese usciranno di produzione i due modelli Maserati oggi esistenti e nessuno della dirigenza viene a Modena a dire che cosa succederà dal prossimo autunno”.

E’ stato ribadito come in questi anni i lavoratori Maserati hanno fatto sacrifici affrontando diversi periodi di cassa integrazione e contratti di solidarietà, senza che ci sia un quadro di garanzie che permetta di dare certezze al loro futuro.

Dal palco è stato anche detto che le altre organizzazioni sindacali hanno perso l’ennesima occasione per mobilitarsi insieme ai lavoratori, ma la Fiom/Cgil rimane comunque aperta ad affrontare unitariamente percorsi per il rilancio dello stabilimento.

Il problema non è solo Maserati e non è solo Modena, ma dell’intero Gruppo Fca Auto dove ci sono tante situazioni di crisi e di incertezza al punto che oggi la segreteria nazionale della Fiom/Cgil è in audizione al Senato per rappresentare le situazioni di crisi nel Gruppo.

I lavoratori modenesi riuniti davanti ai cancelli hanno chiesto che ci siano risposte in tempi rapidi con un incontro sia a livello nazionale che locale, per continuare a garantire il futuro produttivo del Tridente a Modena.
Quella di oggi è una prima iniziativa e i lavoratori insieme al sindacato sono pronti a mettere in campo altre iniziative di lotta nel corso del 2018 che sarà un anno decisivo per il futuro dello stabilimento.

I sindacalisti Fiom e Cgil hanno anche condannato il fatto che a Modena si possa dare spazio a gruppi di estrema destra che fanno dell’apologia del fascismo la loro bandiera. Modena, città medaglia d’oro della Resistenza, non si merita questo.

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