Sono in arrivo 240mila euro per tre Ausl dell’Emilia-Romagna per promuovere interventi formativi in attuazione del Piano regionale contro la violenza di genere. Lo ha stabilito la Giunta regionale con una delibera che così ripartisce le quote: 145mila euro per l’Ausl di Piacenza, 69mila euro per l’Ausl di Ferrara e 26mila euro per l’Ausl Romagna.

Il progetto rientra in una delle quattro linee di azione (formazione, inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, interventi finalizzati all’autonomia abitativa, implementazione dei sistemi informativi) del Piano di azione straordinario contro la violenza sulle donne che, per l’Emilia-Romagna, prevede un finanziamento statale complessivo di 920.400 euro per il 2017.

«Un tassello in più- ha commentato l’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti- che conferma ancora una volta la nostra capacità di fare rete, uno dei punti di forza che fanno della nostra regione un modello di eccellenza in Italia nel contrasto alla violenza contro le donne. Una donna che ha subito violenza ha bisogno di sostegno in tutto il percorso necessario per uscirne».

In particolare, l’esigenza di promuovere interventi finalizzati alla formazione del personale sanitario e socio-sanitario impegnato nel primo soccorso alle donne vittime di violenza, al fine di garantire un modello di accoglienza integrato in grado di dare una risposta efficace, era emersa dalle valutazioni fatte sul campo da tecnici e amministratori degli Enti locali e con i gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio del territorio regionale.
Le aziende sanitarie destinatarie del finanziamento dovranno provvedere a una quota di cofinanziamento non inferiore al 20% di quanto assegnato, anche attraverso la valorizzazione di risorse umane e/o beni e servizi messi a disposizione.
La Giunta ha inoltre dato il via libera alla costituzione di un comitato scientifico di livello regionale per la progettazione della formazione, composto da professionisti dei diversi servizi interessati della stessa Direzione generale, da operatori esperti dei centri antiviolenza e degli altri servizi della rete, nonché da esperti in materia di formazione dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale.

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