Un incendio, quello appiccato ad un furgone e ad un’autovettura la notte del 6 ottobre scorso nel cortile dell’abitazione di un noto imprenditore delle ceramiche abitante a Castellarano che, alla stregua di analoghi reati considerati “spia” (cioè connessi con dinamiche di criminalità organizzata), hanno immediatamente attirato l’attenzione e le investigazioni dei Carabinieri.

Le tempestive indagini degli uomini dell’Arma hanno permesso di identificare ed arrestare in breve tempo i responsabili. Si tratta di 2 fratelli leccesi, residenti nel comprensorio e dipendenti di una ditta di ceramiche concorrente a quella della vittima. Con il grave atto incendiario, i due volevano costringere l’artigiano a non assumere commesse da una azienda dello stesso distretto ceramico con la quale, peraltro, intratteneva rapporti commerciali anche la società della zia da cui i due arrestati dipendono.

Con le accuse di concorso in tentata estorsione e incendio i Carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti, unitamente ai colleghi della Stazione di Castellarano, hanno arrestato 2 fratelli  dimoranti, rispettivamente, a Sassuolo (MO) e a Casalgrande (RE), ora rinchiusi nel carcere delle Pulce al termine delle formalità di rito.

I due, infatti, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa – concordando con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri – dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia su richiesta del sostituto che ha coordinato tutta l’indagine svolta dall’Arma.

Secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri i due indagati, la notte del 6 ottobre scorso, avrebbero appiccato il fuoco sia ad un Fiat Scudo, intestato ad un’azienda di Castellarano, sia ad una Audi A3, intestata al legale rappresentante della medesima azienda, entrambi parcheggiati nel cortile dell’abitazione della vittima, per costringere la parte offesa a non assumere più commesse da un’azienda del distretto ceramico. Il tutto a vantaggio di un’altra ditta sassolese, concorrente con quella della vittima, presso cui i due arrestati lavorano.

L’incendio dei due mezzi aveva provocato un notevole allarme e innalzato la soglia della pericolosità, poiché aveva procurato seri danni anche ad un limitrofo stabile residenziale e, in particolare, all’appartamento abitato da una famiglia posto al primo piano. Soltanto il tempestivo intervento dei mezzi di soccorso ha evitato il propagarsi delle fiamme ed una situazione di maggior pericolo.

Gli esiti investigativi prodotti dai Carabinieri di Castelnovo Monti e di Castellarano, all’indomani del grave atto incendiario che aveva anche creato un grande allarme sociale nell’ambito della comunità di Castellarano, hanno permesso di acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità nei confronti degli odierni indagati che, integralmente condivisi dalla Procura reggiana, hanno oggi portato all’arresto dei due fratelli originari della provincia di Lecce, ora ristretti nel carcere di Reggio Emilia.

 

 

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