Un abbattimento di circa il 50 per cento delle sostanze odorigene complessive e la riduzione dei Cot (Carbonio organico totale) in uscita dal punto di emissione E27 delle Fonderie cooperative. È questo il primo risultato della sperimentazione, iniziata il 15 gennaio scorso nello stabilimento di via Zarlati, del nuovo impianto di abbattimento basato sull’iniezione di carboni attivi nelle condotte di aspirazione.

Il dato è stato presentato questa mattina, venerdì 2 febbraio, nel corso della riunione del Tavolo tecnico composto da Comune di Modena, rappresentato dagli assessori all’Ambiente e all’Urbanistica e dai tecnici dei due settori, Arpae, Arpae Sac, Azienda Usl e la stessa Fonderie cooperative. All’ordine dei lavori l’analisi dei primi risultati della sperimentazione e la condivisione del percorso per arrivare alla delocalizzazione dell’azienda.
I dati riportati dall’azienda riguardano la prima settimana di sperimentazione, dal 15 al 19 gennaio, ed evidenziano, oltre all’abbattimento del 50 per cento delle sostanze odorigene, dato confermato da Arpae che ha effettuato diversi sopralluoghi e controlli, un abbattimento medio giornaliero leggermente superiore al 15 per cento dei Cot e al 30 per cento dei Cot non metanici.
L’azienda ha inoltre verificato che il funzionamento dell’impianto di abbattimento non aumenta l’emissione complessiva di polveri al camino e che i rifiuti di lavorazione rimangono classificati come “speciali non pericolosi”.
L’insufflazione di carboni attivi continuerà il dosaggio attuale di 8 kg all’ora per tutta la prossima settimana, poi, a partire dal 12 febbraio, inizierà il secondo step della sperimentazione durante il quale sarà testato un dosaggio di 19 kg/h con l’obiettivo di ottenere ulteriori miglioramenti nell’abbattimento di emissioni e odori.
Il Tavolo tecnico ha affrontato anche il tema del percorso, delle procedure e delle competenze per arrivare alla delocalizzazione dell’azienda a partire dal Protocollo, sottoscritto lo scorso 26 gennaio. Lo strumento urbanistico individuato per la delocalizzazione è quello dell’accordo di programma (come previsto dalla Legge Regionale 20/2000 e dalla recente 24/2017) che dovrà contenere la procedura di Via del nuovo impianto. L’Amministrazione ha confermato l’impegno ad accompagnare la delocalizzazione con un piano di interesse pubblico, nello specifico Pip, anche per ridurre il costo dell’area, e ad assumere il progetto come strategico in ragione dell’innovazione dei cicli produttivi. Entro la fine di febbraio l’impresa dovrà produrre il primo schema di massima necessario per la selezione dell’area che possa rispondere meglio ai fabbisogni della nuova azienda anche alla luce della ricognizione delle aree produttive già ultimata dal settore pianificazione del Comune.

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