“L’accesso al credito, soprattutto per le pmi, continua a essere un problema molto serio e, anzi, sta peggiorando. In un contesto ancora pesante per le imprese, il trend negativo e in peggioramento dei prestiti all’artigianato e alle piccole imprese in generale, non fa ben sperare. Anche perché è incomprensibile: è noto, infatti, che il costo del denaro per i piccoli è più alto rispetto alle grandi imprese, mentre le sofferenze hanno un trend opposto: calano per i piccoli e crescono per le grandi. Qualcuno ci può spiegare i motivi?”.

Gilberto Luppi, Presidente Generale Lapam Confartigianato, è molto esplicito nel commentare i dati resi disponibili grazie alla collaborazione dell’ufficio studi nazionale Confartigianato Lapam con Artigiancassa. Dati che indicano a settembre 2017 uno stock di prestiti lordi alle imprese artigiane di 39,1 miliardi di euro, in diminuzione in un anno di 3,9 miliardi, pari al -9% (era -5,8% il trimestre precedente). A Reggio Emilia questo dato è in picchiata e raggiunge per la prima volta dal 2014 la doppia cifra: lo stock dei prestiti lordi alle imprese artigiane è di 528 milioni di euro, con un calo del 10,7% rispetto a un anno prima. A Reggio Emilia il calo è costante da anni, più che nel resto d’Italia, con una tendenza congiunturale negativa. Il -10,7% di giugno 2017 è nettamente peggiore rispetto al dato fatto registrare a giugno 2017 (-7,8%) e del -6,8% di un anno fa.

I 528 milioni di prestiti lordi alle imprese artigiane nella nostra provincia è suddiviso tra breve termine (175 milioni) e medio e lungo termine (352 milioni, il 66,8% del totale dei prestiti erogati): il calo sulla rilevazione di settembre 2016 è molto accentuato sul breve termine (-17,3%), meno sul medio e lungo termine (-6,9%) per la media citata di un -10,7% complessivo.

“La situazione di Reggio Emilia – osserva il Presidente Lapam Confartigianato – è sempre più allarmante: il calo dei prestiti alle imprese artigiane è indice di una sofferenza e di una difficoltà ad accedere al credito per le piccole imprese artigiane e a una propensione a investire più bassa che in passato, a causa delle prospettive incerte. E’ vero che restiamo a ridosso delle migliori 20 province in Italia, confermando il ventiduesimo posto in questa classifica. Il peggioramento della situazione è purtroppo evidente. Gli incentivi legati a Industria 4.0 hanno funzionato, ma occorre rendere stabile l’opportunità per le imprese, anche le medio piccole, di rinnovarsi per restare al passo coi tempi accedendo a un credito accessibile e non, come accade troppo spesso, quasi impossibile”.

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