Unimore risponde alla sostenuta crescita dimensionale di popolazione studentesca degli ultimi cinque anni con la creazione di 68 nuovi ruoli universitari, determinati sulla base dei punti organico attesi per il 2018. Andranno a potenziare le esigenze didattiche e di ricerca in alcuni ambiti di sviluppo ritenuti strategici per l’Ateneo. E’ una delle più numerose immissiono di organico della storia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Avvicinata la soglia dei 25.000 iscritti ai suoi 81 corsi di laurea, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che nel prossimo anno accademico 2018/2019, dopo il positivo esordio quest’anno delle nuove lauree nell’ambito dell’automotive (Ingegneria del veicolo triennale, e., in interateneo, Industrial Design, Advanced Automotive Electronic Engineering e Advanced Automotive Engineering), metterà piede con un corso di Ingegneria Informatica anche in terra mantovana e darà avvio ad un corso di laurea professionalizzante in Ingegneria per l’industria intelligente, si trova nella necessità di rivedere e potenziare i suoi organici per garantire quelle qualità raggiunte tanto nella didattica che nella ricerca, riconosciutegli nel corso di rilevazioni ed indagini condotte da Censis, AlmaLaurea e Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario.

“Siamo in una vera emergenza – afferma il Magnifico Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano -. Il blocco delle assunzioni e sostituzioni di docenti che vanno in prensione, in questi anni, ha penalizzato fortemente, soprattutto, Atenei come il nostro che hanno conosciuto anni di costante incremento nel numero di iscritti. Inoltre, i rigidi parametri stabiliti dal MIUR riguardo ai requisiti chiesti per l’attivazione e l’accreditamento dei corsi di laurea ci impongono di mettere mano al personale docente. L’obiettivo è di accompagnare la nostra crescita senza perdere in qualità e raccogliere la sfida di una società ed una economia che chiedono all’Università di essere sempre più fattore di innovazione ed elemento di stimolo scientifico e culturale, oltre che umano. Particolare attenzione è stata posta alla valorizzazione delle nuove tecnologie nella formazione di esperti in digital humanities e in esperti nella gestione delle crisi in ambito idrogeologico”.

Si guarda al Progetto di sbarco a Mantova, al biomedicale che fa capo alle attività di ricerca condotte presso il Tecnopolo di Mirandola, alla Meccatronica, fiore all’occhiello della vicina Reggio Emilia, all’Automotive che ha visto il recente decollo a Modena dell’Academy, al progetto delle Digital Humanities, all’Industria 4.0, a quelle specialità mediche rafforzate dal progetto di integrazione dei due ospedali di Baggiovara e del Policlinico come risposte da soddisfare per far camminare l’Università avanti alle sfide che impegnano le province di Modena e Reggio Emilia.

I nuovi ruoli, alcuni dei quali riservati per avanzamenti interni di carriera (5 ordinari e 7 associati), riguardano nel complesso la chiamata di 15 professori ordinari, 25 professori associati e 28 ricercatori. Ben 12 di questi ruoli (2 ordinari, 5 associati e 5 ricercatori) saranno appannaggio dei 3 dipartimenti di eccellenza dell’Ateneo: Scienze Biomediche, metaboliche e neuroscienze, Scienze mediche e chirurgiche  materno-infantili e dell’adulto, Studi linguistici e culturali. La sede di Reggio Emilia potrà contare sulla creazione di 2 nuovi ordinari, 4 nuovi associati e 5 nuovi ricercatori.

“L’immissione di queste nuove forze – spiega il Delegato del Rettore per la Didattica prof. Marco Sola – dà un rilevante contributo alla didattica dell’Ateneo, legato certamente alla qualificazione dei docenti, ma anche alla capacità di Unimore di soddisfare gli aumentati requisiti ministeriali di docenza legati all’incremento dei corsi di studio offerti e alla numerosità degli studenti. L’Ateneo può così consolidare la sua lunga fase espansiva e proiettarsi verso nuove mete. Unimore in questo modo dà il proprio contributo alla risoluzione di uno dei principali problemi del Paese, costituito dallo scarso accesso dei giovani alla formazione universitaria. Il numero dei laureati nel nostro Paese è tra i più bassi in area Ocse e determina un ritardo nell’innovazione nei vari settori produttivi e dei servizi. E’ l’innovazione il fattore determinante per creare lavoro e sviluppo. Auspichiamo che la politica colga finalmente la centralità di questo punto e si decida a premiare gli Atenei che crescono garantendo la qualità della ricerca e della formazione che, ricordiamolo sempre, sono strettamente legate”.

La ripartizione dei punti organico e delle future “chiamate” è avvenuta in maniera trasparente attraverso un algoritmo. L’80% circa delle risorse disponibili sono state distribuite ai dipartimenti sulla base di criteri meritocratici già proposti dal Rettore all’inizio del proprio mandato e condivisi dal Consiglio di Amministrazione, ovvero:

  • qualità della ricerca dei dipartimenti, con un peso pari al 40% del totale
  • carico didattico dei docenti dei dipartimenti, con un peso pari al 30% del totale
  • capacità di attrarre risorse economiche dall’esterno, con un peso pari al 20% del totale
  • storico delle risorse assegnate ai dipartimenti,  con un peso pari al 10% del totale

 

L’altro 20% delle risorse è stato riservato per supportare progetti strategici dell’Ateneo e distribuito direttamente dal Rettore e dal Consiglio di Amministrazione.

“Particolare attenzione – sottolinea il prof. Francesco Leali, coordinatore del Progetto Academy Automotive – è stata posta alla formazione tecnica professionalizzante di ingegneri industriali e informatici data la strutturale carenza di personale specializzato segnalata dal territorio, che registra un indice di occupazione dei neolaureati ad un anno dalla laurea pari al 100% circa. L’Ateneo, anche grazie alla posizione di primissimo piano a livello nazionale nell’ambito della qualità didattica (il DIEF è primo a livello nazionale, fonte CENSIS), vede la continua crescita di immatricolazioni soprattutto nel campo dell’ingegneria, con richieste di immatricolazione provenienti da tutta Italia”.

A beneficiare di questa “infornata” di nuovi ruoli saranno un po’ tutti i 14 dipartimenti (vedi tabella).

“Con questa assegnazione di risorse, il Consiglio di Amministrazione – afferma il prof. Luigi Rovati, Vice Direttore del DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” e Direttore Scientifico MS2 (Materials, Sensors and Sistems) del Tecnopolo di Mirandola – ha confermato l’interesse e l’impegno dell’Ateneo per il territorio del mirandolese attribuendo un ricercatore a tempo determinato (Misure elettroniche) che consentirà di ampliare lo staff aiutandoci ad affrontare le future sfide tecnologiche del settore biomedicale. Si tratta , dunque, di una delibera che fa molto piacere al Tecnopolo dedicato a Mario Veronesi ed è un importante riconoscimento che ci stimola a continuare con impegno ed entusiasmo le numerose attività di ricerca applicata, trasferimento tecnologico e alta formazione in questo avvincente ambito multidisciplinare, che vede operare sinergicamente diverse competenze, dall’ingegneria alla medicina, dalla chimica alle biotecnologie”.

“L’apertura di un nuovo Corso di Laurea di Ingegneria Informatica a Mantova – dichiara il prof. Michele Colajanni, Direttore Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Sicurezza e la prevenzione dei rischi (CRIS) e referente per il progetto Mantova – è stata resa possibile solo grazie alla splendida collaborazione di tutte le realtà e del personale docente e amministrativo che vi hanno preso parte. E’ un progetto nato da un’idea del Comune e della Fondazione universitaria di Mantova a cui il Rettore e il CdA hanno subito aderito con entusiasmo. Tutti hanno dato immediato seguito alle promesse di investimento per nuovi ruoli, che sono indispensabili per realizzare un corso di laurea che contempli didattica, ricerca e radicamento sul territorio, come compreso dalle aziende e dalle scuole superiori con cui proseguono incontri e seminari settimanali. La collaborazione in un progetto orientato all’ingegneria informatica per l’Industria 4.0, unico a livello nazionale, da parte di tre dipartimenti dell’Ateneo sono segnali che non solo lasciano ben sperare, ma che costituiscono una buona pratica per iniziative future”.

“La sfida di Industria 4.0 – è il commento del prof. Cesare Fantuzzi referente Unimore per Industria 4.0 – richiede competenze di altissimo profilo, specializzate nella integrazione di meccanica, informatica e controlli automatici. Infatti, la digitalizzazione delle imprese passa attraverso il settore della automazione intelligente, che applica l’intelligenza artificiale alla robotica per ottenere soluzioni più efficienti e rispondenti alle necessità della moderna manifattura. Il nuovo ruolo di Professore Associato nel settore disciplinare della Automatica avrà le caratteristiche necessarie allo sviluppo di competenze e della formazione specifica per rispondere a queste sfide di formazione ed innovazione ad altissimo livello per l’Industria 4.0”.

“Il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria si dichiara soddisfatto delle assegnazioni ricevute dall’Ateneo in occasione di questa tornata di programmazione ruoli. Tra le risorse ricevute (un professore di prima fascia, due di seconda fascia e due ricercatori) – chiarisce il Direttore del DISMI prof. Eugenio Dragoni – le posizioni da ricercatore sono state conferite dal Ministero grazie alla buona posizione in graduatoria nazionale occupata dal DISMI nell’ambito della valutazione dei Dipartimenti di Eccellenza. Tutte le posizioni andranno a rafforzare la didattica del Dipartimento per i corsi di laurea in Ingegneria Gestionale, Ingegneria Meccatronica e la neonata Laurea Professionalizzante in Ingegneria per l’Industria Intelligente. Per la ricerca, opereranno sui temi del piano di sviluppo di Dipartimento formalizzato nel progetto LABORA (LABoratorio Olistico di Ricerca e Applicazioni per Industria 4.0)”.

“Una buona parte del finanziamento ottenuto attraverso il contributo MIUR ai Dipartimenti di Eccellenza – interviene il Direttore del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali prof. Giovanni Bonifati – è destinata alla istituzione di nuovi ruoli universitari a sostegno della didattica e della ricerca nelle Digital Humanities, un campo che sta trasformando il modo stesso di produrre, trasmettere e usare i saperi. I ruoli nelle discipline linguistiche e storiche artistiche, previsti nel progetto, consentiranno di potenziare didattica e ricerca nella direzione della comunicazione plurilingue e della valorizzazione del patrimonio culturale, due aspetti complementari che, noi crediamo, potranno contribuire ad una crescita complessiva del Dipartimento. Ricordo qui che il Dipartimento ha finalizzato al progetto Digital Humanities  tre assegni di ricerca finanziati dalla FCRMO, destinati proprio alla valorizzazione del patrimonio di Gallerie Estensi. Mi preme sottolineare come il Dipartimento sia orgoglioso di poter contribuire allo sviluppo dell’Ateneo con un progetto come quello sulle Digital Humanities. Aggiungo che ci fa molto piacere che il Consiglio di Amministrazione abbia deliberato un nuovo ruolo di ricercatore presso il DIEF, con l’indicazione che l’impegno didattico e di ricerca di tale ruolo sarà finalizzato, in parte, a fornire le competenze informatiche di base a sostegno del nostro progetto Digital Humanities e degli sviluppi futuri del Dipartimento”.

“Devo ringraziare il Rettore per la sensibilità e attenzione che ha avuto per la Facoltà di Medicina e Chirurgia la quale in questa tornata di chiamate potrà contare sull’immissione di 20 nuovi ruoli – ha affermato il Presidente prof. Giovanni Pellacani – necessari a sostenere due importanti progetti di altrettanti nostri dipartimenti di eccellenza: Scienze mediche e chirurgiche materno-infantili e dell’adulto e Scienze biochimiche metaboliche e neuroscienze. Ma anche a sostenere il carico didattico derivante dalle Scuole di specializzazione medica con sede a Modena e, soprattutto, per rispondere agli obblighi assistenziali che ci derivano dalla convenzione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, impegnata in un progetto di fusione con Baggiovara nel quale la Facoltà vuole apportare un contributo di competenze e professionalità utili a garantire sempre più elevati livelli assistenziali per la sanità modenese. In questo sviluppo sono stati altresì considerati, in modo particolare, i settori con le migliori performance scientifiche e richiesti ottimi curricula in modo che le scelte fatte oggi possano anche arricchire il patrimonio della ricerca indispensabile alla crescita accademica”.

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