Per realizzare un’opera pubblica, un’infrastruttura  medio-grande, in Italia sono necessari almeno 15 anni e 8 mesi di tempo. Di questi   8 anni e mezzo   intercorrono tra la fine di una fase e l’ inizio della fase successiva per l’adempimento di  burocratici. Per le opere più grandi il periodo per la progettazione, la gara d’appalto e l’assegnazione dei lavori   è calcolato in 7 anni. Questi tempi sono ridotti se si parla di opere di dimensione inferiore, ma il peso della “malaburocrazia” in eccesso resta la stessa.

La  statistica emerge come media calcolata sul monitoraggio di 56mila opere pubbliche, una rilevazione svolta dal Nucleo di verifica e controllo   della Presidenza del Consiglio dei ministri ed evidenziata oggi da un’inchiesta del Sole 24 ore.

Pochi mesi, la stessa anomalia italiana era venuta alla luce  nell’ «allegato infrastrutture» del Def, il   massimo documento di politica economica del Governo, un impietoso dossier dedicato a 20 grandi opere che dimostrava come  per finire un’opera servono 15 anni e di questi  10 anni sono assorbiti dalle fasi burocratiche che precedono i lavori. Per la cronaca, sono le infrastrutture di trasporto diverse dalle strade a richiedere i tempi più lunghi.

“Siamo di fronte alla  prova provata che la burocrazia non soltanto non permette di ammodernare e realizzare le infrastrutture necessarie al Paese ma oltretutto  limita la competitività delle imprese votate a realizzarle e complica la vita dei cittadini e dei lavoratori che ogni giorno devono utilizzarle o attenderne il completamento. Se al problema del peso burocratico sulle nuove opere si aggiunge il problema della mancata manutenzione delle opere più vecchie  se ne deduce che l’Italia più degli altri Paesi europei soffre il problema del degrado e dell’obsolescenza   che hanno portato agli ultimi casi di ponti crollati e strutture collassate”: commenta il segretario generale dell’Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.

La statistica pubblicata dal Sole 24 ore è confermata dagli ultimi dati   di Eurobarometro della Commissione europea che evidenziano   la complessità delle procedure amministrative , pesa    nell’attività delle aziende  nell’84% degli imprenditori in Italia, e con un aggravio di tempo di oltre 20  punti superiore al 60% della media Ue.

La burocrazia   è meno pesante in Germania ,  Spagna   e soprattutto  nel Regno Unito, non a caso i tre Paesi che stanno reagendo meglio rispetto alla grave crisi   economica mondiale del 2008.

“La situazione, come sempre accade in Italia, è fortemente differenziata per area geografica. Secondo uno studio dell’Uver,  l’unità di verifica degli investimenti pubblici del  Dps, tra le regioni più veloci a realizzare le opere spicca l’Emilia Romagna che presenta tempi brevi in tutte le fasi, quelle più lente nascono in Meridione, in Sicilia in particolare, con una media di quasi 7 anni, mentre nella nostra regione sono necessari 3 anni e 9 mesi. Ma questo primato – che potremmo  aggiungere ad un altro: l’area metropolitana di Bologna  è quinta assoluta in Italia per la presenza di start-up innovative ad alto valore tecnologico –  non deve farci gioire più di tanto, perché i tempi lunghi di realizzazione delle opere e la “malaburocrazia” che affligge il Sud  colpisce  ovviamente  le imprese migliori dell’Emilia-Romagna che vincono importanti appalti in  Meridione, dove  l’Indice degli adempimenti di realizzazione di infrastrutture è superiore del 48,2% a quello del Centro-Nord.”: spiega il  segretario  dell’Ugl Tullia Bevilacqua.

Su queste basi, l’Ugl chiede a governo e parlamento di abbattere il peso delle burocrazia per favorire le imprese e la realizzazione delle grandi opere nel nostro Paese.

“In Italia sulla complessità degli adempimenti burocratici e la conseguente incertezza nello svolgimento dell’attività di impresa pesa l’enorme mole di leggi : quasi 137mila atti normativi vigenti e pubblicati negli ultimi cento anni”: puntualizza la stessa Bevilacqua.

In Emilia-Romagna si prevede la realizzazione di  alcune grandi opere come il Passante di Mezzo di Bologna e la Bretella Campogalliano – Sassuolo nel Modenese.

“In Emilia-Romagna , che   da 4 anni è regione leader per sviluppo economico,  si stanno sviluppando   cantieri   per 5 miliardi di euro complessivi. Si chiede a governo ed i partiti che lo compongono , non sempre d’accordo sulle azioni da prendere in tema di economia e sviluppo, di delineare una precisa  road map per garantire:  snellimento burocratico, attivazione di appalti,  realizzazione di opere e in buona sostanza : creazione di posti di lavoro,  rilancio dell’occupazione e dei consumi. Una priorità per il nostro sindacato”: conclude  il segretario generale dell’Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.

 

 

 

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