Uno degli amici più cari ricorda Pietro Fogliani, l’imprenditore sassolese 56enne scomparso in mare tra la Liguria e la Toscana sabato 18 agosto. La barca di Fogliani si è arenata il 21 agosto di fronte al litorale di Vada (Livorno), ma dell’imprenditore nessuna traccia.

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Ciao Pietro…
Ancora una volta hai voluto stupirci.
Lo sai? Scomparso è una cosa tremenda…. Non ti permette di piangere una perdita… ti lascia una speranza.
Ma ti lascia anche la mancanza.
Da quant’è che ci conosciamo? 45 anni…
Eravamo bambini che ci si vedeva al parchetto in bici… e poi il basket, il volley, la scuola fino alla mitica 5L.
Interminabili discussioni con i professori, lo studio della fisica e della filosofia e le correlazioni tra loro, la letteratura, le prime gelosie nei rapporti con i compagni, l’impegno nel movimento studentesco.

E la prima grande esperienza che ci ha segnato: il terremoto in Irpinia.
Poco più di una settimana da volontari, noi ragazzi diciottenni, che volevamo solo aiutare chi aveva bisogno e che invece ci ha mostrato il lato brutale della vita, dove spesso interessi personali, menefreghismo e superficialità albergano nel cuore degli uomini.
E allora le prime confessioni vere dentro una tenda al freddo sotto una bufera di neve, ci spogliavamo di tutto quello che copriva il nostro pudore: le difficoltà nei rapporti con le ragazze e i genitori, i rapporti sociali e le nostre aspettative per la vita…

E’ qui che è cominciata la tua ricerca della “Verità”? E’ qui che è cominciato quel malessere che avevi dentro l’anima? Quel tuo sentirti incompreso che ti ha accompagnato sempre?
Come siamo diversi, vero? Eppure qualcosa ci sempre unito… le nostre discussioni e i nostri diverbi ci hanno portato a volte incomprensioni e litigi, ma anche riflettere sul punto di vista contrario e a trovare soluzioni che spesso accontentavano entrambi.
E poi tu in giro per il mondo a conoscere luoghi e persone, io a mettere su famiglia , valori diversi, forse, ma sempre la ricerca della Verità.

L’ingresso nel mondo del lavoro e gli impegni familiari ci hanno portato per alcuni anni su strade diverse, ma i nostri incontri non sono mai mancati. Ricordi le discussioni a fine giornata nel tuo ufficio quando non c’era più nessuno? O nel bar sotto casa, i giri in bicicletta, nella giungla in Guatemala davanti alle rovine Maya, o in Messico quando si andava a trovare Eusebio? E ancora quei pochi viaggi in barca: si riusciva a stare ore senza parlare ascoltando solo la musica del vento e la melodia delle onde. Anche quella era ricerca della Verità, me lo hai insegnato tu.

Ma tu volevi sempre andare oltre.
Non ti bastava immaginare che c’era dietro a quella siepe… ci volevi guardare, ci volevi andare.
Sei un uomo eccezionale, le tua intelligenza, le tue capacità organizzative, la tua caparbia e la tua soglia del dolore sono così alte che ti hanno permesso di eccellere in tutto ciò che hai fatto sul lavoro e gli sport estremi: ma chi non ti conosceva bene vedeva in te una persona dura.
Richiedevi sempre il massimo da tutti in ogni circostanza e non ammettevi errori… e difficilmente li perdonavi: quello che molti non hanno capito è che eri così anche con te stesso.

“Camminare sul sentiero della Verità comporta sacrificio e dolore per tutta la vita”.
Questo era quello che dicevi a me e a quel gruppo di pochi che avevi creato intorno a te: non volevi vivere di compromessi, ma la vita di costringeva ad accettarli e ogni volta era una ferita in più che portavi nell’anima.
Ma a volte ti illuminavi e il tuo sorriso si apriva: tuo padre e la tua famiglia, i figli, un risultato raggiunto sul lavoro o nello sport, velare sul mare, il calore che ritrovavi in questo gruppetto di amici che non avevano paura di criticarti ma che sapevi quanto ti voleva bene.

Ora non ci sono più domande… non servono più risposte.
Le hai lasciate a noi, che continueremo questa ricerca della Verità come ci spronavi tu: rimpiangiamo solo di non averti detto quanto ti volevamo bene l’ultima volta che ci siamo visti.

Ciao Pietro…
Dirai che sono il solito romantico protagonista…
Ma mi piace immaginare che ora sei luce e che per questo il sole mi scalda un po’ di più.

(Marcello)

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(nell’ultima immagine Fogliani con i suoi amici più cari, nell’ordine Gianni, Pietro Fogliani, Claudio e Marcello)

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