“L’estate sta finendo e l’economia… procede tra luci e ombre. I numeri, forniti dal nostro ufficio studi nazionale riguardo il secondo trimestre 2018, mettono in evidenza le contraddizioni del sistema economico italiano che, a fronte di un sistema di piccole e medie imprese dinamico, deve fare i conti con ritardi e appesantimenti burocratici che vanno sanati al più presto”. Lapam Confartigianato commenta così i dati su produzione manifatturiera, occupazione e commercio.

A giugno 2018, rileva Lapam Confartigianato, la produzione manifatturiera al netto degli effetti del calendario segna un aumento del 2,3% e  nei primi sei mesi del 2018 cumula un aumento del 3,2%, in miglioramento del +2,7% di un anno prima e la migliore performance degli ultimi sette anni. In negativo la produzione di energia elettrica e gas (-2,7%, era +6,5% un anno prima) mentre è statica la produzione di prodotti raffinati (era +3,4% un anno prima).

Venendo all’occupazione i dati forniti dall’associazione mettono in luce alti e bassi. Nonostante la flessione registrata negli ultimi due mesi, nel trimestre maggio-luglio 2018 si stima una crescita degli occupati (+0,7% rispetto al trimestre precedente, pari a +151 mila); crescono nel trimestre i lavoratori a termine (+113 mila) e gli indipendenti (+54 mila) mentre registrano un lieve calo i dipendenti permanenti (-16 mila). Su base annua, a luglio l’occupazione cresce dell’1,2%, pari a +277 mila unità: l’aumento si concentra sui lavoratori a termine (+336 mila) e segnano una ripresa anche degli indipendenti (+63 mila), mentre calano i dipendenti permanenti (-122 mila). Nei primi sei mesi 2018 positivo anche l’apprendistato: il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a giugno 2018 risulta positivo e pari a +71.000, in linea con quello registrato a maggio ma in aumento del 36,8% rispetto al saldo di 52 mila unità di un anno prima.

“L’aumento dell’apprendistato – fa rilevare Lapam – è molto significativo e dimostra che questa modalità resta un modo privilegiato di entrare nel mondo del lavoro. Ma i dati positivi devono fare i conti con le sfide sul mercato del lavoro – prosegue l’associazione di categoria – che si intrecciano con gli interventi di politica fiscale quali detassazione degli investimenti digitali e reddito di cittadinanza in relazione alla sostituzione dei lavoratori con robot nei processi produttivi. Un nostro recente studio evidenzia che in Italia il 26,6% degli addetti delle imprese (4,3 milioni di addetti) opera in settori ad alto rischio automazione; tale quota raddoppia (53,3%) nel settore manifatturiero mentre scende al 20,3% nei servizi”.

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