Ottantasette casi di malattia neuro-invasiva, con 14 decessi (di cui due a Modena, due a Bologna, tre a Ravenna e sette a Ferrara); 65 casi di forme febbrili e 22 casi di infezione senza sintomi in donatori di sangue.

L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, ha fatto il punto oggi in Commissione consiliare sulla circolazione del virus West Nile in Emilia-Romagna al 10 settembre. Una stagione, quella 2018, da considerarsi “anomala”, ha sottolineato l’assessore, non tanto per la quantità di zanzare-vettore (nella media), ma per precocità nella circolazione virale – in anticipo di circa un mese rispetto al passato -, elevata intensità della circolazione stessa in zanzare e uccelli e particolare aggressività del virus, con un alto numero di forme neuro-invasive ed elevata mortalità nell’uomo.

A fronte di tutto questo la Regione, oltre al Piano di sorveglianza e controllo, consolidato da anni, e puntualmente inviato a giugno scorso a tutti i sindaci e alle Aziende Usl, ad agosto ha attivato una sorveglianza entomologica straordinaria (extra piano).  Il 16 agosto ha chiesto ai Comuni di aumentare l’attenzione dove era maggiore la presenza di persone più fragili (anziani o con patologie croniche), e quindi in prossimità di ospedali e strutture socio-assistenziali, attuando trattamenti di disinfestazione con prodotti adulticidi a cadenza settimanale fino al 30 settembre.

“La gestione delle arbovirosi in Emilia-Romagna – ha ricordato Venturi – si basa su un sistema di sorveglianza One-Health che integra diverse componenti professionali (medici, veterinari ed entomologi) e coinvolge Aziende Usl e Comuni. Il Piano di sorveglianza e controllo dell’Emilia-Romagna rappresenta di fatto un modello di riferimento, dal momento che dal 2014 siamo capofila di un gruppo di lavoro tecnico tra le Regioni maggiormente coinvolte dal problema, ovvero Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia”.

“La protezione individuale- ha proseguito l’assessore-, e dunque l’uso di spray repellenti, abiti dai colori chiari, zanzariere, resta fondamentale, soprattutto a partire dagli anziani. Poi, naturalmente, ci sono misure di tipo più generale, che sono in parte dovere dei Comuni, in parte dei cittadini privati. I Comuni stanno facendo ciò che a loro compete. Tra l’altro abbiamo dato indicazione di effettuare, soprattutto nelle province più colpite, gli interventi vicino agli ospedali e ai servizi socio-assistenziali, compresi quelli sugli insetti adulti. I Comuni agiscono nei posti pubblici, mentre i privati lo devono fare per conto loro, con gli interventi peraltro più efficaci, che sono sulle larve. È necessario il senso della comunità, altrimenti non si va da nessuna parte”.

Per l’anno prossimo, “intensificheremo gli interventi sulla base dell’esperienza di quest’anno- ha annunciato Venturi-, soprattutto occupandoci anche di tutti i luoghi che sono abbandonati, disabitati, come capannoni, depositi di gomme,  che possono diventare luogo di proliferazione delle zanzare. I Comuni sanno che la Regione rimborsa tutti gli interventi straordinari che abbiamo richiesto; ci siederemo con loro a un tavolo, alla fine di quest’epidemia, per ragionare insieme su interventi non straordinari, ma potenziando quelli che già facciamo, anche sulla base dell’esperienza e dei risultati di quest’anno. Allarmarsi non serve- ha sottolineato l’assessore-, stiamo facendo tutto quello che è necessario fare. C’è molto meno virus in circolazione di un mese fa: al momento i pazienti più gravi ancora nelle terapie intensive sono quattro, ma sono stati ricoverati da tempo, tre a metà agosto ed uno da due settimane, indice che l’epidemia sta scemando, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, anche dei cittadini”.

L’assessore ha proposto un nuovo incontro con la Commissione consiliare per il bilancio definitivo a fine epidemia oltre all’organizzazione di un convegno con la presenza dei principali esperti e degli Enti coinvolti per discutere le migliori misure preventive da adottare per il prossimo anno.

Sul decesso dell’ottantaduenne avvenuto al Policlinico di Modena, infine, ha sottolineato come non si sia nascosto nulla, “i decessi sono sempre stati dichiarati. Si era in attesa di avere certezza che la morte fosse riconducibile a complicazioni da West Nile. Non vogliamo trovarci in situazioni in cui si diffonde il panico”.

L’andamento dell’infezione nell’uomo

Attiva nel periodo 15 giugno-31 ottobre, la sorveglianza sanitaria del virus West Nile in Emilia-Romagna prevede la segnalazione di tutte le forme cliniche, anche sospette, di malattia neuro-invasiva (con meningiti, encefaliti, paralisi). Al 10 settembre 2018, risultano 87 casi di malattia neuro-invasiva (con 14 decessi, età media dei deceduti pari a 80 anni, con range da 69 a 87 anni); 65 casi di forme febbrili (non sono oggetto di una sorveglianza attiva, ma vengono registrate se segnalate e quindi risentono della sensibilità dei medici che è diversa nei diversi territori); 22 casi di infezione senza sintomi in donatori di sangue. Il picco di rilevamenti è stato registrato tra il 27 luglio e il 10 agosto, e la localizzazione dei casi ha riguardato soprattutto le province di Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna.

Relativamente alle donazioni di sangue, dal momento dell’individuazione della circolazione del virus, tutti i donatori sono sottoposti a test che consentono di individuare l’infezione anche nel caso di donatori asintomatici. Tutte le sacche di sangue sono sottoposte a controlli specifici che garantiscono la sicurezza delle medesime.

I dati nazionali

In Italia, al 5 settembre 2018 (Bollettino n. 10 Istituto Superiore di Sanità), sono stati segnalati 365 casi umani confermati di infezione (numero complessivo di febbri e forme neuroinvasive) da West Nile Virus e di questi 148 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Quasi tutti i casi sono stati nel bacino Padano.

 

APPROFONDIMENTO

Densità di infestazione e circolazione del virus nelle zanzare

Si è osservato che in giugno il numero di zanzare catturate dalla rete di trappole apposite era leggermente più alto degli anni precedenti, ma in breve c’è stato un decremento: ora la media segue il trend del passato. Per quanto riguarda la circolazione del virus nelle zanzare catturate e testate, è risultata una percentuale di campioni positivi del 15% (negli anni precedenti si è sempre aggirata attorno al 4-5%), oltre ad un andamento temporale anticipato (la circolazione virale è iniziata a metà giugno invece che a metà luglio). Il fenomeno della circolazione ha interessato maggiormente la parte centrale della pianura regionale e attualmente è in fase decrescente.

La sorveglianza entomologica straordinaria

Osservando una presenza anomala di parecchi casi di malattia neuro-invasiva nei centri urbani dei capoluoghi di provincia, nel mese di agosto si è attivata una sorveglianza entomologica straordinaria (extra piano) per raccogliere e testare le zanzare in aree verdi urbane a Bologna, Ferrara, Ravenna e Modena, soprattutto per verificare l’eventuale “coinvolgimento” della zanzara tigre in questo ciclo di circolazione virale. Tutti i campioni raccolti di zanzara tigre si sono rivelati negativi mentre le Culex, anche in città, hanno mostrato positività. È la prima volta da quando West Nile si è presentata in regione che questo fenomeno viene osservato. Per quanto riguarda gli uccelli, nel 2018 la percentuale di positività di uccelli campionati ha mostrato un aumento a metà giugno, circa un mese prima del triennio precedente, ma ha poi raggiungo lo stesso picco (a luglio) dell’8%, come nel triennio precedente.

I provvedimenti adottati

Dal 2007 le attività di sorveglianza e controllo delle arbovirosi in Emilia-Romagna sono in capo a un gruppo di lavoro regionale coordinato dal servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica. Come ogni anno, il Piano di sorveglianza e controllo delle arbovirosi, che contiene uno specifico capitolo dedicato al West Nile virus, è stato trasmesso ai Comuni all’inizio della stagione estiva. L’obiettivo principale del Piano, e cioè ridurre il rischio di malattia nell’uomo, viene perseguito attraverso diversi interventi: prevenzione del rischio di trasmissione attraverso donazioni di sangue e di organi e tessuti, lotta larvicida alle zanzare (ai Comuni viene richiesto di procedere alla distribuzione di prodotti larvicidi in caditorie, tombini), lotta adulticida in caso di emergenza sanitaria e attività di comunicazione rivolte alla popolazione per la protezione individuale e l’adozione di corretti comportamenti per la gestione del verde privato (la campagna regionale www.zanzaratigreonline.com).

Quest’anno, in base al particolare andamento dell’infezione, ad agosto è stata data indicazione ai Comuni delle provincie più colpite di intensificare il numero degli interventi larvicidi, portandoli da cadenza mensile a quindicinale fino al 30 settembre. La prima indicazione è stata quella di fare interventi per manifestazioni che comportassero il ritrovo di molte persone nelle ore serali in aree verdi all’aperto. Successivamente, si è chiesto ai Comuni di aumentare l’attenzione sui luoghi di concentrazione delle persone più fragili (anziani o persone con patologie gravi), quali ad esempio strutture socioassistenziali e ospedali; nel caso siano dotate di spazi verdi circostanti fruibili dagli utenti, vanno effettuati trattamenti con prodotti adulticidi con cadenza settimanale fino al 30 settembre.

Gli interventi di disinfestazione sono effettuati dai Comuni con il supporto tecnico dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende sanitarie. Come ogni anno, dal 2008, gli interventi di disinfestazione straordinaria richiesti ai Comuni per la circolazione di virus trasmessi dalle zanzare saranno rimborsati interamente dalla Regione a fine stagione. Nel 2018 il finanziamento regionale ammonta a un milione di euro.

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