Un pomeriggio di apertura straordinaria per Villa Belvedere, la Palazzina Ducale di San Michele che, grazie alla concessione della famiglia Pifferi, sarà visitabile domenica 23 settembre a partire dalle ore 16.

Nel prospetto meridionale del Palazzo Ducale di Sassuolo, affacciato sul grande parco, prende avvio un viale di pioppi cipressini lungo circa cinque chilometri. A questa lunga “provana”, che segnava l’asse della grandiosa proprietà destinata allo svago della corte ducale estense dopo il riassetto del giardino di metà Settecento promosso da Francesco III secondo la moda “alla francese” e giungeva a un poggio detto del Belvedere, per la veduta che offriva a coloro che lo raggiungevano, il duca Ercole III, tra il 1778 e il 1780, volle dare una conclusione visiva, commissionando la costruzione di un “edificio da giardino” destinato a funzioni di Kaffeehaus, prendendo probabilmente spunto dall’analogo padiglione che il granduca Pietro Leopoldo aveva fatto costruire attorno al 1776 all’interno del Giardino dei Boboli di Firenze, su progetto di Zanobi del Rosso, per andare a degustarvi l’eccitante bevanda che era andata diffondendosi in tutta Europa.

Nella primavera del 1781 il Belvedere di San Michele era terminato e i pittori Ludovico Bosellini, che fornì i modelli, e soprattutto Giovanni Battista Menabue, impegnato da luglio a ottobre per quasi novanta giorni, ne completarono l’ornato realizzando quello che può essere considerato una sorta di testamento visivo in cui Ercole III, alle soglie della caduta dell’Ancien Régime, aveva voluto fissare il sontuoso aspetto delle numerose dimore estensi, di lì a poco in gran parte destinate all’alienazione dai beni estensi e, in alcuni casi, persino alla completa distruzione: dal Palazzo Ducale di Modena, con la facciata principale e quella verso i giardini, a quello di Sassuolo, dalla Villa di Rivalta alla vicina Palazzina della Vasca, dalla Casiglia alla Santa Casa e alla Palazzina del Mugnano, fino allo stesso Belvedere, che appare qui, contrariamente a quanto realizzato, di forma semicircolare, assai simile dunque al citato modello fiorentino.

Ampliata e modificata nel corso dell’Ottocento, al fine di destinarla a vera e propria sede di villeggiatura privata, la Palazzina del Belvedere è – per ovvi motivi – raramente aperta al pubblico, dunque, grazie alla cortese disponibilità di William Pifferi e della sua famiglia, che la conservano con cura e grande attenzione, questa apertura diviene un’irrinunciabile occasione per poterla visitare e ammirare, piacevolmente e sapientemente accompagnati da Luca Silingardi, storico dell’arte, e dalle musiche per clarinetto, flauto traverso e pianoforte di Stefano Borghi, Veronica Rodella e Norma Veronesi, docenti presso la Scuola Comunale di Musica “Olinto Pistoni” di Sassuolo.

L’ingresso è libero e gratuito senza bisogno di prenotazioni

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