Martedì 16 ottobre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Sacro. L’esperienza simbolica del divino nelle tradizioni religiose ideato dal Centro Studi Religiosi. Paolo Scarpi presenta la conferenza dal titolo Teologia, cosmologia e antropologia nell’ermetismo antico.
Paolo Scarpi professore di Storia delle religioni presso l’Università di Padova, membro del comitato scientifico della rivista «Incidenza dell’antico», ha approfondito lo studio dei culti misterici nelle loro molteplici declinazioni e il ruolo del mito in Grecia e a Roma. Si è concentrato inoltre sul valore culturale dell’alimentazione, oltre che sulla sopravvivenza di temi esoterici tra antichità e modernità. Ha curato l’edizione italiana de I miti greci (Biblioteca) di Apollodoro (Milano 1996), Le religioni dei misteri (2 voll., Milano 2002) e La rivelazione segreta di Ermete Trismegisto (2 voll., Milano 2009-2011). Tra i suoi scritti: Il senso del cibo. Mondo antico e riflessi contemporanei (Palermo 2005); Regalità e forme di potere nel Mediterraneo antico (a cura di, Padova 2007); Si fa presto a dire Dio. Riflessioni sul multiculturalismo religioso (Milano 2010); Ermetismo ed esoterismi. Mondo antico e riflessi contemporanei (a cura di, Padova 2013).

Con questa lezione Scarpi si propone di indagare quelle particolari dimensioni del sapere che hanno caratterizzato il Mediterraneo ellenistico e romano e che si configurano come realtà oscure e occulte, marginali ed emarginate, ma anche alternative rispetto alle forme religiose dominanti, senza perdere di vista l’eredità complessa che quel mondo, l’età ellenistico-romana e tardo-antica, ci ha lasciato, se non altro, attraverso la costruzione di categorie, forme concettuali, filtri interpretativi, modelli di definizione identitaria.

L’ermetismo era una dottrina elitaria, che si doveva far conoscere soltanto a pochi eletti, soprattutto là dove aveva per oggetto la teoria della rinascita. Esso sosteneva che solamente pochi uomini, dotati di un’anima pura, ebbero in sorte il santo compito di alzare il loro sguardo al cielo, e altrettanto pochi ottennero di venire illuminati dal raggio di dio attraverso il sole. Depositario di insegnamenti indirizzati a un numero assai ridotto di ascoltatori, l’ermetismo invitava i suoi seguaci a perseguire la ricerca della conoscenza che li avrebbe condotti a conoscere dio, fonte principale di salvezza e fine per cui l’uomo è stato generato. Attraverso la teurgia, il seguace di Ermete Trismegisto riesce a realizzare il «proprio futuro». Essa, secondo gli Oracoli caldaici, permetteva a chi la praticava di non mescolarsi al “gregge soggetto al destino”. Soltanto attraverso la teurgia ieratica l’uomo riesce a elevarsi sino agli intelligibili e ad avere la visione rivelatrice, ottenuta per mezzo di una sorta di «legatura dei sensi», di perdita della sensibilità fisica – spiega Scarpi – Pratica diffusa e nota alla letteratura antropologica e storico-religiosa, che conosce paralleli nelle civiltà etnologiche dove i rapporti con il sacro e con l’alterità sono gestiti dagli sciamani, questa «legatura dei sensi» permette di liberare l’anima dai vincoli fisici del corpo e accedere all’estasi e alla visione di dio. Per mezzo della teurgia ieratica il seguace dell’ermetismo riesce a liberarsi del corpo, abbandonandolo al mutamento. Illuminato da dio, l’uomo guadagna la luce della conoscenza, che è conoscenza di sé, dell’essere l’uomo esso stesso dio. Questa è la rinascita, svelata al figlio da Ermete, e che l’adepto deve impegnarsi a non rivelare a nessuno.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

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