L’Emilia-Romagna rafforza il Fondo regionale per la non autosufficienza, portandolo per il 2018 a oltre 441 milioni di euro, 6 in più rispetto al 2017.

Con l’approvazione, oggi in Assemblea legislativa, di un progetto di legge di variazione di Bilancio, vengono infatti messi a disposizione per il 2018 4,3 milioni di euro aggiuntivi. Risorse regionali che contribuiranno a rafforzare l’assistenza domiciliare, gli interventi temporanei di sollievo in strutture, i posti in centri diurni, gli assegni di cura su tutto il territorio regionale. Insomma, tutto ciò che può aiutare chi assume l’impegno di prendersi cura degli anziani e dei disabili, per quanto possibile rimanendo in famiglia.

“Un ulteriore, consistente impegno economico- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- con cui rafforziamo ancora di più il Fondo, che anche quest’anno si conferma il più alto in Italia. Riteniamo non solo doveroso, ma prioritario dare risposta ai bisogni delle persone più fragili e delle loro famiglie e garantire su tutto il territorio una rete di servizi adeguata”.

Il riparto del Fondo regionale

Degli oltre 437 milioni del Fondo regionale recentemente ripartiti dalla Giunta regionale, ai territori sono già stati assegnati più di 303 milioni sulla base della distribuzione della popolazione residente dai 75 anni in su; oltre 119 milioni vanno a finanziare interventi a favore di persone con disabilità e gravissime disabilità acquisite, mentre i restanti 14,9 milioni sostengono il funzionamento dei servizi in strutture pubbliche e private accreditate, comprese quelle di piccole dimensioni in zone montane e disagiate.
La Giunta provvederà al riparto dei 4,3 milioni in più ai territori entro il prossimo mese di gennaio.

Utilizzo delle risorse nel 2017

Nel 2017 sono stati assegnati ai territori finanziamenti del Fondo regionale per la non autosufficienza per 435,45 milioni. Praticamente tutti utilizzati: il 64,7% (281,4 milioni) per l’area anziani, il 34,0% (148 milioni) per l’area della disabilità e l’1,3% (5,5 milioni) per i programmi cosiddetti “trasversali”. Si parla, in questo caso, di interventi comuni sia per l’area anziani che per l’area disabili, come, ad esempio, l’emersione e qualificazione del lavoro di cura e il contrasto alla fragilità e all’isolamento.

Qualche dato: nell’area anziani, le risorse del Fondo hanno permesso l’offerta/utilizzo di 16.234 posti in strutture residenziali, 3.330 posti nei centri diurni, oltre un milione 400mila ore di assistenza domiciliare, 9.168 beneficiari di assegni di cura. Per l’area disabili, 1.246 gli utenti di centri socio-riabilitativi residenziali, più di 1.000 quelli di strutture residenziali e circa 500 in strutture residenziali per gravissime disabilitàacquisite; più di 454mila le ore di assistenza domiciliare e oltre 2.200 gli assegni di cura.

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