C’è moderata soddisfazione tra gli operatori modenesi per l’andamento dei saldi invernali ad un mese dalla partenza: dichiara vendite stabili nel confronto con l’anno scorso il 55% degli operatori, un aumento il 20%, una diminuzione il restante 25%, con andamenti differenti per le varie merceologie: vanno leggermente meglio le calzature, in cui dichiarano vendite in aumento il 37% degli intervistati, mentre per i due terzi degli operatori dell’abbigliamento le vendite sono stabili rispetto all’anno scorso.

É questo, in sintesi, il quadro che emerge da un sondaggio telefonico effettuato negli scorsi giorni da Confcommercio Modena su un panel di esercenti della provincia di Modena.

Chi ha rilevato aumenti di vendita, ha avuto incrementi intorno al 10/15%, mentre la percentuale del campione che ha segnalato una diminuzione delle vendite, ha dichiarato che il calo, attribuito ad una riduzione di disponibilità delle famiglie ed alla concorrenza sui prezzi della grande distribuzione, è stato contenuto comunque entro il 15%.

Nel primo weekend c’è stato il picco di affari, ma gli operatori segnalano una certa vivacità delle vendite anche nelle settimane successive. Si conferma il fatto che i clienti sono attenti al prezzo e si lasciano ancora tentare poco dagli acquisti di impulso.

Il 35% degli operatori spiega le ragioni dell’andamento positivo o stabile delle vendite con la riscoperta della piacevolezza dello shopping durante i saldi da parte della clientela: si tratta di un elemento nuovo rispetto alle rilevazioni fatte negli anni scorsi, che evidenzia come la shopping experience sia una leva competitiva per il piccolo dettaglio.

«Il primo mese all’insegna della stabilità», commenta Andrea Abbruzese, presidente provinciale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, «conferma come, nonostante l’incertezza della congiuntura, i saldi continuino a rappresentare un momento importante in termini di fatturato per le imprese del commercio al dettaglio, oltre che una valida opportunità per i consumatori di effettuare acquisti di qualità a prezzi convenienti, approfittando dell’assortimento, del servizio e dell’affidabilità dei negozi di moda e tessili tradizionali».

Da segnalare come il 25% degli operatori intervistati abbia la percezione che stiano crescendo anche durante i saldi gli acquisti online, governato da logiche di marketing aggressive con cui avvicinare il cliente e fidelizzarlo attraverso coupon/sconti taylor made anche durante i saldi.

«È vero che l’e-commerce può avere prezzi più bassi», aggiunge Abbruzzese, «ma è altrettanto vero che questo è possibile in particolare perché i colossi del web e le piattaforme di intermediazione della moda hanno fiscalità di vantaggio o addirittura non pagano le pesanti tasse cui invece sono assoggettate le nostre imprese italiane: per questo abbiamo chiesto come Federazione Moda Italia attraverso Confcommercio l’introduzione di una web tax e riaffermato la necessità di competere sul mercato a parità di regole».

Stando all’elaborazione condotta, il budget di spesa a persona è dato in aumento per l’8% e stabile per il 70%, mentre lo scontrino medio nell’abbigliamento si attesta intorno ai 90 euro a persona (circa 180 euro a famiglia). Sono stati fatti acquisti non molto impegnativi (maglieria e pantaloni, borse) ma, anche grazie al freddo di metà gennaio, è ripartita la vendita dei capispalla, in particolare piumini. Vendute, tra le calzature, sneakers di marca, stivaletti, scarponcini.

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