“L’ennesima riforma dell’esame di maturità sta creando non pochi problemi ai docenti e agli studenti che a giugno prossimo si troveranno ad affrontare questa importante prova senza che ne siano ancora del tutto chiari i contorni e le modalità. Critiche fortissime stanno emergendo sia dalle assemblee dei docenti che da quelle degli studenti”.

“Nonostante i numerosi appelli di docenti e intellettuali, il MIUR ha marciato dritto con la cancellazione del tema di storia, l’eliminazione della terza prova multidisciplinare e ora con l’accorpamento di matematica e fisica nella seconda prova dei licei scientifici, mentre, più in generale, la difficoltà che si riscontra è l’estrema imprecisione da parte del MIUR nell’indicare non solo le modalità ma anche i contenuti del nuovo Esame di Stato, basti pensare, ad esempio, che a soli quattro mesi dall’inizio dell’esame ancora non è chiaro di quale lingua sarà la traduzione del liceo classico.

Altra questione è l’abolizione della tesina, che rappresentava non solo un momento per l’alunno di presentare un proprio elaborato, con una propria analisi critica e quindi una parte del proprio pensiero costruito nel corso di cinque anni di studi, ma anche una possibilità per i professori di comprendere e conoscere nuove idee e nuovi percorsi tematici prodotti dagli studenti. La tesina è stata, invece, abolita in favore dell’estrazione casuale di una busta, come in un quiz televisivo d’antan, la cui tipologia di contenuto, al momento, è sconosciuta non solo agli studenti, ma anche ai professori e riguardo alla quale non ci sono state delucidazioni da parte del MIUR.
Un altro problema è presentato dall’esposizione del percorso di alternanza scuola-lavoro che in molte scuole, soprattutto nei licei, è stata estremamente complicata da costruire: spesso non è stata fatta in linea con il percorso di studi ed in altre occasioni si è trattato di vero e proprio sfruttamento del lavoro gratuito degli studenti.

C’è il serio rischio di uno scollamento tra le simulazioni proposte dal Ministero, la realtà scolastica e le stesse indicazioni nazionali. E’ ora che il MIUR cominci ad ascoltare i tantissimi insegnanti e gli studenti che hanno sollevato forti perplessità sulla nuova prova multidisciplinare di matematica e fisica.

Infine, vi è la comparsa di una nuova materia l’Educazione Civica, la quale non è mai stata insegnata a scuola durante i cinque anni di studi dei maturandi di quest’anno e che a quattro mesi dall’inizio della maturità è stata inserita e che ora i docenti di italiano o di storia si trovano a dover insegnare.

Troviamo inspiegabile, oltre che dannoso e controproducente, il fatto che il ministero, cambi le regole in corsa e imponga la nuova maturità a metà dell’anno scolastico; la preparazione dell’esame dovrebbe essere un percorso compiuto durante gli ultimi tre anni di superiori.
In questo modo si creano invece enormi difficoltà ai docenti e agli studenti.
La scuola non ha bisogno di interventi superficiali. L’intero sistema scolastico avrebbe, invece, bisogno di una riforma strutturale e di forti investimenti per essere ricostruito dalla base e che invece si ritrova a subire tagli ingenti e riforme inutili, che fingono di essere risolutive ma che invece servono solo a distogliere l’attenzione dai problemi reali del sistema scolastico italiano. Sui temi veri invece il MIUR e il governo giallo-verde sono assolutamente latitanti.

‘L’esame di Stato deve basarsi sul lavoro svolto su più anni di studio e di lavoro da insegnanti e studenti, con una coerenza tra prove e percorsi di apprendimento. I tempi di applicazione della riforma devono essere distesi, non si può calare dall’alto la nuova prova a metà anno scolastico. Il Ministro ascolti la scuola e dia un segnale di inversione di tendenza rispetto al fenomeno di costante delegittimazione e scollamento del MIUR dalla scuola reale e dal lavoro degli insegnanti e degli studenti”.

(Sindacato scuola Flc/Cgil Modena  – Rete Studenti Medi Modena)

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