“Abbiamo molta fiducia nelle professionalità che qui ci sono e vogliamo investire nell’Ibc anche come luogo di produzione. Vorrei che nascesse una nuova stagione per l’Istituto, un percorso che con orgoglio continui a valorizzare ciò che è stato realizzato in questi anni e che veda una maggiore partecipazione esterna, in particolare alle attività della Regione”. Lo ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, durante la visita all’Istituto regionale Beni artistici, culturali e naturali che ha preceduto la presentazione del volume “Sulle tracce di una regione”, accolto nella sede di via Galliera dal presidente dell’Ibc, Roberto Balzani, dalla direttrice Laura Moro, da dirigenti e funzionari.

“L’Istituto si avvia a un ripensamento e a un rilancio”, ha commentato la direttrice Moro, presentando a Bonaccini il progetto di un nuovo portale web e le attività di un ente che non vuole essere solo un centro di distribuzione di risorse ma anche di partecipazione e realizzazione delle politiche regionali.

“Abbiamo messo al centro delle nostre politiche anche la cultura- ha aggiunto il presidente della Regione-triplicando i fondi nel corso della legislatura e abbiamo messo a disposizione nuovi strumenti normativi come le leggi sul Cinema, sulla Musica e sulla Memoria, con la convinzione che di cultura si possa vivere e che l’offerta culturale faccia parte della qualità della vita delle persone. L’Ibc ha l’opportunità di integrare la propria attività con quella della Regione, quale impresa culturale pubblica, intervenendo in diversi settori, dalla cultura al turismo fino all’impresa”. Il presidente ha anche citato tre filoni di possibili collaborazioni e di intervento: Parma capitale italiana della cultura nel 2020, i 700 anni dalla morte di Dante e i cento anni dalla nascita di Federico Fellini.

“Abbiamo molte idee- ha detto il presidente Balzani-, siamo una officina culturale di cui la Regione può e deve servirsi”.

Già adesso l’Ibc contribuisce all’infrastruttura digitale che unisce gran parte di biblioteche e archivi dell’Emilia-Romagna e attraverso il Polo archivistico regionale (Parer), che ha raggiunto il miliardo di documenti digitalizzati, si candida come sistema di riferimento per la rete dei poli di conservazione di documenti a livello nazionale.

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