Dal 28 febbraio al 2 marzo prende il via l’evento: “Bologna si prende cura”, una splendida iniziativa per il territorio e la sua comunità, promossa dalle istituzioni cittadine a partire dal Comune di Bologna. I temi affrontati abbracciano l’area vasta dei servizi sociali e socio sanitari dedicati alle persone ed alle famiglie, organizzate e fornite sul territorio.

Il sostegno alle persone fragili, il contrasto alle disuguaglianze, l’assistenza agli anziani, i servizi per l’infanzia,  la promozione della salute e la prevenzione, l’integrazione dei sistemi socio sanitari, il contrasto alle diseguaglianze educative e la cura degli adolescenti; sono solo  alcuni dei temi che verranno affrontati con la cittadinanza attraverso tavole rotonde, convegni  mostre e strumenti multimediali condotti da importanti relatori politici e tecnici delle materie trattate competenti ed esperti. Una preziosa occasione di dibattito e confronto.

 

Ma…ci sono delle note stonate!

La prima è relativa al mancato coinvolgimento dei sindacati confederali che, in diversi modi, sono da sempre partecipi e protagonisti del welfare bolognese, regionale e nazionale. Una partecipazione che si esplica in svariate modalità. Partecipiamo ai tavoli distrettuali dediti alla programmazione e pianificazione del welfare territoriale, collaboriamo all’individuazione degli obiettivi da perseguire per lo sviluppo dei servizi, concorriamo con la regione ad individuare le professionalità necessarie ai servizi di welfare e rappresentiamo i lavoratori nelle loro legittime aspettative e diritti contrattuali.

Conseguentemente, mancando agli eventi la voce dei sindacati, restano del tutto in ombra i principali protagonisti  prestatori dei servizi  di welfare, i professionisti, le donne e gli uomini che operano sia nel pubblico sia nel privato e che, negli ultimi dieci anni di crisi,  sono stati quelli più colpiti dal blocco delle retribuzioni, dal fermo delle assunzioni, dal blocco degli investimenti, e per nulla  valorizzati professionalmente.

Una  partecipazione  più attiva delle organizzazioni sindacali ad alcuni eventi, avrebbe potuto dare maggiore valore aggiunto  alla tre giorni di “Bologna si prende cura”.

 

La seconda nota stonata è rappresentata dalla presenza fra gli sponsor di “Bologna si prende cura” di Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) Emilia Romagna. Ricordiamo all’Amministrazione Comunale, alla Regione e all’Azienda Sanitaria Locale di Bologna, che Anaste, tenendo un comportamento inusitato sul piano delle relazioni sindacali, ha sottoscritto un contratto collettivo nazionale  di lavoro  con sindacati minoritari e non rappresentativi dei lavoratori del settore. Un contratto più  sfavorevole ai lavoratori di quanto precedentemente pattuito con CGIL CISL UIL

Ebbene, noi crediamo che chi dichiara di farsi carico delle persone debba partire prima di tutto dalla cura e dalla valorizzazione dei propri dipendenti.

La scelta contemporanea di emarginare le organizzazioni sindacali ed accogliere ANASTE tra gli sponsor di “Bologna si prende cura” rappresenta una sgradevole mancanza nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, che tanta quotidiana dedizione e professionalità riversano a favore dei cittadini più fragili.

Rappresenta, inoltre, una pericolosa e contraddittoria scelta di campo da parte delle istituzioni pubbliche, che finisce per incoraggiare, anziché contrastare, un vero e  proprio dumping contrattuale a danno di  tutto il settore socio assistenziale.

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