Maggiori risorse e rafforzamento del ruolo e del peso delle Regioni italiane nella gestione e attuazione della nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2021-2027.

E’ questo, in sintesi, quanto chiesto dalle Regioni riunite oggi a Milano per l’incontro organizzato dal ministro Gian Marco Centinaio, cui ha partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, che ha messo a confronto i territori con il commissario europeo Phil Hogan sul futuro assetto delle politiche agricole in Europa.

“Al commissario Hogan ho espresso il mio apprezzamento per alcune scelte strategiche come, quelle, ad esempio, sul contrasto alle pratiche sleali, sulla programmazione produttiva, sulla promozione e sugli accordi per il commercio internazionale e sul riconoscimento del ruolo e del valore delle Dop e Igp testimoniato anche dal suo intervento ad Origo, il forum sui prodotti a denominazione di origine tenutosi l’anno scorso a Parma- afferma l’assessore Caselli -.  Ma ho anche ribadito che sulla nuova Pac non ci siamo. Non ci siamo sulle risorse e sul modello di governance che penalizza il ruolo delle regioni e rischia di portare a una nuova nazionalizzazione – a una Pac senza C per intenderci”.

“Il primo motivo di allarme è il rischio di alterare la concorrenza tra Paesi- prosegue l’assessore- dal momento che i nove obiettivi comuni indicati non sembrano poter garantire l’assenza di sperequazioni. Inoltre, il meccanismo che individua automatismi con perdita di risorse in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, rischia di livellare tutto al ribasso: nessuno infatti oserà più innovare o darsi target più ambiziosi, con perdita possibile in termini di competitività, efficienza, sostenibilità, innovazioni per rispondere alle sfide al cambiamento climatico, ecc”.

“Ancora, le Regioni non possono perdere l’interlocuzione col livello europeo- spiega Caselli- ed è quindi vitale ristabilire e rafforzare il ruolo dei territori così come previsto anche dalla nostra Costituzione che attribuisce alle Regioni e alle Province autonome competenze primarie nella gestione delle politiche agricole. Abbiamo agricolture molto diverse in Italia e rischiamo di perdere in efficacia e capacità di risposta ai fabbisogni settoriali e locali. Finora siamo stati efficienti e in anni di programmazione abbiamo formato funzionari in grado di impostare e gestire bene le diverse esigenze territoriali. Non possiamo buttare a mare questo patrimonio di conoscenza e operatività”.

“Infine, le risorse, elemento fondamentale per dare gambe ai progetti. In vista di una Brexit non ancora definita- sottolinea l’assessore- occorre comunque prevedere già uno sforzo di riallocazione di fondi da altri programmi o almeno un ulteriore piccolo aumento contributivo degli Stati: non possiamo rischiare tagli ai Programmi di sviluppo rurale in una misura compresa tra il 17,5% e il 25%, sarebbe davvero mettere in ginocchio un settore fondamentale per l’economia del Paese”.

“E’ una posizione condivisa da tutte le Regioni italiane e dallo stesso Ministero come ribadito ad Hogan durante l’incontro di oggi. L’Emilia-Romagna proseguirà in questa direzione e non ci stancheremo di ribadire le necessità di tutti i territori- chiude Caselli- anche nel nostro lavoro di rete a livello europeo, attraverso la coalizione Agriregions – che riunisce le principali regioni agricole del continente – e le associazioni di settore come Areflh e Arepo, di cui proprio in questi giorni si terrà l’assemblea generale”.

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