A seguito della segnalazione pervenuta da un residente del crinale in merito ai disagi vissuti dalla sorella in periodo di gravidanza, che per un semplice tracciato si è dovuta recare a Reggio due volte in una settimana, interviene il Sindaco di Castelnovo Monti e Presidente dell’Unione dei Comuni Enrico Bini.

“Abbiamo aspetti sicuramente positivi sull’attenzione per la sanità in montagna, dallo sviluppo del Pal al progetto Sant’Anna Plus, senza trascurare i segni costanti di attenzione da parte della popolazione e di associazioni di volontariato per il nostro ospedale, come ad esempio la recente donazione di nuova strumentazione al reparto di Pediatria dall’associazione Vogliamo la Luna e il progetto Cieli Sereni. Ma c’è anche un problema ormai evidente: la segnalazione fa seguito alla lettera diffusa pochi giorni fa dal Comitato Salviamo le Cicogne di una gestante che ha vissuto identici disagi a causa di continui trasferimenti a Reggio. A questo punto, come ho già fatto in forma privata dopo la lettera di questa signora, mi rivolgo all’Ausl e nello specifico al Direttore Fausto Nicolini, perchè ci sembrano disattese le garanzie fornite dopo la chiusura del Punto nascite.

Delle possibilità di riapertura del servizio all’Ospedale Sant’Anna si sta discutendo su più tavoli, da quello locale al regionale, fino al Ministero e alla Conferenza delle Aree Interne, e vedremo come si svilupperà questo dibattito che oggi, molto più di qualche mese fa, vede aumentare le posizioni possibiliste. Ma queste segnalazioni riguardano un contesto diverso e altrettanto importante: l’Ausl aveva garantito che la chiusura del Punto nascite di Castelnovo avrebbe comportato la necessità del trasferimento a Reggio esclusivamente per il periodo del travaglio e del parto, ma in realtà attualmente si riscontrano disagi per effettuare anche esami di routine del periodo pre e post parto, anche un semplice tracciato. Invece ci era stata prospettato un quadro, cito l’Ausl, che avrebbe garantito “tutte le attività di assistenza alla gravidanza, ecografie, corsi di preparazione alla nascita, assistenza in puerperio, sostegno all’allattamento”.

In realtà non sta andando così, ed è un fatto grave. Come ho detto, sulla possibile riapertura del punto nascite si discuterà, ma tutti gli altri servizi che garantiscono una gestazione serena e agevole alle donne della montagna devono rimanere, ed essere ripristinati se per qualche motivo che non comprendiamo sono stati sospesi. Stesso discorso dovrebbe valere per il servizio di reperibilità ginecologica notturna, che peraltro sul nostro territorio ha una grande importanza non solo per le gestanti: ho scritto ripetutamente a Regione ed Ausl senza avere riscontro su questo tema specifico, e me ne rammarico perchè al di là dei contenuti che potrebbe avere tale possibile risposta, non darne alcuna è un segno di scarso rispetto istituzionale”.

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