“Il percorso fatto con la Fondazione Cassa di risparmio di Modena per costituire un ‘polo dell’immagine contemporanea’ che porti al coordinamento, al consolidamento e al rilancio internazionale di Fondazione Fotografia, Museo della Figurina e Galleria civica ha portato a un progetto di accordo, già presentato in commissione consiliare, che dovrà essere poi approvato dalla giunta e sottoscritto dai due enti”. Lo ha ribadito l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza rispondendo, nella seduta consiliare di giovedì 18 febbraio, a una interrogazione di M5s e Per me Modena, presentata da Elisabetta Scardozzi, riguardo alla nomina del direttore della Galleria civica e ai programmi espositivi della stessa e del Mata. “Entro aprile 2016 – ha proseguito l’assessore si concluderà la fase di analisi e confronti sugli obiettivi, le attività e i soggetti coinvolti, nonché sui risultati attesi, e dovrà essere definito il modello organizzativo e il budget del progetto per il ‘Polo dell’immagine contemporanea’. A quel punto si procederà a individuarne concordemente il direttore attraverso una procedura di selezione a evidenza pubblica (bando), curata congiuntamente da Comune e Fondazione Cassa di risparmio di Modena, che dovrà essere conclusa entro il mese di luglio 2016. “Già nella relazione al Bilancio – ha ricordato Cavazza – il sindaco ha spiegato in Consiglio comunale che ‘con l’affitto del Mata abbiamo aumentato gli spazi espositivi a disposizione della città, in attesa di una soluzione strutturale definitiva all’interno del complesso Sant’Agostino”. Il riferimento è all’annunciata nuova direzione per Museo della Figurina e Galleria civica in sinergia con Fondazione Fotografia. Una scelta che sarà accompagnata anche da una nuova dislocazione delle attività, all’interno del nuovo Polo culturale del Sant’Agostino”.

Nel frattempo è stata pubblicamente annunciata la programmazione del Mata e anche quella della Galleria civica per il 2016. Quest’ultima è già incominciata il 12 febbraio, con ottimi riscontri di critica, stampa e pubblico con il progetto Hikikomori, mostra e film di Francesco Jodice fino al 21 febbraio, e spettacolo teatrale di Ert collegato, rappresentato anche per le scuole, che ha registrato il tutto esaurito. Si prosegue dal 5 marzo al 5 giugno con una mostra di fotografie di Nino Migliori. A Modena, Migliori ha fotografato i leoni stilofori del transetto della Cattedrale e le otto metope, sculture attribuite al cosiddetto “Maestro delle Metope” (prima metà XII secolo) utilizzate originariamente per decorare le terminazioni dei quattro contrafforti della navata. Stampate in bianco e nero, le immagini consentono di analizzare la figura e i dettagli delle singole sculture; sono l’esito di uno sguardo contemporaneo, ma al tempo stesso antico, su straordinarie testimonianze di scultura medioevale, parte integrante del Duomo di Modena (Sito Unesco dal 1997), di cui viene restituita una visione particolarmente suggestiva.

Dal 19 marzo al 5 giugno 2016, la Palazzina ospita la mostra “La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2016”, a cura di Marinella Paterni, dove quindici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, pittura, collage, performance, sculture, disegni, installazioni e video.

Sono in via di definizione finale gli accordi per una mostra alla Palazzina da fine giugno a settembre, abbinata, con apertura anche serale, alle iniziative per l’estate modenese. Per il festivalfilosofia, a settembre, una mostra a Palazzo S. Margherita valorizzerà opere delle collezioni di disegno e fotografia e nuove acquisizioni.

“La mancanza di un direttore della Galleria civica si sente e rende Modena carente da oltre un anno”, ha replicato la consigliera Scardozzi che ha sollecitato “l’avvio immediato di una selezione pubblica, da effettuare anche sulla base dei progetti per Modena che il nuovo direttore potrà presentare”. Sul Sant’Agostino, la consigliera ha commentato che “l’unificazione degli istituti avrebbe dovuto eventualmente essere l’ultimo passo di un percorso, non il primo”.

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