Esprime solo il suo rammarico, l’organizzazione agricola bolognese, in merito al progetto di fusione dei comuni di Fontanelice, Borgo Tossignano e Casalfiumanese che è stato appena approvato dalla Giunta Bonaccini.

“Perché Castel del Rio non ha aderito? – si chiede Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Bologna – Il piccolo comune dell’hinterland imolese ha perso così un’occasione importante, cioè la possibilità di usufruire di fondi straordinari utili al sostegno dell’agricoltura di montagna e della castanicoltura”.

In un momento in cui le amministrazioni locali giocano la ‘carta della fusione’ per intercettare aiuti extra e per contare di più politicamente anche a tutela delle proprie attività produttive che in questo caso sono prettamente agricole, “non si capisce per quale motivo Castel del Rio sia rimasto fuori dal progetto dei tre comuni imolesi”, osserva il presidente dell’organizzazione agricola.

“Le difficoltà connesse al mantenimento del patrimonio boschivo e alla tutela del prezioso ma spesso dimenticato comparto castanicolo che richiede, in zone impervie, costosi investimenti annui sia per le operazioni di pulizia degli impianti produttivi che per le potature degli alberi talora secolari e alti anche trenta metri; inoltre, le criticiità legate alla gestione del territorio ossia la stabilità dei versanti, la regimazione delle acque nonché i numerosi problemi di viabilità dovuti a smottamenti sempre più frequenti, ci impongono un maggior senso di responsabilità comune – è la conclusione del presidente di Confagricoltura Bologna -. Oggi si evoca spesso l’agricoltura sostenibile e vicina all’ambiente poi si dimentica però – sottolinea infine Tosi – che solo attraverso una sinergia tra istituzioni e mondo agricolo si può realmente raggiungere l’obiettivo auspicato”.

 

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