Sabato 5 marzo 2016 Reggio Emilia ricorda l’eccidio di Mario Baricchi e Fermo Angioletti, i diciottenni reggiani che il 25 febbraio 1915 insieme a altri lavoratori accorsero davanti al teatro Ariosto per impedire un comizio di Cesare Battisti in favore dell’ingresso in guerra dell’Italia. La manifestazione, che vide la partecipazione di numerose persone schierate apertamente contro l’intervento armato italiano, fu represso nel sangue: dopo il lancio di una pietra, infatti, il Regio Esercito fece fuoco uccidendo i due ragazzi e ferendo 13 manifestanti, tra cui anche alcuni 15enni.
Il loro sacrificio – ricordato con la targa posta un anno fa dal sindaco Luca Vecchi davanti al teatro Ariosto – sarà commemorato con una serie di iniziative che vogliono delineare un percorso storico e simbolico sul movimento per la pace a Reggio Emilia. La giornata di approfondimento, dal titolo “Una Città per la Pace. Reggio Emilia ricorda Mario Baricchi e Fermo Angioletti”, è organizzata da Scuola di Pace, Istoreco, Anpi, Pollicino gnus e Cds Villa Cougnet, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Regione Emilia-Romagna.
“La nostra comunità – afferma l’assessore alla Città internazionale Serena Foracchia – ha una storia di sensibilità e di impegno per la promozione dei diritti umani, tra cui il diritto all’autodeterminazione dei popoli, ma anche il diritto a vivere in condizioni di pace, il diritto all’integrità umana ed il rispetto della persona, dell’infanzia. Reggio Emilia non ha mai smesso di nutrire un’attenzione rispetto a quanto accade a livello internazionale, a partire dalle scuole e nidi d’infanzia reggiani nei quali ancora oggi i nostri bambini vengono cresciuti nella consapevolezza che la tutela dei diritti degli uomini delle donne e dei bambini sono una conquista quotidiana. Questa è la sensibilità storica della nostra città, una comunità che attraverso la sua storia ha compreso come l’impegno nella risoluzione pacifica dei conflitti sia la condizione principale per il rispetto dei diritti umani”.
Il programma di sabato 5 marzo avrà inizio al mattino con un “percorso di pace” lungo le vie cittadine, una marcia accompagnata dalla musica della Banda di Quartiere che toccherà i luoghi che ricordano tre momenti storici dei movimenti per la pace reggiani del Novecento. Memoria storica, ma non solo: la camminata sarà infatti l’occasione per parlare anche delle guerre attuali e dei percorsi di pace necessari nel presente.
Il ritrovo è alle 10.30 davanti al Teatro Ariosto dove, a cura di Istoreco, sarà ricordata la vicenda dei due giovani lavoratori reggiani Mario e Fermo. Successivamente il corteo, attraversando le vie del centro, muoverà verso piazza Domenica Secchi, dove sarà commemorato, a cura dell’Anpi, l’eccidio del 28 luglio 1943. Quel giorno, dopo poco più di 48 ore dalla caduta di Mussolini, gli operai delle Officine Reggiane tentarono una manifestazione per invocare la fine guerra, ma furono mitragliati dall’esercito italiano che aveva l’ordine di impedire gli assembramenti. Nove furono i morti, tra i quali la giovane Domenica Secchi, incinta.
Il corteo giungerà infine in piazza Prampolini dove sarà ricordata, a cura di Pollicino gnus, la grande mobilitazione popolare contro la “prima” guerra del Golfo del 1991. Nel gennaio di venticinque anni fa, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, il nostro Paese partecipava ad una nuova guerra.
Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30 a Villa Cougnet (via Adua 57), si svolgerà un seminario di approfondimento sul tema “L’opposizione popolare alla guerra, a Reggio Emilia e nel Paese” che metterà a fuoco, su un piano più storico-culturale, le questioni affrontate già al mattino nelle tappe del percorso di pace, sia sul piano locale che nazionale. Al seminario, moderato dalla stessa dall’assessore Foracchia, parteciperanno lo storico Ercole Ongaro, autore tra l’altro del volume “No alla grande guerra” (“La grande guerra: l’opposizione della popolazione e dei soldati”); gli storici di Istoreco Marco Marzi (“I testi scolastici pacifisti di Amilcare Storchi, giornalista reggiano”) e Michele Bellelli (“Domenica Secchi e il movimento per la pace alle Reggiane”); la ricercatrice Gemma Bigi (“L’internazionalismo pacifista delle donne per fermare la guerra”); Paolo Giorgi e Carlo Perrucchetti del Centro studi Musica e grande guerra (“Consenso e protesta: la Grande Guerra raccontata dal canto dei soldati”). Le conclusioni saranno affidate a Pasquale Pugliese della Scuola di Pace di Reggio Emilia (“Costruire la pace oggi, a cento anni dalla grande guerra ed a 25 dalla guerra del Golfo”).