Domani a Bologna, alle ore 12,00 in via Cesare Masina (1909-2002), nel comparto ex mercato ortofrutticolo, alla Bolognina, in prossimità della nuova sede del comune di Bologna e della stazione dell’alta velocità ferroviaria, la sezione Anpi Bolognina in preparazione del XVII congresso deporrà una corona di alloro in memoria del suo storico presidente, sulla targa stradale (ancora in attesa della intitolazione ufficiale) che ricorda lo scomparso partigiano e perseguitato politico, che per decenni fu presidente di sezione Anpi e del comitato antifascista della Bolognina.
Via Cesare Masina si trova nel cuore del cantiere edilizio rimasto bloccato causa la crisi degli scorsi anni. Ora a cura del comune di Bologna sono in corso le opere di completamento e di urbanizzazione.
Alla deposizione sono invitati i sindaci di San Giorgio di Piano, dove Masina nacque e di Argelato dove fu sindaco della Liberazione su designazione del CLN e degli Alleati. I sindaci Paolo Crescimbeni e Claudia Music hanno confermato la loro presenza.
Sono invitati il presidente di Navile Daniele Ara ed il sindaco di Bologna.
Via Cesare Masina è raggiungibile dalla rotonda intermedia di via Gobetti in direzione del cantiere edile e da via Tibaldi a piedi, passando sotto la torre di ingresso dell’ex mercato ortofrutticolo.

 

MASINA NEGLI ANNI DELL’ANTIFASCISMO E DELLA RESISTENZA

 

Masina Cesare [Cesarino], da Carlo ed Elvira Guidi; nato il 15 maggio 1909 a Cinquanta, frazione di S. Giorgio di Piano. Nel 1943 residente ad Argelato. Licenza elementare. Operaio meccanico. Iscritto al PCI dal 1931. Fu arrestato il 26 maggio 1937 quale membro dell’organizzazione comunista attiva a Bologna, per propaganda a favore della Spagna repubblicana e sottoscrizione per il Soccorso rosso. All’epoca era responsabile del PCI nella zona di Funo (Argelato). Così fu definito nel rapporto di polizia: “Masina appare un comunista maturo ed esperto, tanto da conquistare la fiducia dei suoi amici, fino al punto di guadagnarli alla sua fede politica”. Il 14 ottobre 1937 il Tribunale speciale fascista lo condannò a 2 anni e 6 mesi di carcere. Quando la sua famiglia chiese al governo la concessione della grazia si rifiutò di controfirmare il documento. Liberato il 26 novembre 1939, tornò ad Argelato e riprese l’attività politica, nonostante avesse avuto 5 anni di vigilanza speciale.

Masina fu sempre attentamente controllato dalla polizia fascista. In un rapporto al governo, in data 31 marzo 1943, si legge che “non ha dato finoggi prove di ravvedimento”.

Alla caduta della dittatura fu, con Ermisio Cipollani, uno degli organizzatori delle manifestazioni popolari che si tennero ad Argelato e nei comuni vicini.

Dopo l’inizio della lotta di liberazione organizzò le prime squadre di partigiani del suo comune e promosse il recupero delle armi nella caserme del Genio ferrovieri a Castelmaggiore. Le armi furono nascoste nell’abitazione di Genore Castaldini e servirono per armare i primi gruppi partigiani.

Cesare Masina militò nella quarta brigata Venturoli Garibaldi, con funzione di ispettore di brigata e fu tra gli organizzatori del battaglione Pasquali a Budrio, dove si era trasferito alla fine del 1943 per sfuggire alla cattura. Per tutto il periodo della lotta di liberazione fu uno dei dirigenti politici della bassa Bolognese ed assunse l’incarico di ufficiale di collegamento fra la sua brigata e la quinta brigata Bonvicini Matteotti.

Alla Liberazione il 21 aprile 1945 tornò ad Argelato e -su designazione del PCI, fu nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale e dell’Allied Military Governement sindaco del comune.

Masina è stato riconosciuto partigiano, con il grado di capitano dal 9 settembre 1943 alla Liberazione.

 

Nota biografica tratta dall’opera in 5 volumi “Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945)” di Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani e Nazario Sauro Onofri; l’estensore della nota sopra riportata è quest’ultimo.

 

MASINA FONDATORE DELL’ANPI BOLOGNINA E DEL COMITATO ANTIFASCISTA DEL NAVILE

Cesare Masina, dopo aver partecipato l’otto settembre 1933 ad una riunione clandestina di antifascisti, nel negozio di Giusto Scanabissi, il meccanico di S. Giorgio di Piano, suo maestro, uscì con un plico di volantini da distribuire. Un noto fascista del luogo lo affrontò e lo tacciò di sovversivismo, minacciandolo di inviarlo al confino e di farlo mettere in galera. Masina si allontanò in moto, inseguito dal fascista che lo tallonava minaccioso. Ad una curva sbandò ed urtò sul lato opposto della strada un carro trainato da un cavallo. Cesare venne ricoverato al Rizzoli di Bologna per 6 mesi, dove subì diversi interventi. Gli esiti di quell’incidente lo portarono a perdere la gamba sinistra.

Durante la Resistenza la sua residenza di via Corticella 115 divenne sede del CUMER (Comando Unitario Militare Emilia-Romagna) dove operò clandestinamente il comandante Dario, Ilio Barontini.

Al termine della breve esperienza di sindaco della Liberazione del comune di Argelato, sollecitato da Luciano Romagnoli entrò come dirigente sindacale nella Confederterra della CGIL. Dal 1947 al 1949 venne inviato a S. Maria Capua a Vetere in provincia di Caserta dove organizzò il sindacato dei Braccianti. Furono anni duri, difficili, senza soldi, con poco cibo. Questa esperienza ha lasciato un profondo segno in Cesare e nella sua compagna Gorizia Giovannini.

Al termine degli anni ‘50 entrò nella Presidenza dell’Associazione Invalidi civili “LAMNIC”. Gli invalidi civili allora non godevano di alcuna tutela sociale. Divenne Vice Presidente Nazionale di questa associazione e contribuì a far riconoscere i diritti spettanti agli invalidi civili. In virtù dei nuovi diritti acquisiti dagli invalidi civili, Masina, non ancora titolare di pensione venne assunto dal comune di Bologna, dove lavorò per 10 anni presso l’Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche, diretto dal futuro sindaco Renato Zangheri.

Dal momento della pensione, all’età di 65 anni, fino agli ultimi mesi di vita ha dedicato la propria attività all’ANPI Bolognina ed alla costituzione del Comitato Unitario Antifascista, sostenuto fin dall’inizio dal Consiglio di Quartiere Bolognina e poi Navile. Con l’Anpi ed il Comitato, grazie a Masina, si è instaurato un buon rapporto con le scuole del territorio, dove si tengono incontri con insegnanti e studenti per illustrare il significato ed i valori della Resistenza. Ai valori della Resistenza si sono poi aggiunti i valori della difesa della democrazia e della difesa delle istituzioni, per questo ogni nostra ricorrenza importante ci porta a ricordare le vittime della strage della Stazione del 2 agosto 1980 e le vittime della banda della “Uno bianca”.

Il 12 novembre 1989 in occasione del 45° anniversaro della battaglia della Bolognina nella sala del Consiglio di quartiere arrivò a sorpresa Achille Occhetto, che pronunciò il discorso della “svolta della Bolognina”, che ha dato ampia conoscenza nel mondo del nostro territorio.

Nota a cura di Armando Sarti, Presidente Sezione Anpi Bolognina

Ora in onda:
________________