E’ morta, questa notte a Bologna all’età di 85 anni Aldina Balboni, fondatrice di Casa Santa Chiara. “A nome mio e dell’Amministrazione comunale – dichiara il Sindaco Virginio Merola – esprimo il più profondo cordoglio alla famiglia Balboni per la scomparsa di Aldina”.

“Aldina Balboni – prosegue il Sindaco di Bologna –  ha speso la sua vita al fianco dei ragazzi con disabilità e delle loro famiglie. Ogni bolognese che l’ha conosciuta può testimoniare le sue qualità umane, la sua generosità, la sua dedizione verso le persone più bisognose. Casa Santa Chiara, a 47 anni dalla nascita dei primi gruppi famiglia, è struttura di eccellenza e punto di riferimento per la disabilità, non solo a livello locale. E ancora, i centri di recupero semi-residenziali, la casa vacanze, e il Centro ‘Il Ponte’.

Aldina Balboni non solo ha fatto molto per tante ragazze e tanti ragazzi bisognosi di aiuto, ma soprattutto ha saputo costruire legami di generosità e di libertà, utilizzando la propria libertà come dono prezioso da vivere con gli altri. Per questi motivi, a lei, persona straordinaria, ho conferito nel maggio 2013 il Nettuno d’Oro.
Oggi Bologna si stringe intorno ai famigliari e agli amici di Aldina Balboni in un sincero e fraterno abbraccio, con l’auspicio, per noi tutti come comunità, di sapere raccogliere la sua eredità e di esserne degni successori”.

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«Una vita spesa per gli altri: sia d’esempio ai nostri giovani» così Filippo Diaco, Presidente provinciale delle Acli di Bologna, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Aldina Balboni, che di Gioventù Aclista fu Segretaria. «Proprio nel movimento aclista mosse i primi passi del suo impegno sociale, da responsabile del movimento giovanile – che esiste ancora oggi e si chiama “Giovani delle Acli”- . Fu proprio nei suoi anni di impegno nelle Acli» prosegue Diaco «che venne a contatto con le problematiche espresse dalle giovani lavoratrici, per poi maturare la propria vocazione di servizio ai bisognosi della Città». «Ci auguriamo» prosegue Diaco «che la sua meritoria opera sociale venga portata avanti dai suoi successori, perché si tratta di un punto di riferimento fondamentale per le persone in situazione di disagio a Bologna». «Le Acli perdono oggi una grande figura» conclude Diaco. «La ricorderemo insieme ad altri illustri predecessori dei nostri giovani volontari aclisti, perché possa essere loro di esempio e di sprone ad un sempre maggiore impegno sociale e caritativo nei confronti delle tante persone in condizione di bisogno fisico e morale di cui Bologna è tristemente ricca».

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