“A oltre due anni dall’alluvione siamo ancora alle fasi di studio e progettazione: troppo poco vista la complessità degli interventi che si devono fare sul nodo idraulico modenese per poter parlare di una buona sicurezza per i cittadini”.
Così la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi a margine dell’incontro a Bomporto con i rappresentanti dei Comuni coinvolti, Provincia, Regione, Protezione Civile e Aipo, organizzato per fare il punto della situazione sullo stato di messa in sicurezza del territorio. Smettere di rincorrere l’emergenza e pensare ad interventi strutturali: questa la ricetta giusta secondo la presidente Bergamaschi, che spiega: “L’incontro di Bomporto ha confermato quanto ho sempre pensato e detto, ovvero che l’alluvione del gennaio 2014 fosse ampiamente prevedibile. Venivamo da 40 anni di carente manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e mancata vigilanza. Così si è arrivati al collasso. In questi due anni si è fatto tanto per tamponare l’emergenza, ma troppo poco per portare avanti interventi strutturali. Penso alle arginazioni o all’aumento della portata delle casse di espansione del fiume Secchia: se ne parla dal 2009, le risorse già ci sono, ma siamo ancora alla fase di progettazione. Rispetto alla situazione del gennaio 2014 la sicurezza è aumentata, e per questo dobbiamo ringraziare Protezione Civile e quanti hanno lavorato nei cantieri in condizioni di emergenza. Tuttavia il lavoro non può dirsi finito, anzi. Per chi sta in cabina di regia è tempo di attivarsi per passare dai numeri, dagli studi e dai progetti all’operatività: i cambiamenti climatici sono ormai una realtà e non possono essere una scusa, non possiamo affidare la sicurezza di un territorio ad un inverno poco piovoso”.