Quando all’alba di ieri è scattato il blitz relativo all’operazione Disc Jockey (così denominata per la forte rassomiglianza di uno degli arrestati con un noto disc jockey italiano), che ha portato i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia a sgominare una rete di spacciatori molto attiva in città (ma anche nel mantovano e parmense), il 32enne A.G. era l’unico, dei destinatari del provvedimento cautelare in carcere, a non essere stato rintracciato. Le ininterrotte ricerche condotte dai Carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti nel tardo pomeriggio di ieri hanno consentito di trovarlo in città e trarlo in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’indagine, che ha documentato oltre 3.000 cessioni di stupefacenti, ha visto la Procura reggiana concorde con le risultanze investigative nel richiedere ed ottenere dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’emissione di 10 provvedimenti cautelari (4 provvedimenti restrittivi, cinque divieti di dimora nella provincia di Reggio Emilia, un obbligo di presentazione alla P.G.). Nel tardo pomeriggio di ieri la fine della fase esecutiva con l’arresto del quarto uomo che non era stato rintracciato nella fase esecutiva.
L’indagine, avviata nel mese di Settembre 2015 dalla Compagnia di Castelnovo Monti, trae origine dagli sviluppi di una precedente attività investigativa (cd. “Free town”), culminata, sempre nel 2015, con l’arresto di taluni affiliati ad un sodalizio di matrice moldava e con il contestuale sequestro di ingente refurtiva sottratta da private abitazioni e da esercizi commerciali, per un valore complessivo di circa 500.000 €. Nella circostanza, oltre a 2 cittadini dell’est europeo, venne arrestato il 43enne G.I., originario del crotonese ma residente a Reggio Emilia, responsabile di detenzione di cocaina. Seguendo l’uomo i Carabinieri reggiani, mediante servizi di osservazione, pedinamento e attività tecniche di intercettazione telefoniche ed ambientali con GPS, hanno “mappato” nel dettaglio i tentacoli dell’organizzazione composta da soggetti che, operando autonomamente ed in maniera continuativa, avvelenavano da tempo le principali “piazze di spaccio” reggiane (in città, nella Bassa e in Appennino) immettendo ingenti quantitativi di “cocaina”.
Durante le indagini i Carabinieri hanno eseguito anche 6 arresti in flagranza, sequestrando oltre mezzo chilo di cocaina, le attrezzature per il taglio ed il confezionamento delle dosi, nonché oltre 20.000 euro in contanti, provento dell’illecita attività. Le indagini consentivano di ricostruire l’intera filiera dello spaccio, documentando, solo negli ultimi mesi, oltre 3.000 episodi di cessioni di sostanze stupefacenti, tutte avvenute nella provincia di Reggio Emilia.
“L’indagine Disc Jockey, conclusa con l’emissione di provvedimenti cautelari a carico di 10 indagati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti – ha spiegato il colonnello Antonino Buda, comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia – ha messo in luce, in ragione delle oltre 3.000 documentate cessioni di droga, come permanga alta la domanda generata dai consumatori di cocaina a Reggio Emilia e provincia. Ecco perché – conclude Buda – fermi restando gli sviluppi su questo filone investigativo, proseguiranno i mirati accertamenti sia per individuare altri assuntori (soprattutto con riferimento a coloro che svolgono le professioni più esposte a rischio), sia gli interventi preventivi per la tutela delle fasce più vulnerabili quali i giovani in età scolare, allo scopo ulteriore di infrenare gli effetti deleteri del nocivo fenomeno delittuoso, purtroppo in continua evoluzione”.