Una “innovativa e positiva interpretazione” del codice di procedura penale, assolutamente coerente con il diritto dei minori ad essere educati ed informati: il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Emilia-Romagna, Luigi Fadiga, ha espresso “vivo apprezzamento” per la decisione del presidente del Tribunale ordinario di Reggio Emilia, Francesco Maria Caruso, di aprire le porte delle aula dove si svolgeva una udienza del processo Aemilia agli studenti delle scuole superiori di Argenta e Portomaggiore.
Una decisione, quella di Caruso, inizialmente contestata dagli avvocati difensori di alcuni degli imputati, che si sono appellati all’articolo del Codice che vieta la presenza di minori tra il pubblico delle aule dei tribunali. Una norma che però, ribadisce Fadiga, non può limitare il diritto dei giovani a informarsi.
“La partecipazione organizzata di studenti non lontani dalla maggiore età a un’udienza penale in cui si dibattano questioni di grande rilevanza civile, sociale ed etica è certamente una preziosa occasione educativa e formativa che andrebbe sviluppata- commenta la figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa-. Essa consente anzitutto ai giovani di comprendere il funzionamento dell’istituzione giustizia, i ruoli dell’accusa e della difesa, le garanzie processuali, ed è certamente in coerenza con i principi e con lo spirito della Costituzione e delle Convenzioni internazionali sui diritti delle persone di minore età, e tra questi il diritto ad essere educati ed informati”.