Giovedì 16 giugno, alle ore 19, nella Sala del Tricolore di Reggio Emilia (piazza Prampolini, 1), il sindaco Luca Vecchi consegna il Primo Tricolore a Davide Cassani, commissario tecnico della Nazionale italiana di Ciclismo su strada che a Reggio Emilia interviene lo stesso giorno in un convegno nell’ambito dei Campionati nazionali universitari, e a Bruno Reverberi, direttore tecnico della Bardiani Csf.

Il conferimento del Primo Tricolore a Cassani, oltre a essere riconoscimento a un campione del ciclismo impegnato anche nell’informazione e nell’etica sportiva, è un gesto di buon auspicio verso la compagine azzurra in vista delle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro. Per Reverberi, è riconoscimento per l’impegno e la stima verso il maestro di sport che da decenni rappresenta Reggio Emilia nel Ciclismo, facendosi valere sia in ambito professionistico sia nella educazione e crescita dei nuovi talenti.

Cenni biografici

Davide Cassani (Faenza, 1 gennaio 1961). Professionista dal 1982 al 1996. Dal gennaio del 2014 è Ct della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada. Cassani è cresciuto a Solarolo, iniziando a gareggiare da bambino. Esordisce nel professionismo nel 1982 con la Termolan di Bruno Reverberi. Nel 1996, appena passato alla Saeco, viene investito da un’automobile: tale incidente lo costringerà a chiudere la carriera.

Considerato uno dei migliori gregari nei primi anni Novanta, ha ottenuto i suoi migliori risultati nelle corse in linea di un giorno. Può vantare al suo attivo 27 vittorie, più di 800.000 chilometri nelle gambe, oltre 1.500 corse tra cui 12 Giri d’Italia, nove Tour de France (ha indossato la maglia a pois) e nove partecipazioni ai campionati del mondo.

Ritiratosi dall’attività agonistica, nell’aprile 1997 l’allora direttore di Rai Sport Marino Bartoletti gli affida il ruolo di commentatore televisivo delle gare ciclistiche per Rai Sport.

Le ricognizioni in bicicletta per tutte le tappe del Giro d’Italia vedono protagonista. È autore inoltre dell’Almanacco del Ciclismo pubblicato annualmente e coautore di un libro biografico su Marco Pantani in collaborazione con Ivan Zazzaroni e Pier Bergonzi dal titolo Pantani. Un eroe tragico. Durante il Giro d’Italia 2010 Cassani si fa portavoce di un nuovo scandalo che invade il ciclismo, quello delle biciclette elettriche, delle quali si ventilava l’uso nell’ambiente professionistico, testimoniandone l’esistenza e l’efficacia.

Bruno Reverberi (Reggio Emilia, 5 febbraio 1946). Lo chiamano “zio”, ma per tanti corridori è come un padre. Bruno Reverberi è senza ombra di dubbio il decano dei team-manager. Quest’anno festeggerà la bellezza di 35 anni di attività ininterrotta nel ciclismo, visto e considerato che la prima squadra è datata 1982 (Termolan Galli).  Ama lavorare con i giovani e dalla sua “fucina” sono usciti corridori di peso, quali lo stesso Cassani, Giuseppe Guerini e Alessandro Petacchi, entrambi vincitori fra l’altro di tappe al Giro e al Tour.

“Sto meglio con i giovani. Mi piace insegnare il mestiere”, dice Reverberi, che descrive così, con 8na sintesi di umiltà e forza, la sua esperienza di vita: “Breve e modesta: un anno da esordiente nella Cooperativa Manfredi, due da allievo nella Bagnolese, uno da dilettante nella Burro Giglio. Ma non potevo permettermelo: in famiglia c’era una miseria da tagliare con il coltello. Ero il sesto di otto figli, cinque sorelle e tre fratelli. Papà operaio, poi bracciante. Io quinta elementare: superato l’esame di ammissione alla prima media, d’estate andai a fare il garzone di meccanico, ’me lo lasci qui ché impara bene’ disse il meccanico a mio padre, rimasi lì a lavorare ma piangevo perché avrei voluto continuare ad andare a scuola”.

La Bardiani Csf è attiva nel professionismo dal 1982, sempre sotto la direzione tecnica di Bruno Reverberi e successivamente anche del figlio Roberto. La formazione ha ottenuto numerose vittorie in tappe e classifiche accessorie del Giro d’Italia e due successi ai Campionati italiani. A livello di squadra, ha vinto la classifica dell’Europe Tour 2005 e la Coppa Italia 2009.

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