“Io non voglio eredi, voglio lasciare un’eredità”. Il sindaco Virginio Merola ha spiegato in Consiglio Comunale il progetto preliminare del Passante di Bologna che prevede l’allargamento in sede dell’Autostrada A14 e della tangenziale.
“Oggi è una giornata di informazione di acquisizione dei contenuti del progetto preliminare che viene presentato e come sappiamo si aprirà una discussione con i consiglieri e tutti i cittadini coinvolti su come arrivare alla scelta del progetto definitivo” – ha detto il sindaco anticipando la spiegazione del progetto.
Un’idea di città
Da questo punto di vista proprio come contesto di informazione è molto importante, per quanto mi riguarda, che io dia un contesto di questa scelta. Prima di tutto questa è una scelta urbanistica, ambientale e di mobilità che corrisponde ad una precisa idea di città. L’idea di città è già costruita, per quanto riguarda la parte urbanistica, nel Piano Strutturale Comunale che andrà aggiornato ma nel suo indirizzo fondamentale esprime una idea di città molto precisa e il fatto che lo strumento urbanistico sia approvato è un ulteriore vantaggio che abbiamo a disposizione in questa nostra discussione.
La scelta urbanistica punta con forza a dare alla nostra città una qualità urbana complessiva che corrisponda al meglio della nostra tradizione innovandola. Si tratta, dal punto di vista urbanistico, di contribuire a trasformare quella che oggi chiamiamo periferia, in una parte della città. Non è una periferia degradata, il concetto di periferia è molto ambiguo, è una periferia che con questa occasione può trasformarsi in una nuova centralità urbana della nostra città che si affianca a quelle previste dal nostro piano urbanistico. Il nostro piano urbanistico insiste molto su un concetto di pluralità dei modi di abitare la città, quando ne discutemmo – ma oggi questa discussione ritorna attualissima – abbiamo puntato molto sul tema della pluralità dei modi di abitare la città riscoprendo una vocazione nella nostra città che riguarda la possibilità di dare vita a sette strategie urbane, a sette idee di città che confluiscono in una visione di insieme.
Da questo punto di vista quello che prevedeva il PSC come città della tangenziale oggi entra in un ragionamento di aggiornamento ma ci entra come fatto concreto, concreto per gli strumenti urbanistici che già lo delineano e che possono essere migliorati e arricchiti, concreto perché finalmente questa discussione si fa con le risorse stanziate ed è quindi una discussione molto importante per il futuro della città e credo che sarà, questo confronto pubblico, l’occasione per discutere nel merito di come inserire un’infrastruttura di mobilità nel nostro tessuto urbano puntando con forza a un progetto capace di superare la condizione attuale di barriera e invece realizzare questo collegamento tra il Parco del Lungo Reno e il Parco del Lungo Savena, così come prevede il nostro piano urbanistico come occasione di maggiori connessioni, di maggiori percorsi, di attestamenti del trasporto pubblico e di una rete adeguata di viabilità complementare di rifacimento dei sottopassi e delle connessioni attraverso anche la mobilità sostenibile e i percorsi ciclabili.
Rigenerazione urbana, ambientale e sociale
L’idea di città è un’idea che dice che Bologna, città metropolitana, come capoluogo deve diventare, ha l’occasione storica di diventare ancora di più il centro della nostra città metropolitana, quindi un lavoro complessivo di rigenerazione urbanistica, ambientale e sociale che ci dia le condizioni per riaffermare con forza nel futuro della nostra città le nostre capacità di attrazione sia di nuovi cittadini che di nuove imprese e di nuove innovazioni ma anche di riaffermare la qualità ambientale della nostra città.
Voi sapete che le città che ce la fanno nel mondo sono città che esprimono una forte qualità urbana, una forte coesione sociale, una grande capacità di innovazione e un’innovazione che però, per essere autentica, ha la capacità di cambiare portando il meglio della propria tradizione nel futuro.
Questo contesto è il contesto in cui ci troviamo e ci muoviamo, un chiaro indirizzo su dove portare la città dal punto di vista urbanistico e ambientale e un chiaro indirizzo rispetto alle scelte di cui – riteniamo – Bologna ha un estremo bisogno per confermare le sue caratteristiche. Questo tracciato che oggi viviamo come una barriera, grazie a questa occasione, che abbiamo tutte le condizioni per entrare nel merito e contribuire tutti insieme a migliorare, sarà innanzitutto un’operazione di rammendo urbano, di ricucitura di nuovi collegamenti, sarà l’occasione per verificare come oggi quelli che noi chiamiamo attualmente svincoli, diventino le nuove porte della città, di attestazione del trasporto pubblico, della mobilità sostenibile e sia anche questa la nuova occasione di lavorare su luoghi di nuova socialità. Il progetto prevede la possibilità di realizzare boschi, parchi, orti, agricoltura urbana, attività educative, ambientali e sportive, quindi c’è un ridisegno da condividere insieme dei luoghi e c’è un ridisegno importante sulle scelte ambientali e di mobilità.
Questa scelta permette una forte riduzione del consumo di suolo e corrisponde quindi agli indirizzi del nostro piano urbanistico ma anche alla nuova sensibilità che esprimono i 55 comuni della Città metropolitana sul fatto di non essere costretti ogni volta che c’è da attuare un’opera pubblica a dire “Peccato per l’ambiente ma la dobbiamo assolutamente fare”.
Noi oggi con la proposta del Passante di Bologna teniamo insieme finalmente il tema dell’ambiente con il tema dello sviluppo delle opere infrastrutturali. La forte riduzione di consumo agricolo che vi sarà illustrata sarà eloquente da questo punto di vista, così come entreremo nel merito delle possibilità di riduzione dell’inquinamento che attraverso questa proposta si potranno realizzare, così come entreremo nel merito della possibilità di parlare finalmente di mitigazioni acustiche complete e di – davvero insieme con un confronto, ascoltandoci – sapendo che c’è una discussione che ha bisogno anche di parametri di informazione scientifica e non solo – assicurare al massimo quello che oggi non abbiamo: la tutela dei cittadini residenti a ridosso della tangenziale. Ma non è solo un tema di tutela dei cittadini intorno, è un tema della città, è un tema che riguarda tutta la città, perché abbiamo una grande occasione di lavorare finalmente per ridare ai nostri cittadini tempo di vita. La situazione della tangenziale e della sua congestione è eloquente, la perdita di tempo, e quindi di vita quotidiana che oggi noi dobbiamo subire per la congestione attuale della tangenziale di per se è eloquente e quindi il fattore tempo è una questione fondamentale sia nella scelta dell’opera per quanto riguarda la durata dei cantieri (e questa scelta del Passante di Bologna è quella
che assicura i tempi inferiori a tutti gli altri progetti che abbiamo immaginato) sia sul fatto che l’obiettivo principale è anche quello dei tempi di spostamento delle persone e quindi dei tempi a disposizione per la loro vita quotidiana. Questo tema dei tempi di vita lo riprenderemo per quanto riguarda il piano del traffico che dovremo fare come Comune di Bologna e lo riprenderemo in maniera trasversale anche per quanto riguarda l’organizzazione della nostra vita quotidiana in città.
Le opere accessorie
Vorrei sottolineare che con questo accordo abbiamo l’occasione per non attardarci più a una discussione che in in realtà abbiamo fatto da dodici e più anni sulle scelte, ma di entrare nel merito delle scelte con la consapevolezza che le possiamo attuare. Per esempio per quanto riguarda l’impianto della viabilità che questo accordo ci propone, questo accordo ci permette di realizzare una viabilità metropolitana finalmente adeguata, richiesta dai cittadini dell’area metropolitana e dai Comuni, ma anche in grado di essere un’alternativa di mobilità all’utilizzo attuale della tangenziale da parte di molti cittadini.
Si realizzano importanti nodi di viabilità che finalmente vengono sciolti, permettetemi come ex presidente del quartiere Savena, finalmente viene sciolto definitivamente il nodo – vero Virginia? – della fondovalle Savena che ci permetterà di dirottare il 40% del traffico attuale sulla via San Ruffillo, sulla via Toscana verso altre parti della città dove è stata già costruita una viabilità alternativa e questa alternativa di viabilità è molto importante perché noi dobbiamo abituarci insieme a ragionare in un quadro d’insieme; il quadro d’insieme della viabilità che ci viene consegnato oggi è questa viabilità metropolitana alternativa all’uso della tangenziale e una progettazione della nostra Regione avanzata sul tema della Cispadana, una nuova autostrada che è entrata già in una fase di progetto che riguarderà un nuovo nodo autostradale che andrà da Modena a Ferrara.
In questo quadro di nuova viabilità si inserisce questa nuova scelta ma ci tengo a dire che questa nuova scelta non rinuncia affatto all’alternativa del trasporto pubblico su ferro perché – vorrei ricordare a tutti noi – che nel precedente mandato abbiamo portato a casa 372 milioni per realizzare il sistema ferroviario metropolitano che la nostra città, che la nostra Regione, insieme a Tper, ha già in acquisto 22 nuovi treni e l’investimento quindi sulla metropolitana di superficie che deve essere il Sistema Ferroviario Metropolitano è assicurato e questo lavoro di attuazione di un progetto già finanziato ci accompagnerà in questi 5 anni di mandato. A questo si aggiunge il fatto che stiamo lavorando complessivamente anche con il nostro Governo sul cosiddetto Piano delle Periferie per quanto riguarda la città metropolitana di Bologna concorriamo a 58 milioni di euro, 18 sulla città capoluogo e gli altri sull’area metropolitana e sui comuni interessati e anche questo è un lavoro importante di riqualificazione delle stazioni ferroviarie del Sistema Ferroviario Metropolitano, della rete delle piste ciclabili e della viabilità dei comuni che sono interessati da questo provvedimento. In questo quadro complessivo ci stiamo muovendo, non ci stiamo solo muovendo sull’assillo che abbiamo finalmente i finanziamenti (che non dovrebbe essere un assillo che riguarda solo il Sindaco ma che deve riguardare anche tutto il Consiglio comunale). E lo stiamo facendo in un modo ordinato secondo una chiara idea di città che è una città che rinuncia definitivamente all’urbanistica come consumo di suolo e punta con forza alla rigenerazione urbana e al riutilizzo delle aree dismesse.
Questo corrisponde a una grande idea di città che poche città possono permettersi e che Bologna invece può fare e quindi ritrovare anche fra di noi, in questo confronto pubblico, questa consapevolezza: che è raro che quando si affronta un’opera pubblica ci siano strumenti urbanistici approvati, finanziamenti erogati ma chiari indirizzi delle amministrazioni pubbliche . Tutti i 55 comuni dell’Area Metropolitana condivideranno con la Regione, con l’assessore Donini l’obiettivo di rivedere la legge urbanistica per lavorare davvero e concretamente sulla riduzione del consumo di suolo e sul saldo zero del consumo di suolo. Tutto si tiene se si è capaci di tenerlo insieme e per tenerlo insieme non c’è cosa migliore che chiedere fiducia e dare fiducia.
La partecipazione dei cittadini
Io comprendo bene lo stato d’animo dei cittadini che vivono a ridosso della tangenziale, da questo punto di vista io dico: il confronto pubblico è uno strumento di democrazia che affrontiamo per la prima volta a Bologna. Nasce con il peso di una discussione di dodici anni dove tutte le alternative sono state affrontate e squadernate, e quindi tutti i temi che riaffronteremo in questo dibattito dovranno tenere conto del fatto che possiamo trasformare insieme in un’opportunità che tutto quello che c’era da guardare sulle scelte di fondo è stato guardato per anni. Questo non significa non tenere conto di posizioni diverse ma significa sgombrare il campo da un grande equivoco, quando ho preso la decisione di andare alla firma dell’accordo prima dell’elezione, come deve fare un Sindaco capace di assumersi delle responsabilità verso la sua comunità, prima del momento fondamentale del rapporto con i cittadini che nella nostra democrazia restano le elezioni, ho detto chiaramente perché avevo riconsiderato una discussione annosa sul Passante Nord. Noi abbiamo bisogno di amministratori in questa città che sappiano imparare dagli errori e abbiano l’umiltà di dirlo, quando è il momento di dirlo, e siano anche capaci di raddrizzare decisioni che si sono rivelate infondate. Ho trovato su questo molta disponibilità al confronto tra le persone che oggi mi aiuteranno a spiegare questo progetto preliminare e ho trovato in tutti la consapevolezza che non stiamo parlando unicamente di un’opera trasportistica, ma noi stiamo parlando di come inserire quest’opera trasportistica in un piano di inserimento paesaggistico, di costruzione di nuove possibilità ambientali molto forti e inedite, ma anche di un forte rilancio nel loro insieme della qualità ambientale, non solo per quelli che vivono intorno all’autostrada e alla tangenziale, ma di tutta la nostra città.
Questo quadro è un quadro sul quale tengo molto non si faccia confusione. Io capisco che ci possono essere posizioni differenti, ma non capisco quelli che parlano senza avere mai letto il Piano Urbanistico del Comune di Bologna, e non mi sto rivolgendo ai cittadini preoccupati, e su questo pontificano.
Noi non stiamo procedendo al buio, non stiamo portando questa città a un’operazione trasportistica, pur rilevante, perché parliamo di un nodo di rilevanza nazionale del nostro Paese. Noi stiamo attuando una precisa idea di città, un’idea di città che punta a rafforzare fortemente la nostra qualità urbana complessiva. Per qualità urbana complessiva si intende: ambiente, urbanistica, mobilità, comunità, nuove occasioni di socialità, che ho brevemente richiamato, e che potranno essere costruite al meglio se si fanno insieme, con la partecipazione attiva dei cittadini, spostando sempre più, in una consapevolezza comune, il tema della partecipazione da una partecipazione come richiesta di consenso o come protesta, a una partecipazione dove si decide insieme cosa fare. Questa è l’ambizione e questa città non la deve perdere. Abbiamo finalmente, dopo tanti anni, un Sindaco al secondo mandato, comunque la pensiamo, questo è, noi dobbiamo lavorare per non perdere questa occasione!
I cantieri hanno bisogno di un’anima
Noi abbiamo seminato nel primo mandato: tutti i progetti e i finanziamenti di quello che a Bologna era bloccato da anni. Adesso si entra in attuazione. E adesso abbiamo bisogno di una consapevolezza diffusa tra i nostri cittadini, perché questi cantieri fisici hanno bisogno di un’anima, l’ho detto molte volte, e quest’anima è un’idea di città, che possiamo insieme costruire.
Io non ho bisogno, e non credo che questa città abbia bisogno, dei continui richiami provinciali ad un grande passato che ci seppellisce in questa nostalgia impotente. Noi siamo nella condizione di essere all’altezza del nostro passato e di fare un’opera che resterà nel futuro. Quindi, io non ho il problema degli eredi a questo mandato, ho il problema di lasciare un’eredità e che questa città possa raccoglierla.E su questo sarò fermo, contro ogni demagogia infondata che si basa su presupposti che trascurano la conoscenza dei temi. Vedete, questa sarà un’occasione per la città. Conosciamo la città? Io credo di no, noi dobbiamo aggiornare la nostra conoscenza di questa città e dobbiamo riscoprirla e riscoprirla insieme secondo un’idea di dove la vogliamo portare. Questo è quello che ci viene consegnato quando parliamo di cantieri fisici. Non è solo questo, abbiamo questa occasione e l’abbiamo alla bolognes: questa non è l’occasione per far fare ad Autostrade quello che non abbiamo fatto in questi anni, non è l’occasione perché non è Autostrade, c’è un Paese e noi non ci metteremo mai nella logica ‘adesso ne approfittiamo noi’. Deve essere un confronto di merito, fondato, su tutti i miglioramenti possibili a partire dal questo progetto preliminare e dobbiamo farlo con questa responsabilità nazionale. Questo è quello che penso e su questi temi torneremo e sarò ossessivo sull’idea di città: perché è ora di farla finita con questa storia che Bologna non sa dove andare. Bologna lo sa benissimo, si deve aggiornare la sua classe politica e le sue rappresentanze intermedie, ma Bologna è viva, Bologna è forte nelle relazioni con il mondo, Bologna sta reagendo benissimo a questa crisi e ha un’Amministrazione che ha degli indirizzi chiari. Potranno non essere condivisi, ma quello che non accetto è che si dica che l’indirizzo non c’è, perché questa è menzogna. Con questa chiarezza dobbiamo fare questo dibattito e io lo farò con la mia presenza, perché ci tengo molto e perché penso che davvero abbiamo un’occasione insieme.
I tempi sono molto importanti, ma anche come utilizzeremo questo tempo è molto importante. Quando ho scelto definitivamente la soluzione del Passante di Bologna, ho riguardato alla soluzione proposta del Passante nord. Ho visto che la Società Autostrade sommessamente ci faceva presente che facendo il Passante nord era comunque necessario ampliare un tratto di tangenziale. Ho visto che sul Passante nord si sposta il 25% del traffico, in particolare quello autostradale. Ho visto che sul Passante sud, di cui io non vorrei nemmeno parlare, per lo sventramento della collina che richiederebbe, si sposta il 10% del traffico. Io mi sono basato su questi dati, questi dati possono essere discussi, ognuno potrà nominare i suoi esperti di parte, è prevista una terzietà in questo confronto tra tutte le opinioni, ma francamente credo di aver preso la decisione migliore. Quindi, usciamo da questo grande equivoco, cominciamo a ragionare sul come, perché questo è il nostro vero compito, altre opzioni le abbiamo guardate e riguardate per anni, tutte le forze politiche, comunque si chiamino oggi rispetto ad allora, le hanno guardate, il nostro problema è farlo sapere ai cittadini, anche a quelli presenti, che vivono certamente con preoccupazione la novità di questa proposta. Starà a noi, starà soprattutto a me, agli assessori, ai tecnici, invece, dimostrare quanto questa soluzione possa risolvere i problemi che hanno vissuto in questi anni.
Bologna non si attraversa con un’opera, e ormai il Ministero dei Trasporti e le Autostrade lo hanno capito bene, attraversando semplicemente un territorio, si attraversa una comunità, però noi dobbiamo di esserla, questa comunità. Quindi, la campana suona per tutti noi, non c’è niente di tragico in quello che stiamo facendo – ha concluso il sindaco -, è sicuramente un’occasione di confronto nel merito e di dimostrare al resto del Paese che può contare su Bologna”.