Fantastiche Creature della Pianura padana e dei dintorni è il libro di Luciano Pantaleoni, che verrà presentato martedì 24 gennaio alle ore 21 al Centro di quartiere “Parco Amico” di Braida.

L’autore è presente e dialogherà con Francesco Genitoni.

C’è un legame molto forte tra i luoghi che abitiamo e i pensieri che ci vengono alla testa. Il nostro modo di vedere il mondo, le nostre convinzioni, le speranze e le paure fioriscono a partire dal vissuto, dalle strade che percorriamo, dalle campagne e dai fiumi che ci circondano, dalle case che ci ospitano e dalla loro capacità di accoglierci e rassicurarci.

È a partire da questi legami che nascono e vivono, nella testa e nei racconti delle persone, le creature fantastiche: personificazioni create dall’immaginazione umana – la dote più straordinaria – per affrontare le paure e rinsaldare le speranze.

Così le creature fantastiche incarnano le risposte che le comunità creano per interpretare fenomeni o eventi altrimenti incomprensibili e dare loro un significato. Sono creature nate per educare, per tramandare valori e idee, per gioco, per ribellione. Alcune nascono dalla solitudine, dallo spavento, dall’allegria, dalla fame, dal troppo mangiare e bere.

Già in epoca classica, grandi opere della mitologia greco-latina come la Teogonia di Esiodo, l’Eneide di Virgilio, le Metamorfosi di Ovidio, la Naturalis Historia di Plinio il

Vecchio o il Fisiologo, prontuario anonimo di simboli tratti dalla natura composto nel II-III secolo d.C, hanno fornito informazioni su creature meravigliose. Lo stesso vale per i  bestiari medievali, o per la narrazione degli incontri con figure mostruose e animali fantastici nella Divina Commedia, negli scritti di Marco Polo, nell’Orlando Innamorato del Boiardo, nell’Ariosto. Infine per la cultura popolare, frutto della sedimentazione dei saperi, ha dato vita e tenuto in serbo la memoria di molte creature fantastiche.

Questo libro-catalogo è il frutto di un pluriennale lavoro di ricerca sulle creature fantastiche della Pianura Padana.

Di ogni creatura immaginaria vengono analizzate le caratteristiche, le origini, le motivazioni che le hanno dato vita, i luoghi e le storie ad essa legate. Leggendo scopriremo da dove arrivano l’Asino che vola, il Bisoun da la cresta (il Drago), il Cagnulein moscò, la Chioccia d’oro, il Cucco, la Fada, Foionco, Gat Mamoun, Marzian, Mingone, la Mort imberiega, Ninina bufina per amore titina, l’Om Salvàdegh, la Vecchietta.
Questo inesauribile oggetto di curiosità ci riporta dunque alle origini di immagini giunte a noi come segni del mostruoso, del grottesco, del superstizioso, ma che celano un sorprendente spessore di significati simbolici: non tarderemo a riconoscere, nelle Fantastiche creature, strumenti utili per capire un po’ meglio come funzionano le persone e il mondo, e per affrontare la vita e gli imprevisti con una briciola in più di consapevolezza e ironia.
Luciano Pantaleoni

Nato a Correggio in una famiglia di dodici persone che parlavano come prima lingua il dialetto e avevano come riferimento culturale la tradizione orale emiliana, Pantaleoni ha pubblicato numerose opere sulle tradizioni popolari della sua terra, tra cui Arin bucin. Filastrocche popolari emiliane con L. Cassinadri (Unicoop 1983), Abitazioni rurali della pianura reggiana con C. Pietri (Maggioli editore 1999). Con Incontri Editrice ha pubblicato Cuore culo e dintorni. L’amore nella cultura popolare (2005), Fola muleta. Fiabe popolari emiliane (2006) e Le stramberie di Mingone e altri stolti contadini scaltri (2007), entrambe con con L. Cassinadri, e Curès (2009).

Di professione architetto, è il progettista di Coriandoline, le case amiche dei bambini e delle bambine (Progetto vincitore del premio Peggy Guggenheim 2001), e di Case per Gio.Co (menzione d’onore 2002 del World Habitat Haward) e coautore del video Manifesto delle esigenze abitative dei bambini di Pantaleoni-Malavasi (Maggioli Editore 1999).

 

Giulio Taparelli (Modena 1918- Correggio 2016)

Poliedrico artista, illustratore, scultore, figura sobria di cultura e di classe,  cresciuto in una famiglia dalla spiccata vena artistica. Animato fin da ragazzo da una passione per la ricerca che lo spingeva in campagna a parlare con i contadini, (senza macchina fotografica, né registratore) si iscrisse a Storia e Filosofia a Bologna ma fu chiamato in guerra. Fu sottotenente della Brigata Alpina Tridentina al fianco del generale Reverberi.

Ha scritto di lui Giuseppe Pederiali: «Giulio Taparelli, che però si firma come A.P. (Antelucani Paolino), anonimo correggese dei primi anni del 900. Impossibile non riconoscere i suoi colori forti come un’estate emiliana, le sue donne polpose, i suoi paesaggi da ex voto laici».

Villa Taparelli, in cui sono custoditi i suoi quadri, sculture e installazioni, è uno degli edifici architettonici di maggior pregio a Correggio.

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