«Confidiamo nel 2017, sperando che in questi primi mesi si verifichi, per la nostra economia, quella reale inversione di rotta annunciata da tanti, ma vista da pochi». Il segretario generale Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani, squaderna le tabella del XII rapporto sulla cassa integrazione, redatto dal Servizio Politiche attive  e passive del lavoro della Uil. E l’attenzione si fissa sul raffronto 2015-2016 da cui emerge un aumento del 6,1% della Cassa integrazione che, In Emilia Romagna, passa da 53.385.377  ore nel 2015 a 56.625.690 ore nel 2016.  Disaggregando il dato complessivo va sottolineato come la cassa integrazione ordinaria, nel giro di un anno, segni un + 51,6% (da 9.112317 ore a 13.815.715 ore) al pari di quella straordinaria che si attesta sul +21,7% (da 30.096.179 ore a 36.626.653 ore).

Cala, invece, in modo netto (-56,4%) la cassa in deroga che, 2015, ammontava a 14.176.881 ore, mentre nel 2016 si riduce a 6.183.322. Un dato al negativo che, per il segretario generale della Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani «non va inteso come un elemento positivo poiché questi sono posti di lavoro persi che non verranno mai più recuperati. Questo , a meno di una ripresa strutturale che, comunque,  allo stato attuale, è in grado di recuperarne una parte, non certo la totalità».

La  riprova di questo va ricercata nei posti di lavoro che la Cig, nella sua logica di rete di salvataggio socio-economica, è riuscita a preservare. In Emilia Romagna,  la cassa in deroga, nel giro di un anno, ha perso, 3.918 posti di lavoro. Nel 2015, la deroga ha preservato  6.949  lavoratori; nel 2016, 3.201. «Questa differenza – ribadisce il segretario generale della Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani – dimostra in modo concreto quanto da noi sostenuto: quando cala la deroga, sono posti di lavoro persi che, purtroppo stante l’attuale situazione, non torneranno più».
Osservando le altre due ‘tipologie’ di Cig, sempre nell’arco 2015-2016,  sono aumentati i lavoratori ‘salvati’  con l’ordinaria: + 2.305 (da 4.467 a 6.772); con la straordinaria: +  3.201 (da 14753 a 17954).

Spostando l’attenzione sulle singole province, quella che registra maggior ricorso alla Cig è Ferrara con +106% (da 2.488.013  ore a 5.136.811 ore).  Seguono Reggio Emilia con +36,3% (da 5.885.962 ore a 8.025.297 ore); Modena con +32% (da 10.058.062  ore a 13.279.169 ore) e Bologna con +3,6% (da  11.689.176 ore a 14.443.457 ore).  Chiude con +11,7% Ravenna (da 3.181.559  ore a 3.554.821 ore).

La Cig diminuisce, invece,  a Piacenza -54,8% (da 3.400.338 ore a 1.536.429 ore);  Rimini con 46,2% (da 7.840.068 ore a 4.221.707 ore); Forlì-Cesena con -30,3% (da 5.997.958 ore a 4.179.713 ore) e Parma con -21% (da 2.844.242 ore a 2.248.287 ore).

«Il 2016 è stato un anno in chiaroscuro – conclude il segretario generale della Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani -. Ora nel 2017 il Patto per il Lavoro, siglato con la Regione Emilia Romagna, deve avere effetti strutturali sulla nostra economia da un lato, spingendo ancora di più su una ‘sana’ occupazione, non certo quella figlia dei voucher; dall’altro deve rafforzare la ripresa economica, ancora debole, ad esempio, dando il via a bandi per le infrastrutture».

 

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