È in programma domenica 13 ottobre una nuova edizione della Festa dei Popoli a Castelnovo Monti. Un’iniziativa dal profondo significato, che unisce riflessioni su uno dei grandi temi della contemporaneità, le migrazioni internazionali, proposte sotto un punto di vista che non sia quello dell’emergenza, bensì quello della capacità di incontro, ascolto e conoscenza reciproca.
Una festa che prende atto di un quadro che l’Appennino vive da ormai tanti anni: non più (solo) terra di emigrazione, ma anche di arrivo e sedimentazione di nuove etnie e culture, che in questa fase storica hanno contribuito, come i dati confermano, ad arginare lo spopolamento e il calo demografico del territorio.
Il tema centrale dell’edizione 2019 sarà “Musica è…”, a sottolineare il ruolo di connessione ed espressione in grado di essere compresa da tutti, senza barriere, proprio della musica. Il programma è stato presentato in Municipio a Castelnovo dal Vicesindaco e Assessore alla Cultura Emanuele Ferrari, il consigliere comunale Essadiki Abdelghani che ha seguito l’organizzazione dell’evento, Alberto Campari, Presidente del Gruppo Amici Ospedali Missionari, che ne è il principale promotore, e Monia Tamburini, in rappresentanza del Parco nazionale e del progetto Parco nel Mondo.
Spiega Alberto Campari: “Anno dopo anno, La Festa dei Popoli sta prendendo corpo, trasformandosi in un percorso costruito da una serie di iniziative pensate per vivere un cammino. Oltre all’ormai tradizionale festa del 13 ottobre, avremo anche una serata di testimonianze mercoledì 30 ottobre, un focus sulla realtà di Mediterranea Saving Humans. Il 24 novembre ci sarà invece uno spettacolo in teatro dal titolo MondoMinio. Ossia il mondo visto come un condominio. Abbiamo quindi eventi divertenti, sereni, ma anche testimonianze e approfondimenti, per conoscere, incontrarsi e vincere le paure. Domenica 13 il titolo della festa sarà “Musica è…”, perché vogliamo vivere una giornata di colori e suoni, gioia, allegria, e vogliamo farlo insieme, cristiani, musulmani, ortodossi, italiani e stranieri, bianchi e neri. Perché abbiamo tutti bisogno di amore, di incontri che ci aprono alla vita. Un ulteriore segnale importante è che la Festa raccoglie sempre più partecipazioni. Quest’anno avremo con noi il Parco nazionale e l’Istituto Nelson Mandela”.
Aggiunge Abdelghani: “Anche quest’anno, nella seconda domenica di ottobre, festeggeremo quella che sta diventando una ricorrenza attesa, una festa ricca di significato soprattutto per il momento storico che stiamo vivendo. Con questa iniziativa vogliamo promuovere quelli che sono alcuni dei valori che il nostro Appennino ha dimostrato di avere nel arco della sua storia: la sensibilità e la capacità di accoglienza che hanno portato a un’apertura mentale e un rispetto verso le altre culture. Oggi come non mai abbiamo bisogno di continuare questo percorso di incontro, scambio e conoscenza tenendo al centro il rispetto della persona, e su questa sensibilità si gioca la nostra condizione di esseri umani. Per l’edizione 2019 abbiamo deciso di costruire l’evento sul tema “Musica è…”, tema che mi ha colpito dal primo momento in cui è stato proposto, essendo la musica una lingua a se, una lingua universale”.
Monia Tamburini ha spiegato che “il Parco nazionale ha voluto attivare quest’anno una collaborazione a questo evento perché il fenomeno delle migrazioni è da anni al centro del progetto Parco nel Mondo: principalmente abbiamo avuto modo di studiare le storie di tanti residenti dell’Appennino che negli anni, in passato e ancora oggi, hanno scelto di andare a vivere all’estero ma hanno mantenuto forti legami con il territorio di origine. Oggi siamo interessati anche a conoscere i motivi per i quali chi arriva da lontano sceglie di vivere in Appennino: da Parco nel Mondo, vogliamo analizzare insomma anche il Mondo nel Parco. Ci sono altri due aspetti che ritengo siano molto importanti: il coinvolgimento dell’Istituto superiore Mandela, che in particolare nell’indirizzo turistico e alberghiero ha una forte componente di ragazzi stranieri, e poi il far parte dell’area Mab Unesco dell’Appennino, che per definizione ci porta a dialogare con l’Europa e con il mondo”.
L’evento di domenica 13 ottobre inizierà dalle 14.30 con partenza dal centro storico di Castelnovo, per arrivare camminando insieme fino all’Oratorio Don Bosco, accompagnati da musica e balli etnici. All’Oratorio, per tutta la giornata, le comunità di origine straniera residenti sul territorio di Castelnovo e dell’Appennino saranno protagoniste attraverso i propri stand, con prodotti e piatti tipici, artigianato tradizionale, musica e materiali illustrativi della storia e tradizione dei paesi di origine. Saranno presenti le comunità del Maghreb e di altre zone dell’Africa, dell’Asia, dell’Europa balcanica e dell’est, e altre che sono presenti sul territorio da anni, anche attraverso percorsi di integrazione che hanno reso molte di queste persone dei veri “montanari”, che condividono le difficoltà, le battaglie quotidiane per mantenere vivo il territorio.
Altri due eventi collegati alla Festa sono in programma mercoledì 30 ottobre, al Centro sociale Insieme (in via dei Partigiani) alle 20.45: un dialogo con i ragazzi dell’Associazione Mediterranea Saving Humans e don Mattia Ferrari; domenica 24 novembre invece, alle 15 al Teatro Bismantova, ci sarà lo spettacolo teatrale Mondominio della compagnia La Mangrovia.
Momenti di incontro e dialogo per stare insieme e confrontarsi su temi profondi e complessi che permeano profondamente il nostro tempo.
La Festa dei Popoli è organizzata con la collaborazione del Comune di Castelnovo Monti, il GAOM, la Caritas di Castelnovo Monti, l’Istituto superiore Nelson Mandela, l’Unitalsi, il Parco nazionale dell’Appennino e l’area Mab Unesco, le Associazioni Vogliamo la Luna, Al Bayt, Una Bottega Diversa, Scuola di Formazione Teologica Appennino Reggiano, Appennino 2.0 – Conoscersi per Costruire, la Croce Verde di Castelnovo, l’Oratorio Don Bosco.
Per informazioni: Alberto tel. 328 6762850.
Nelle foto, da sinistra: Monia Tamburini, Essadiki Abdelghani, Emanuele Ferrari e Alberto Campari