Il 1 gennaio 2020 Bologna cammina per la pace nel segno di “INSIEME. Città aperte e solidali”, il tema che muove la “Marcia della Pace e dell’Accoglienza 2020”, alla sua quinta edizione, per iniziativa del Portico della Pace.
A partire dal primo evento, organizzato sull’onda degli attentati terroristici del 2015 a Parigi e del conflitto siriano, la marcia della pace si rivolge ad associazioni confessionali e laiche, credenti e non credenti, reti civiche, comunità, gruppi informali, realtà interculturali e singoli individui che hanno dato vita, proprio nel corso del 2016, all’esperienza del Portico della Pace, luogo civico di incontro e confronto di ogni linguaggio, cultura e fede religiosa. In risposta al bisogno di pace, contro le guerre, i conflitti e le disuguaglianze sociali ed economiche, per la giustizia e i diritti negati, la Marcia della Pace crea un momento forte di partecipazione per contribuire, tutti insieme, a ricomporre quegli ideali di solidarietà e accoglienza che appartengono alla città di Bologna e ne costituiscono l’identità. Il programma ha inizio alle ore 15, per i saluti di benvenuto, con partenza da Piazza VIII agosto. Si cammina, quindi, fino a Piazza del Nettuno, dove verso le ore 17 ha luogo l’intervento conclusivo di Cecilia Strada, ex presidente dell’ONG Emergency.
Il 2019 è trascorso lasciando aperte ferite, crisi e catastrofi umanitarie non risolte. La scelta del tema della marcia 2020, “INSIEME. Città aperte e solidali”, da parte del Portico della Pace, individua un percorso, un cammino partecipato e condiviso, da tutti quelli che si riconoscono nello ‘scendere in piazza’. “Perché in certi casi bisogna esserci, insieme, per dire basta alle parole e ai gesti di odio, che feriscono i più deboli ma fanno male a tutti. Perché ci si salva soltanto insieme, sempre: dai pericoli del mare, dalla condizione di bisogno, dai rischi per la democrazia, che è un bene superiore che appartiene a tutti. Lo abbiamo sempre fatto, in questa Città, in questo territorio. È la nostra ricetta: tirarsi su le maniche e lavorare insieme, per costruire lavoro, per dare diritti, per aiutare chi resta indietro. Rispettandosi a vicenda. Con semplicità, intelligenza, gioia di vivere. Questo vuol dire essere bolognesi, appartenere a questa terra, a prescindere dal luogo in cui si è nati. Orgogliosi insieme, vecchi e nuovi cittadini, di ciò che abbiamo alle spalle. Ci hanno insegnato che non si sta in pace da soli ma si fa la pace, tra due o più persone. E la pace non piove dal cielo, ma la si costruisce insieme, dal rapporto con i familiari e il vicino di casa, al rapporto tra stati e popoli. E fare pace significa, ad esempio, spendere i soldi di tutti non per comprare armi ed aerei F35, ma per tener su un Paese che crolla e costruire scuole. Significa dare casa e lavoro a chi non ce l’ha, dare una mano a chi non ce la fa, ridare dignità a chi sembra averla perduta. Camminare insieme in questa direzione, insieme nelle piazze”.
L’importanza dei concetti cardine della Marcia della Pace e dell’Accoglienza della città di Bologna, sintetizzati nel titolo “INSIEME. Città aperte e solidali”, è ripresa anche nelle parole di Virginio Merola, Sindaco di Bologna e Città metropolitana di Bologna, che dichiara: “Condivido pienamente le parole con cui, anche quest’anno, il Portico della Pace ha organizzato la marcia del primo gennaio. La parola insieme fonda la nostra comunità e costituisce la ragione dell’essere cittadini, che si sia nati qui o in un altro luogo. Abbiamo bisogno di un’ecologia delle parole e dei gesti. Oggi è più necessario che mai”.
A fianco di chi marcia per la pace ci sono, fin dagli esordi, due importanti sostenitori, il Cardinale di Bologna Matteo Zuppi e Yassine Lafram, presidente U.CO.I.I., Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, che anche in questa edizione riconfermano i valori dell’iniziativa con le loro parole. Per il Cardinale di Bologna Matteo Zuppi: “Come ogni anno ci troviamo a camminare per la pace a nome di tutti gli uomini di buona volontà perché la pace non è di qualcuno ma di tutti, e tutti siamo chiamati a costruire la pace in questo anno in cui ricorderemo il 75 anniversario della fine della Seconda Guerra mondiale. “La pace come cammino di speranza” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 53^ Giornata mondiale della Pace 2020. Il Santo Padre invita ad affrontare la fatica del cammino perché la speranza “è la virtù che ci dà le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano insormontabili”. Mettiamoci dunque in cammino, rompendo la logica morbosa della minaccia e della paura, cercando sempre il bene comune e impegnandoci a mantenere la parola e a rispettare il diritto”.
Yassine Lafram, presidente U.CO.I.I., Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, in particolare, passa il testimone della pace, per il prossimo futuro, ai giovani, che hanno già dato prova di sensibilità e responsabilità nei confronti del nostro pianeta. “Anche quest’anno ci si proietta ad un appuntamento di notevole valore sia simbolico che sostanziale. La Marcia a favore della pace vuole che le giovani generazioni abbiano sempre più un ruolo da maggiore protagonista nella costruzione di un mondo migliore in cui possa regnare la libertà e la giustizia”.
La Marcia della Pace e dell’Accoglienza 2020 ha il patrocinio di Regione Emilia Romagna – Assemblea legislativa, Città Metropolitana di Bologna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum- Università di Bologna, CNA Bologna, Alleanza Cooperative Italiane e vede il coinvolgimento di 54 fra associazioni religiose, e laiche, reti civiche, comunità, gruppi informali, realtà interculturali, che hanno già fornito la loro adesione.