Gian Paolo Brizzi, professore emerito di Storia dell’Università di Bologna, è il secondo italiano ad aver ricevuto il riconoscimento che premia studiosi che si sono distinti nell’ambito della storia culturale ungherese.
Il prof. Gian Paolo Brizzi, professore emerito in Storia dell’Alma Mater, è stato insignito, a Budapest, del premio “Pro cultura Hungarica” che, ogni anno, viene assegnato a uno studioso che si è distinto per gli studi della storia culturale ungherese.

Proposto al Ministero della Cultura dal prof. István Monok, Presidente dell’International Association for Hungarian Studies, il prof. Brizzi è il secondo italiano ad aver ricevuto tale riconoscimento, essendosi occupato di vari momenti e aspetti della presenza ungherese a Bologna: gli studenti ungheresi che ressero il rettorato nei secoli XII-XV, la presenza del Collegio Ungaro-Illirico di cui ha pubblicato le memorie agli studenti ebrei ungheresi che, fra il 1930 e il 1938, si rifugiarono per i propri studi all’Alma Mater per sfuggire alle vessazioni riservate loro in patria, l’ospitalità offerta ad alcuni studenti esuli in Italia dopo la fallita rivolta del 1956.

Gian Paolo Brizzi, Presidente del Centro interuniversitario per la storia universitaria italiana con sede a Bologna, ha sviluppato e mantenuto stretti rapporti con diverse istituzioni ungheresi, ha promosso la ricerca di studenti e ricercatori ungheresi in Italia e, grazie a lui, sono state organizzate diverse conferenze da studenti ungheresi in Italia e studi italiani in Ungheria.

Con il suo lavoro e la sua vita, il professor Brizzi è un esempio di come una persona non ungherese possa diventare uno scienziato ungherese per eccellenza, cioè un ungherologo, contribuendo alla conoscenza della cultura ungherese nel mondo.

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