Un progetto che dà spazio all’innovazione di un genere teatrale, quello del teatro di figura, animato dalla vocazione di tornare a porre in primo piano ed esplorare quegli orizzonti artistici che il lavoro e le opere di Otello Sarzi avevano fatto di Reggio Emilia un punto di riferimento per generazioni di artisti in Italia e non solo. La riscoperta di una forma d’arte, quella del teatro di figura o di animazione per adulti, che è da considerarsi una vera arte così come avviene in altri paesi europei.

Il Festival Figure da grandi nasce dalla comune volontà del Centro Teatrale MaMiMò e dell’Associazione 5T, in collaborazione con Teatro Gioco Vita e Fondazione Famiglia Sarzi, di recuperare questa tradizione che ha ispirato intere generazioni di burattinai in Italia e non solo, e dare la possibilità alle nuove generazioni di essere ancora affascinate dall’arte del teatro di figura e dei suoi artisti.

Una programmazione, inserita nell’ambito del progetto “La cultura non starà al suo posto. Reggio per Emilia 2020”, che quest’anno si presenta più ricca che mai, 6 giorni di festival suddivisi in due weekend – dal 21 al 23 febbraio e dal 28 febbraio al 1 marzo – con spettacoli per tutte le età, mostre, un workshop e momenti di approfondimento come la proiezione del documentario di Mario Bianchi “Io di mestiere faccio il burattinaio” o l’incontro con ospiti nazionali “La Figura sulla scena contemporanea”.

La meccanica del cuore, coproduzione MaMiMò/Teatro Gioco Vita, aprirà il Festival andando in scena venerdì 21 e sabato 22 febbraio alle ore 21.00 e domenica 23 febbraio alle ore 17.00. Tratto dal romanzo omonimo di Mathias Malzieu vedrà in scena Fabio Banfo, Cecilia Di Donato e Paolo Grossi, guidati dalla regia di Marco Maccieri – che ne cura anche l’adattamento – e Angela Ruozzi. Le ombre e le scene sono firmate da Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni. Lo spettacolo, d‘attore e ombre, narra gli eventi che seguono l‘incontro di Jack e Meliès, l‘inventore del cinema, che lo vede come il personaggio del suo capolavoro. A metà tra una fiaba teatrale e un romanzo di formazione, questa pièce traccia una metafora sulla creazione artistica e sull’immaginazione.

Prima di tutti gli spettacoli, dalle 19:30 (dalle 16:00 la domenica) nel foyer che si dividerà fra il Teatro Piccolo Orologio e il Centro Sociale Orologio, ci sarà un aperitivo e la proiezione del documentario “Io di mestiere faccio il burattinaio”di Mario Bianchi. Un video-omaggio all’arte burattinesca attraverso le testimonianze di chi la mantiene in vita come mestiere. In un viaggio denso di emozioni, dal Piemonte alla Sardegna, attraverso le interviste a 16 burattinai scopriamo questo antico mestiere insieme ai suoi maggiori protagonisti.

Sabato 22 e domenica 23 febbraio inizierà anche il workshop “Teste di legno” tenuto da Brina Babini, che continuerà anche sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo. Il laboratorio, rivolto sia a principianti che a professionisti, è finalizzato alla creazione di testa e mani di un proprio burattino di legno. I partecipanti verranno guidati  nella creazione attraversando tutti le fasi necessarie per ricavare il loro burattino professionale. Brina Babini è un’artista-scenografa del teatro di figura, crea burattini, marionette, pupazzi, baracche e scenografie per il teatro di figura che animano le scene italiane e i maggiori festival europei.

Biglietti LA MECCANICA DEL CUORE, DON GIOVANNI IN CARNE E LEGNO, MAZE E LITTLE BANG: €10 e €8.

Per informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:30 e nei giorni di spettacolo.

WORKSHOP TESTE DI LEGNO: informazioni e iscrizioni scrivendo a biglietteria@teatropiccolorologio.com o chiamando lo 0522.383178

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