Almeno un terzo del fatturato annuo delle piccole e medie imprese andrà in fumo a causa del coronavirus. Sono queste le risultanze di un questionario realizzato nel nord Italia (con circa 4.000 risposte, Modena ha partecipato con 250 e Reggio Emilia con una cinquantina da imprese associate a Lapam Confartigianato, un dato molto significativo) e il questionario è stato realizzato alla fine della scorsa settimana e dunque, con le nuove misure restrittive, il dato potrebbe aumentare. Le risultanze peggiori riguardano turismo, pubblici esercizi e commercio, ma anche i comparti produttivi prevedono cali pesantissimi. Nel complesso più del 70% delle imprese prevedono pesanti ripercussioni e oltre il 50% già da ora è in difficoltà. I settori più colpiti, turismo e commercio a parte appunto, sono quello dei trasporti (soprattutto per i trasporti di persone che sono azzerati), dell’alimentare, i servizi (che prevedono oltre il 30% di calo), il manifatturiero (che per ora sembra reggere meglio all’emergenza sanitaria, ma che sta accusando problemi anche nell’import perché i magazzini con le scorte sono ormai vuoti) e il settore delle costruzioni che, almeno per il momento, rappresenta il comparto meno colpito. Tra i vari settori, come detto, particolarmente penalizzato il turismo e i pubblici esercizi: un terzo delle risposte delle attività modenesi del settore prevede, con questo trend, la chiusura dell’attività entro il 2020.
“Siamo molto preoccupati – conferma il presidente Lapam, Gilberto Luppi -. Siamo molto preoccupati per l’emergenza sanitaria, per le nostre famiglie e per le famiglie dei nostri collaboratori, e lo siamo per il futuro delle nostre imprese. Sappiamo che verranno presi provvedimenti economici, di certo però la crisi della liquidità si presenterà prestissimo. In più, posso dirlo per conoscenza diretta, le scorte per le imprese manifatturiere sono ormai finite. Ma – sottolinea il presidente Lapam – siamo di fronte a una vera e propria emergenza che dobbiamo affrontare con il massimo della responsabilità. Un senso di responsabilità che dobbiamo avere in primis come imprenditori”.
Il segretario Lapam, Carlo Alberto Rossi, conclude: “Chi può e non l’ha ancora fatto si affidi al cosiddetto lavoro agile o smart working, questa possibilità è sicuramente da promuovere. In Lapam, ad esempio, ci siamo già attrezzati e nei prossimi giorni verrà data la possibilità a chi ne farà richiesta di operare presso la propria abitazione. Il pragmatismo di noi emiliani porterà a far cambiare i nostri comportamenti, dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria e al tempo stesso la produttività per superare anche questa emergenza”.