“A seguito dei DPCM, Poste Italiane (attraverso il Comitato per la gestione del rischio Coronavirus) ha definito regole e modalità coerenti, pubblicando sul sito aziendale indicazioni operative che hanno come riferimento i decreti governativi.

Con l’aggravarsi della situazione, però, si è verificato un enorme ritardo nell’applicazione di queste misure precauzionali, nonché delle indicazioni del Servizio sanitario regionale per quanto riguarda il contenimento dell’infezione da Coronavirus.

Solo da ieri, e dopo varie comunicazioni scritte delle OO.SS. Confederali, si sta procedendo alla consegna delle mascherine in tutti gli uffici postali.

Da oggi, invece, si procederà (così come richiesto dal sindacato) ad una riduzione dei turni di lavoro, con la chiusura di alcuni uffici che lavorano su doppio turno su tutto il territorio regionale.

In questa regione, dal primo giorno di emergenza (ormai più di 20 giorni fa), abbiamo denunciato la mancanza di dispositivi di protezione individuale, le carenze igienico-sanitarie, la mancanza di disinfettante per le mani e la necessaria sanificazione degli ambienti e delle attrezzature di lavoro.

Sarebbe stato indispensabile, fin da subito, rafforzare le misure di contenimento e di contrasto con decisioni adeguate, senza rimandare e attendere approvazioni a livello centrale, anche per un semplice approvvigionamento straordinario del materiale necessario, al fine di garantire le misure di sicurezza previste dal DPCM.

Invece, l’aggravarsi della situazione in questa regione – con gli uffici postali, i centri di recapito, i centri di smistamento e le strutture di staff sguarniti delle protezioni necessarie – sta producendo tensione  nei luoghi di lavoro.

Per questo chiediamo di:

– procedere immediatamente con le pulizie straordinarie

– evitare gli assembramenti regolamentando l’accesso agli uffici postali

– delimitare negli uffici lay out (senza vetro separatore) il rispetto della distanza tra l’operatore e il cliente

–  non procedere ai distacchi

– chiudere le sale consulenza, con spazi ristretti, che non garantiscono la distanza prevista dal DPCM

– riconoscere i permessi retribuiti con la specifica causale, attivando da subito il Fondo di solidarietà aziendale

– distribuire i gel igienizzanti e i dispositivi di protezione individuale a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, compresi i lavoratori e  le lavoratrici non dipendenti di Poste Italiane che svolgono lavori di pulizia negli uffici postali.

Oltre a questo, rappresentiamobl’impellente esigenza di razionalizzare l’attuale operatività, garantendo comunque un presidio di garanzia sull’intero territorio regionale, ritenendo essenziale prima di tutto la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori”.

(Il Coordinamento regionale SLC-CGIL Emilia-Romagna)

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