Un altro doloroso lutto ha colpito la Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla: nella mattina di oggi, sabato 14 marzo, all’Arcispedale Santa Maria Nuova, è spirato don Guido Mortari, storico parroco della comunità di Sant’Agostino, in centro a Reggio Emilia. L’ottantatreenne sacerdote, ricoverato da alcuni giorni, è deceduto in seguito all’aggravarsi di una polmonite; al momento non è noto l’esito del tampone che era stato precedentemente eseguito per conoscere l’eventuale affezione da Covid-19.

Appresa la notizia il vescovo Massimo Camisasca ha espresso il suo cordoglio manifestando la sua vicinanza nella preghiera ai familiari di don Guido, ai fedeli della parrocchia di Sant’Agostino e a tutto il presbiterio.

Guido Mortari era nato il 5 febbraio 1937 a Reggio Emilia, della parrocchia di San Prospero, ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1965 dal vescovo Gilberto Baroni. Lo stesso anno don Guido fu nominato addetto all’Ufficio amministrativo diocesano (incarico che mantenne fino al 1969) e vicario cooperatore nella parrocchia di Sant’Agostino, retta allora da don Dante Pederzoli, spendendosi con grande generosità nella pastorale di ragazzi e giovani. Diventò parroco di Sant’Agostino nel 1978 e lo è rimasto per oltre quarant’anni fino all’ottobre scorso, quando gli è subentrato don Luca Grassi, che oggi ricorda il confratello con queste parole: “È stato un pastore  con l’odore delle pecore, che conosceva per nome una ad una, via per via, casa per casa. Ha dedicato la sua vita al servizio della Chiesa e a Dio con instancabile dedizione e amore, donando tutto quello che aveva. Ha donato la sua vita alle famiglie e ai giovani che a  centinaia hanno partecipato della vita di parrocchia e hanno intrapreso un cammino di fede. Ha accompagnato nella fede e nella vita intere generazioni: nonni, figli, nipoti e pronipoti. Ha visitato con costanza ammalati, anziani e famiglie, accompagnando cristianamente alla morte tutti i parrocchiani. Ha speso il suo tempo nella preghiera, nell’ascolto delle persone e nella confessione, alla quale negli ultimi anni ha dedicato molto tempo. Ha sostenuto la Caritas e l’animazione missionaria, sostenendo due missioni in Africa e Brasile. Ha ristrutturato e riportato alla loro bellezza originaria la chiesa, il chiostro, il teatro, la canonica e  tutti gli ambienti parrocchiali, con l’aiuto della comunità e dei familiari. Don Guido ci mancherai, ma continuerai a camminare con noi dal cielo. Ci stringiamo nella preghiera che eleviamo a Dio”.

Don Guido teneva fortemente alla comunità, curando con attenzione la liturgia e in particolar modo quella festiva, sempre molto frequentata.

“Secondo criteri umani la croce è una follia; secondo il messaggio cristiano la vita è bella non per i soldi, ma per l’offerta a Dio. Se la vita è vissuta con fede e speranza, la croce è la strada che porta a Gesù. La croce può essere una grazia nel nostro cammino di purificazione, un aiuto spirituale per essere accolti da Gesù in Paradiso. A noi il Signore chiede la disponibilità a portare la nostra croce”: così scriveva don Mortari in una lettera distribuita al termine della santa Messa celebrata in parrocchia nel giorno dell’83° compleanno.

Parole capaci di consolare oggi la sofferenza, condivisa dal clero e dai laici, di non potersi radunare nell’amata chiesa di via Reverberi in città per partecipare alla liturgia di commiato.

Nel rispetto delle disposizioni per il contrasto alla pandemia in corso, infatti, non saranno celebrate le esequie di don Mortari, ma si terrà un momento di commiato – al quale sarà presente solo il vescovo Massimo a nome di tutta la Chiesa diocesana – nel cimitero di Montalto (Vezzano sul Crostolo), dove la salma sarà tumulata nella tomba di famiglia.

Terminato il periodo di emergenza verrà celebrata la santa Messa di suffragio nella parrocchia di Sant’Agostino per esprimere al Signore la gratitudine per il fedele e fecondo ministero di don Guido.

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