Nella giornata di ieri il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha dichiarato che si effettueranno test a tampone nella nostra regione per scoprire eventuali positivi al Coronavirus anche fra chi non ha sintomi. I cosiddetti: asintomatici.

Si partirà da chi lavora nel settore della sanità (medici , infermieri e occupati nell’assistenza sanitaria) e poi si proseguirà sugli altri cittadini ed i lavoratori, secondo un piano che sarà modulato nelle nove province in base ad uno schema che sarà presentato oggi dal commissario ad acta all’emergenza, Sergio Venturi, di concerto con l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

“Valutiamo positivamente questa decisione, così come ne abbiamo condivise altre varate dall’attuale giunta regionale, ma ci permettiamo di contribuire a questo progetto segnalando alcune cose. Prendiamo spunto dall’analisi svolta dal direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, Andrea Crisanti, che ha studiato il caso di Vo’ Euganeo , con i test effettuati su tutti gli abitanti, anche gli asintomatici che si sono rivelati in moltissimi casi positivi al virus Covid-19, in un rapporto di questo tipo: per ogni caso che va in ospedale altri 10 positivi si devono calcolare asintomatici. E’ chiaro che non si possa fare il tampone a tutti gli italiani però si può fare il tampone alle persone vicine agli asintomatici che siano stati già tracciati e soprattutto è necessario effettuare il tampone alle persone che anche in questa contingenza di emergenza sanitaria sono costrette a recarsi sul posto di lavoro, magari a contatto con il pubblico, in base alle disposizioni del dpcm”: a lanciare la proposta è Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato confederale Ugl.

“Le categorie che a nostro dovere dovrebbero essere sottoposte a tampone sono anche quelle dei trasporti, della manutenzione reti e servizi (energia, gas, acqua, pulizia e raccolta rifiuti) e del trasporto ferroviario, per non parlare dei lavoratori che non possono fermarsi, in quanto impegnati ad erogare beni e servizi essenziali per la collettività come forze dell’ordine e dipendenti delle P.A. E poi ci sono le altre attività private: come il commercio e il credito , per esempio. Necessario, dunque, mettere in sicurezza queste persone che contribuiscono in maniera così decisiva, in questa fase storica, alla vita del paese e della nostra Regione in prima linea in questa battaglia contro un nemico invisibile”: conclude il segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato confederale Ugl , Tullia Bevilacqua.

 

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