Sperimentazione di aperture anticipate per alcune filiere internazionali (fra cui automotive e automazione, ceramica, moda, nautica e offshore), per salvaguardare quello straordinario patrimonio che è l’export dell’Emilia-Romagna, e nell’edilizia e costruzioni, con riferimento ai cantieri delle opere pubbliche e dei comparti operativi collegati. Inoltre, avvio dei Tavoli provinciali per l’individuazione dei protocolli di sicurezza da applicare in tutte le filiere e i settori, dalla manifattura alla logistica, dall’agricoltura alla mobilità. Il tutto, garantendo ciò che serve per avere la massima sicurezza. Questa, in sintesi, la proposta che la Regione presenterà ufficialmente al Governo, dopo averla discussa e condivisa questa mattina con il Patto per il lavoro, organismo che dal 2015 vede riuniti con la Regione stessa i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università e Terzo settore dell’Emilia-Romagna.
Tavolo convocato dal presidente Stefano Bonaccini: “Martedì scorso, alla prima riunione del Tavolo, ci eravamo dati sette giorni di tempo per definire un progetto che fosse dell’intero sistema socioeconomico regionale, e già oggi ci siamo trovati d’accordo: un segnale positivo e di compattezza che arriva dall’Emilia-Romagna, soprattutto in questo momento di dura crisi. Una condivisione essenziale per pensare a una ripartenza nelle massime condizioni di sicurezza. Un progetto che proporremo al Governo, dal momento che solo il Governo ha la competenza sulle attività produttive e quindi su eventuali riaperture o meno. Come perimetro temporale abbiamo il 3 maggio, valido per tutto il Paese. Qualora venisse deciso, potrebbero esserci riaperture prima, ma lo ribadisco: la salute prima di tutto. Ora abbiamo una proposta condivisa per l’Esecutivo nazionale, con l’indicazione di filiere che qui, nel caso, potranno operare sulla base di protocolli per la sicurezza di lavoratori e lavoratrici”.
“Oggi abbiamo circa 500mila lavoratori in cassa integrazione- ha ricordato l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-. Un dato senza precedenti nella storia dell’Emilia-Romagna, ne va della tenuta sociale dei nostri territori. Il calo dei contagi sta funzionando, ma serve prudenza. Non vogliamo tutto aperto o tutto chiuso: dobbiamo portare avanti una ripresa governata. Consegniamo quindi al Governo una proposta, ma perché siamo in grado di governarla. Il tema della responsabilità del processo in questa fase di transizione è fondamentale”.
Sviluppo dei protocolli di sicurezza: le filiere proposte
Il documento condiviso nel Patto per il Lavoro individua le filiere per lo sviluppo dei protocolli di sicurezza. Si va dalla manifattura – centrale nell’economia regionale, con un peso sul valore aggiunto prodotto del 28% e un valore dell’export di 64 miliardi di euro – alle costruzioni (oltre 65.000 imprese con prevalenza della piccola dimensione), al complesso universo del turismo, commercio e pubblici esercizi, al comparto dei servizi alla persona (con imprese che vanno dalla micro-dimensione alle grandi cooperative di servizi). Questo l’elenco degli ambiti individuati nel dettaglio: manifatture e industria; edilizia e cantieri; trasporto merci e logistica; servizi pubblici locali; mobilità delle persone; cultura; commercio, pubblici esercizi, turismo, sport e wellness; agricoltura, industria agroalimentare e pesca; servizi alla persona, terzo settore e sociosanitario; servizi ambulatoriali privati; professionisti e attività di servizio.
In relazione alle diverse filiere, partendo dai protocolli nazionali, potranno essere indicate possibili soluzioni da sperimentare anche con il supporto dei cluster regionali e sulla base degli esiti dei progetti di ricerca finanziati dalla Regione.
I Tavoli provinciali
Diffusione delle linee guida e dei protocolli per la sicurezza dei luoghi di lavoro, garantendo omogeneità di comportamento a livello territoriale. Promozione, dove necessario, di accordi tra parti sindacali e datoriali per garantire l’applicazione, in sede aziendale, delle linee guida; implementazione di tutte le misure possibili per semplificare l’adozione di misure per la sicurezza, così da garantire tempi rapidi e certi al processo di riapertura. Questi i compiti principali che dovranno svolgere, all’interno della regia e del coordinamento del Tavolo regionale del Patto per il lavoro, i Tavoli provinciali. Spetterà sempre a loro, inoltre, un ruolo attivo rispetto all’approvvigionamento delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuali, oltre al monitoraggio e alla condivisione di accordi innovativi aziendali o di gruppo.
La riapertura in sicurezza delle prime filiere internazionali
La Regione Emilia-Romagna proporrà al Governo una possibile sperimentazione per la riapertura anticipata di alcune filiere di valenza internazionale. Si tratta di filiere di grande valore e prestigio per l’intero Paese, come quelle dell’automotive e dell’automazione, in grado di garantire l’applicazione di protocolli avanzati e innovativi grazie all’impegno delle parti sociali e delle imprese; della nautica e dell’offshore, che hanno già definito protocolli avanzati per la sicurezza; della ceramica, della moda; dell’impiantistica alimentare, parte integrante della filiera agroalimentare nazionale ed internazionale, e della meccanica agricola, direttamente collegata alla produzione primaria. Infine, la filiera dell’edilizia e delle costruzioni, con particolare riferimento ai cantieri delle opere pubbliche e di supporto alle filiere manifatturiere già operative, oltre alle attività ancora in corso nelle aree del sisma.
Imprese individuali, microimprese, turismo, ristorazione, strutture sportive
I firmatari del Patto hanno condiviso la necessità di assicurare quanto prima un impegno particolare, insieme alle associazioni e ai Tavoli provinciali, per l’implementazione dei protocolli di sicurezza da adottare a favore delle imprese individuali e delle microimprese impegnate nelle attività di supporto alle altre filiere. Uno sforzo rilevante dev’essere dedicato alla ricerca di soluzioni di sicurezza adeguate per i servizi alberghieri e turistico-ricettivi, della ristorazione e dei pubblici esercizi, del wellness, delle strutture sportive, ricreative e culturali, che richiedono standard particolari non solo per i lavoratori ma anche per l’utenza. Per questi ambiti è necessario operare da subito per l’adozione di standard e soluzioni di livello nazionale ed europeo.