“Per quanto sia importante riaprire il prima possibile, per quanto gli imprenditori del settore siano in grado di garantire la massima sicurezza, siamo pessimisti: le imprese dell’acconciatura, dell’estetica e del benessere in genere temiamo non ripartiranno con le altre”, ammette Luana Franzoni, presidente di Cna settore Benessere e Sanità.

“Quello che ci sconcerta, però, è che sentiamo prendere posizione sulle regole per la riapertura in base al parere di sedicenti formatori o presunti esperti privi della benché minima conoscenza del nostro settore. Si rischia così di avere proposte impraticabili, magari declinate a livello territoriale. Come CNA, invece, ci stiamo impegnando affinché ci siano regole più omogenee possibile a livello nazionale e che queste regole siano soprattutto il più applicabili possibile. In altre parole, che il buon senso vada a braccetto con la sicurezza della clientela e degli operatori”.

Le aziende di acconciatura ed estetica, ad esempio, hanno come procedure basilari del lavoro l’igienizzazione, quindi, da questo punto di vista sono già pronte. È possibile l’utilizzo delle mascherine chirurgiche, sia per gli operatori che per i clienti. Gli assembramenti, poi, sono facilmente evitabili: basta ricevere i clienti solo su appuntamento, e così possiamo mantenere anche le distanze di sicurezza. In più, andiamo verso la stagione calda, per areare maggiormente i locali possiamo tenere le porte dei negozi aperte”.

Ancora: è possibile allungare le fasce orarie di apertura, disinfettare le postazioni e gli strumenti dopo ogni servizio, come già prevedevano le norme prima dello stop dell’11 marzo. “Lo ribadisco, si diano soluzioni pratiche e attuabili ai nostri imprenditori”.

“Occorre avere ben chiaro – sottolinea Franzoni – che la sostenibilità economica delle nostre attività è ormai arrivata al un punto di non ritorno. Il decreto liquidità, invece che esentarci da alcuni pagamenti, ci porta ad indebitarci sempre più e ci permette di riuscire solo a pagare le bollette e le tasse quando sarà il momento di riaprire. Il pagamento, infatti, è semplicemente posticipato a fine maggio: Misure a fondo perduto sono necessarie, al di là degli indennizzi. È il caso della detrazione per l’acquisto dei dispostivi di sicurezza, che dovrebbe essere portato al 100%. Anche perché, viene spontaneo chiedersi la ragione per cui la nostra attività valga 600 euro quando si tratta di stabilire un indennizzo, e 3.000 euro di incassi presunti quando, invece, si pagano le tasse”.

Non si pensi però, quando si parla di settore del benessere, di riferirsi ad un settore, per così dire, di risulta. “La nostra filiera sul territorio di Modena vale mezzo miliardo, espresso da circa 3.000 imprese dove lavorano più di seimila persone. Magari non produciamo come altre attività economiche, ma non vorremmo per questo passare in secondo piano, perché noi produciamo anche un bene meno misurabile come il benessere. Siamo convinti che la ripresa passi anche da questo: siamo un bene voluttuario, ma rappresentiamo per i clienti i momenti di relax. Anche per questo siamo convinti che alla ripresa si instaureranno relazioni più concrete tra operatori e clienti”.

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