Una lettera aperta indirizzata all’ospedale di Sassuolo e al personale sanitario della struttura cittadina. La scrive il padre di Nadia Penzo, la 49enne sassolese deceduta lo scorso 27 marzo, e ci è parso doveroso pubblicarla:

“Sono Giancarlo Penzo e qualche settimana fa ho perso mia figlia Nadia, morta di Coronavirus. Era ricoverata all’ospedale di Sassuolo insieme a me e a mia moglie Lina. Se scrivo queste righe, però, non è per piangere una figlia, ma per dire grazie. Volevo dire grazie a tutto lo staff dell’ospedale di Sassuolo. Mi perdoneranno se non ricordo i loro nomi. Ricordo però perfettamente le persone che sono state con noi e con Nadia. Grazie ai loro sorrisi nascosti dietro quelle grandi mascherine. Grazie alle loro mani: i guanti non riuscivano a trattenere il calore umano che quelle mani erano capaci di trasmettere. Grazie ai loro occhi, che non hanno saputo trattenere lacrime vere e profonde di fronte alla nostra paura. Grazie al loro coraggio, chiuso dentro un camice che mostrava ogni giorno l’umanità delle loro fatiche. Grazie, perché proprio in uno dei momenti più brutti della nostra vita, ci avete arricchito di calore umano.
Abbiamo perso nostra figlia, ma non abbiamo perso la speranza per la vita che verrà”.

(Giancarlo e Lina)

 

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