“In questi giorni le agenzie immobiliari dell’Appennino stanno lavorando a pieno regime. In diversi centri non ci sono già da ora più abitazioni disponibili per l’estate, tanto che si cominciano a riempire anche le frazioni”. Il commento è di Lapam che ha realizzato un’indagine sulla ricettività nell’Appennino modenese e che pone anche alcune domande a Regione e comuni.
I numeri. L’indagine dell’ufficio studi Lapam mappa i 14 comuni modenesi considerati dalla Regione appartenenti all’ambito territoriale dell’Appennino (Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel Frignano, Pievepelago, Polinago, Riolunato, Sestola e Zocca). Nel 2019 sono stati 82.760 i turisti che hanno soggiornato negli esercizi ricettivi di quest’area, con 261.666 presenze (ovvero notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi). Queste rappresentano il 15,7% delle 1.665 mila presenze che si contano in provincia di Modena. Il trend dell’ultimo anno (2018-2019) è positivo: +9 mila arrivi e + 31 mila presenze. L’Appennino modenese mostra una forte vocazione alla domanda interna di turismo, con il 92,7% di clienti residenti in Italia, la restante quota del 7,2% proviene dall’estero. La regione di residenza dei turisti italiani è nel 48,7% dei casi l’Emilia-Romagna, nel 29% dei casi la confinante Toscana, nel 4,7% dei casi la Lombardia, nel 3,7% dei casi il Lazio e nel 2% dei casi il Veneto. I principali Paesi di provenienza dei turisti stranieri ospiti nelle strutture ricettive dell’appennino sono: Belgio (10,3% delle presenze straniere), Romania (8,9%), Germania (7,9%), Polonia (7,8%) e Stati Uniti (7,6%). I mesi con la più alta affluenza di turisti risultano luglio e agosto, mesi in cui si concentra il 44,5% delle presenze totali dell’anno. In questo periodo la permanenza media, ossia il numero di notti, è pari a 5 notti per cliente, superiore alla media annua di 3,2 notti. In questi due mesi il 96,1% dei turisti sono di nazionalità italiana. Il 64% della clientela sceglie di alloggiare in una struttura ricettiva alberghiera, mentre il restante 36% sceglie altre strutture ricettive extra-alberghiere, come campeggi, B&b, agriturismi, rifugi, etc… Nel dettaglio il 63,6% dei turisti italiani frequenta strutture alberghiere e il 36,4% strutture extra-alberghiere, mentre il 70% di turisti stranieri frequenta strutture alberghiere e il restante 30% preferisce strutture extra-alberghiere.
Nel 2019 si contano nei 14 comuni dell’Appennino in provincia di Modena 276 esercizi ricettivi, di cui 96 alberghieri e 180 extra-alberghieri, per un totale di 9.283 posti letto (il 46,4% del totale provinciale). Negli ultimi 6 anni dal 2013 ad oggi si è osservato un incremento dell’11,7% delle strutture ricettive. La dinamica è data dalla crescita degli esercizi extra-alberghieri (+42 unità), che si contrappone alla riduzione del numero di strutture alberghiere (-13 unità).
Il commento. “L’estate 2020 sarà, da quello che vediamo per ora, paragonabile a quella del 2012 dopo il terremoto. Le agenzie immobiliari sono sommerse dalle richieste di case, soprattutto con giardino, e non solo nella zona più alta dell’Appennino, ma anche su quella più vicina alla pianura. Questo anche perché molte persone pensano di portare la famiglia in vacanza e, per chi dovrà lavorare, fare la spola con i luoghi di lavoro in pianura”. Ma Lapam fa emergere anche le criticità del periodo: “Gli alberghi soprattutto, ma anche ristoranti e bar stanno aspettando con urgenza i protocolli per capire se e come riaprire. E’ chiaro che servirà tempo per adattarsi e di conseguenza è importante che la Regione sia sollecita. Così pure come chiediamo ai comuni di chiarire le questioni riguardanti l’occupazione del suolo pubblico (cosa che vale anche per i negozi) e di predisporre azioni per rendere il più accogliente possibile tutto il territorio in vista dell’arrivo di tante famiglie, ad esempio attraverso una sistemazione della sentieristica”.